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Paul Marie Verlaine
(Metz, 30 marzo 1844 -
Parigi, 8 gennaio 1896)
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Nel susseguirsi incessante di "Giornate" dedicate ai temi più disparati, che vanno a sostituire i santi del vecchio calendario, qualcuno nel 2001 ha deciso che il 26 settembre si celebrino le lingue dell'Europa. Una nota della Commissione Europea precisa che l'obiettivo è "sensibilizzare il pubblico al plurilinguismo in Europa, coltivare la
diversità culturale e linguistica e incoraggiare l’apprendimento delle
lingue da parte di tutti, dentro e fuori il contesto scolastico". Monteverdelegge prende in parola l'invito e festeggia la Giornata europea delle lingue, presentando un sonetto poco noto di Verlaine, Bibliophilie, in versione originale e in traduzione, e proponendo ai lettori volenterosi di traghettare in italiano anche gli altri testi della raccolta Biblio-sonnets, finora inediti nella nostra lingua. (Chi desidera partecipare all'impresa è invitato a mandare un'email a monteverdelegge@gmail.com)
Paul Verlaine è uno delle maggiori figure europee dell'Ottocento.
Una personalità complessa, caparbiamente contraddittoria. Paul Claudel potrà affermare: "Noi quest'uomo non lo conosciamo e non sappiamo chi sia".
E un poeta sommo, in grado di relazionarsi, nelle suggestioni, alle correnti artistiche francesi a lui contemporanee, quelle pittoriche (impressioniste) e musicali (l'amico Debussy).
Il suo stile struggente, estenuato, ma privo di gravezze o pose decadenti può essere pienamente percepito in uno stralcio della sua composizione più nota e indicativa, Languore:
"Sono l'Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi barbari bianchi
componendo acrostici indolenti
in uno stile d'oro dove danza il languore del sole"
Nella quartina c'è tutto: la preziosità, la rinuncia, una molle e indefinita nostalgia, una disperazione sottesa e dolcissima.
L'opera di Verlaine, gigantesca, è spesso oscurata dalla biografia dove risalta la tumultuosa relazione con Arthur Rimbaud, la conversione al cattolicesimo, la miseria assillante, l'alcolismo.
Pochi sanno, ad esempio, che pochi mesi prima di morire egli compose diversi sonetti sul libro e sulla passione per il libro. I Biblio-sonnets furono pubblicati postumi, nel 1913, un secolo fa. A tutt'oggi non se ne conoscono traduzioni integrali italiane.
Solo Bibliophilie è stato convertito nella nostra lingua.
Nella speranza che qualcuno, prima o poi, si accinga a farlo, ecco Bibliofilia.
Bibliofilia (12 ottobre 1895)
Il vecchio libro che si è letto e riletto tante volte!
In pezzi, straziato e desolante, logoro e orrendo,
rieccolo d'un tratto vivo, vezzoso, volto giovane,
delicato al tatto, delizia degli occhi e delle dita.
Quel libro creduto morto, cosa d'ombra e spavento,
la sua resurrezione "non stupisce il saggio".
Chi sa, o Rilegatore, artista e insieme mago,
quanto tu faccia anche meglio del dovuto.
Lo si riprende, quel libro in piena giovinezza,
come una vecchia amante cui una fata
abbia restituito tutta la sua verginità;
lo si rilegge come ascoltando la Musa
d'un tempo, voce d'oro arrochita dall'età,
di nuovo limpida, a divertirci ancora.
Bibliophilie
Le vieux livre qu’on a lu, relu tant de fois !
Brisé, navré, navrant, fait hideux par l'usage,
Soudain le voici frais, pimpant, jeune visage
Et fin toucher, délice et des yeux et des doigts.
Ce livre cru bien mort, chose d'ombre et d'effrois,
Sa résurrection « ne surprend pas le sage ».
Qui sait, ô Relieur, artiste ensemble et mage,
Combien tu fais encore mieux que tu ne dois.
On le reprend, ce livre en sa toute jeunesse,
Comme l’on reprendrait une ancienne maîtresse
Que quelque fée aurait revirginée au point ;
On le relit comme on écouterait la Muse
D'antan, voix d'or qu'éraillait l'âge qui nous point :
Claire à nouveau, la revoici qui nous amuse