lunedì 25 novembre 2013

Eva, figlia di due padri


Melania Mazzucco, Sei come sei
Einaudi, pp. 248, euro 17,50
Patrizia Vincenzoni
"Il loro desiderio è stato esaudito. Che anche voi possiate esaudire il vostro".
Cosi in epigrafe la formula di congedo delle fiabe armene a sottolineare l'importanza di non perdere di vista il proprio desiderio, quasi un augurio che l'autrice sembra inviare, mentre ci apprestiamo alla lettura di Sei come sei. Crediamo sia utile ricordare, anche se non riportata, la formula d'inizio "c'era o non c'era una volta", cara alla tradizione armena, che suggerisce la necessità di una sospensione di incredulità a chi entra, leggendo, in un ambito fiabesco. In linea con tale atmosfera le brevi pagine della prefazione scritte da Eva, l'adolescente protagonista, che ci aprono verso una dimensione temporale immaginaria. Il romanzo tratta temi controversi che attraversano la contemporaneità, rispetto ai quali la scrittrice evitare di assumere una qualche posizione ideologica. La Mazzucco 'entra' nella narrazione, ne segue storia ed eventi, i personaggi del romanzo da subito diventano persone.
Due uomini gay sono padri di Eva, nata da un utero in affitto, ritratta nella fase adolescenziale che la vede impegnata a difendersi dai pregiudizi e dal bullismo dei compagni di classe, violenza che produce un fatto grave da cui Eva fugge mettendosi in viaggio, in incognito, alla ricerca del padre del quale, tempo prima, è stata privata, poiché non riconosciuto dalla legge come tale. L'altro padre Christian, il genitore legale, giovane filologo, poco tempo prima ha perduto la vita in un incidente con la moto, ed Eva è stata affidata al fratello di questi.
Durante il viaggio, fatto insieme a Giose, che la ragazza ha ritrovato nel suo rifugio sugli Appennini, scopriamo a mano a mano la storia di Eva, l'amore che ha condotto i suoi padri a volerla, la ricerca della donna che li avrebbe aiutati a realizzare il loro desiderio di paternità. E poi l'amorevolezza e la dedizione attraverso cui i genitori l'hanno allevata nella passione per la conoscenza ed educata alla scoperta degli affetti, e il rapporto con Giose, così fisico nella sua manifestazione affettiva, ex musicista ormai dedito al ruolo di padre. Una pagina molto bella, piena di una grazia non solo estetica, è quella che riguarda la visione del quadro del pittore spagnolo Francisco de Herrera, San Giuseppe con Gesù, che ha ispirato a entrambi i partner il sentimento verso la paternità e il desiderio irrinunciabile di realizzarla.
Anche nella descrizione degli incontri in Armenia con le donne che acconsentono a prestare il proprio utero, di fronte a un fenomeno dibattuto, Mazzucco narra di donne sfruttate da condizioni di bisogno e le ritrae nella loro umanità che assume maggiore apertura, fino a diventare, per la donna che diventerà la madre di Eva, “dono d'amore” verso Christian e Giose.

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