Melania Mazzucco, Sei come sei
Einaudi, pp. 248, euro 17,50
Patrizia
Vincenzoni
"Il
loro desiderio è stato esaudito. Che anche voi possiate esaudire il
vostro".
Cosi
in epigrafe la formula di congedo delle fiabe armene a sottolineare
l'importanza di non perdere di vista il proprio desiderio, quasi un
augurio che l'autrice sembra inviare, mentre ci apprestiamo alla
lettura di Sei
come sei.
Crediamo sia utile ricordare, anche se non riportata, la formula
d'inizio "c'era o non c'era una volta", cara alla
tradizione armena, che suggerisce la necessità di una sospensione di
incredulità a chi entra, leggendo, in un ambito fiabesco. In linea
con tale atmosfera le brevi pagine della prefazione scritte da Eva,
l'adolescente protagonista, che ci aprono verso una dimensione
temporale immaginaria. Il romanzo tratta temi controversi che
attraversano la contemporaneità, rispetto ai quali la scrittrice
evitare di assumere una qualche posizione ideologica. La Mazzucco
'entra' nella narrazione, ne segue storia ed eventi, i personaggi del
romanzo da subito diventano persone.
Due
uomini gay sono padri di Eva, nata da un utero in affitto, ritratta
nella fase adolescenziale che la vede impegnata a difendersi dai
pregiudizi e dal bullismo dei compagni di classe, violenza che
produce un fatto grave da cui Eva fugge mettendosi in viaggio, in
incognito, alla ricerca del padre del quale, tempo prima, è stata
privata, poiché non riconosciuto dalla legge come tale. L'altro
padre Christian, il genitore legale, giovane filologo, poco tempo
prima ha perduto la vita in un incidente con la moto, ed Eva è stata
affidata al fratello di questi.
Durante il viaggio, fatto insieme a
Giose, che la ragazza ha ritrovato nel suo rifugio sugli Appennini, scopriamo a
mano a mano la storia di Eva, l'amore che ha condotto i suoi padri
a volerla, la ricerca della donna che li avrebbe aiutati a
realizzare il loro desiderio di paternità. E poi l'amorevolezza e la
dedizione attraverso cui i genitori l'hanno allevata nella passione
per la conoscenza ed educata alla scoperta degli affetti, e il
rapporto con Giose, così fisico nella sua manifestazione affettiva,
ex musicista ormai dedito al ruolo di padre. Una pagina molto bella,
piena di una grazia non solo estetica, è quella che riguarda la
visione del quadro del pittore spagnolo Francisco de Herrera, San
Giuseppe con Gesù,
che ha ispirato a entrambi i partner il sentimento verso la paternità
e il desiderio irrinunciabile di realizzarla.
Anche
nella descrizione degli incontri in Armenia con le donne che
acconsentono a prestare il proprio utero, di fronte a un fenomeno
dibattuto, Mazzucco narra di donne sfruttate da condizioni di
bisogno e le ritrae nella loro umanità che assume maggiore apertura,
fino a diventare, per la donna che diventerà la madre di Eva, “dono
d'amore” verso Christian e Giose.
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