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domenica 15 dicembre 2013

mvl Cinema: Blue Jasmine, due fragili sorelle sotto la lente di Woody Allen

Blue Jasmine
Regia e sceneggiatura: Woody Allen
Interpreti: Cate Blanchett, Sally Hawkins, Alec Baldwin

 

Patrizia Vincenzoni
Woody Allen torna a fare cinema come ci aveva abituato, a proporre ritratti umani tratteggiati con capacità, profonda, d'analisi e ironia amara, riuscendo a far emergere anche il lato tragico che li caratterizza.
L'ultimo film ruota attorno alla storia di una donna, Jasmine: nella scena iniziale è in aereo e sta andando da New York a San Francisco. E' impegnata a raccontare in modo compulsivo parte della sua vita a una sconosciuta seduta accanto, ma il suo è un parlare a vuoto, rivolto solo a sé stessa, come sottolinea lo sgomento dell'altra. 
Jasmine (Cate Blanchett), il cui vero nome è Jannette, ha deciso di cambiare città, ospite della sorella Ginger (Sally Hawkins), dopo che il tracollo finanziario del marito Hal (Alec Baldwin) e la scoperta dei suoi tradimenti l'hanno investita in tutta la loro devastazione economica e psicologica.

sabato 30 novembre 2013

mvl Cinema: "Il passato", separazioni difficili nella banlieue parigina

Patrizia Vincenzoni
 
Il passato
Regia: Asghar Farhadi
Interpreti: Bérénice Bejo, Tahar Rahim, Ali Mosaffa, Sabrina Ouazani, Pauline Burlet, Elyes Aguis, Babak Karimi, Valeria Cavalli, Jeanne Jestin
Durata: 130 min

Asghar Farhadi costruisce un film che esplora, ancora una volta e con abilità,  i contesti familiari  e le difficoltà  che possono percorrerli, turbarli, come già nel precedente La separazione, miglior film straniero  agli Oscar  2012. Questa nuova  pellicola è ambientata non più in Iran ma in una  banlieue parigina,  dove vive Marie, madre di due figlie avute da un precedente matrimonio: il rapporto con la primogenita  Lucie  è difficile, conflittuale, contrassegnato da una rabbiosità espressa per lo più  da una presenza 'assente' e reattiva della ragazza verso la madre e verso le sue scelte sentimentali che negli anni si sono susseguite.  La donna da poco convive con Samir, emigrato anni prima dal nord Africa, e il figlio piccolo di questi avuto  dalla moglie Céline, parigina, in coma da sette mesi dopo un tentato suicidio attuato nella lavanderia di cui l'uomo è proprietario. La relazione fra i due è precedente al drammatico evento in questione. 

lunedì 25 novembre 2013

Eva, figlia di due padri


Melania Mazzucco, Sei come sei
Einaudi, pp. 248, euro 17,50
Patrizia Vincenzoni
"Il loro desiderio è stato esaudito. Che anche voi possiate esaudire il vostro".
Cosi in epigrafe la formula di congedo delle fiabe armene a sottolineare l'importanza di non perdere di vista il proprio desiderio, quasi un augurio che l'autrice sembra inviare, mentre ci apprestiamo alla lettura di Sei come sei. Crediamo sia utile ricordare, anche se non riportata, la formula d'inizio "c'era o non c'era una volta", cara alla tradizione armena, che suggerisce la necessità di una sospensione di incredulità a chi entra, leggendo, in un ambito fiabesco. In linea con tale atmosfera le brevi pagine della prefazione scritte da Eva, l'adolescente protagonista, che ci aprono verso una dimensione temporale immaginaria. Il romanzo tratta temi controversi che attraversano la contemporaneità, rispetto ai quali la scrittrice evitare di assumere una qualche posizione ideologica. La Mazzucco 'entra' nella narrazione, ne segue storia ed eventi, i personaggi del romanzo da subito diventano persone.
Due uomini gay sono padri di Eva, nata da un utero in affitto, ritratta nella fase adolescenziale che la vede impegnata a difendersi dai pregiudizi e dal bullismo dei compagni di classe, violenza che produce un fatto grave da cui Eva fugge mettendosi in viaggio, in incognito, alla ricerca del padre del quale, tempo prima, è stata privata, poiché non riconosciuto dalla legge come tale. L'altro padre Christian, il genitore legale, giovane filologo, poco tempo prima ha perduto la vita in un incidente con la moto, ed Eva è stata affidata al fratello di questi.

giovedì 7 novembre 2013

mvl Cinema, Perdite e ritrovamenti nel labirinto di un bosco trentino

La prima neve
Regia: Andrea Segre
Con Jean Christophe Folly, Matteo Marchel, Anita Caprioli, Peter Mitterrutzner, Giuseppe Battiston, Paolo Pierobon
 
Patrizia Vincenzoni
Migrazione e  identità culturale  sono temi che ricorrono nei lavori di Andrea Segre, regista veneto che abbiamo già apprezzato con Io sono Lì, film del 2011 che lo ha imposto all'attenzione di un vasto pubblico. La prima neve aggiunge alla crisi identitaria che tali tematiche contengono  la possibilità di integrazione non solo sociale, e insieme la condivisione e l'intimità psichica che si produce su piano relazionale tra un adulto e un bambino.
Negli scenari naturali della Valle dei Mocheni, in Trentino, la storia personale di Dani proveniente dal Togo e  fuggito dalla guerra libica, approdato lì con la figlia di pochi mesi mentre la moglie Layla è deceduta durante il 'cammino' incrocia quella di Michele, undicenne che ha perso il padre in un incidente alpinistico, il quale vive con la madre e il nonno Pietro, falegname e apicultore.   In questo territorio di confine, geografico e linguistico, abitato da secoli dalla comunità  dei Mocheni in seguito alle migrazioni di popolazioni germaniche, il bosco è l'elemento naturale che riveste un'importanza  decisiva nel film sul piano paesaggistico e più ancora metaforico, simbolico.

sabato 12 ottobre 2013

MVL cinema, Vite di raccordo

Il sacro Gra
Regia: Gianfranco Rosi
Documentario vincitore del Leone d'Oro alla 70. Mostra del cinema di Venezia

Patrizia Vincenzoni
Come un anello di Saturno, così in esergo, i settanta chilometri del grande raccordo anulare contengono molteplici realtà umane e cose che, attraverso la capacità di connettere i quadri diversi, costituiscono un unico documentato racconto. È l'umanità che si disvela nelle immagini, il soggetto al centro della trama del Sacro Gra 'vite altrove' che raccontano una quotidianità in un rapporto spazio-tempo scandito dal flusso opaco, continuo e ininterrotto del traffico, somigliante a una figura arcaica mitica, cifra di uno scorrere del tempo immobilizzato in un interminabile, immodificabile istante.
I contesti dove queste esistenze vivono e si muovono sono come gli anelli di Saturno, immancabilmente legati alla città-pianeta, anche se un processo di rimozione collettivo ha espulso questi territori, cosi distanti dalle periferie da non avere più confini riconoscibili come tali, al giorno d'oggi.
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