domenica 1 dicembre 2013

Gli incipit della domenica - Alessandro Manzoni, I promessi sposi (1827)

Questa è la seconda stesura di Manzoni, ma la prima a stampa, la cosiddetta 'ventisettana'.

Alessandro Manzoni
Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, viene quasi a un tratto a ristringersi e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia riviera di rincontro; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lasciano l'acqua distendersi e allentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La riviera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare una sega: talchè non è chi, al primo vederlo, purchè sia di fronte, come per esempio dai bastioni di Milano che rispondono verso settentrione, non lo discerna tosto, con quel semplice indizio, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon tratto la riviera sale con un pendìo lento e continuo; poi si dirompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura dei due monti e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, interciso dalle foci de' torrenti, è pressochè tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigneti, sparsi di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco,la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando egli ingrossa: un gran borgo al giorno d'oggi, e che s'incammina a diventare città, Ai tempi in cui accaddero i fatti che imprendiamo di raccontare, quel borgo già considerabile era anche un castello, e aveva perciò l'onore di alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnuoli, che insegnavano la modestia alle,fanciulle e alle donne del paese, accarezzavano di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre, e sul finire della state, non mancavano mai di spandersi nelle vigne, per diradare le uve, e alleggerire ai contadini le fatiche della vendemmia. Dall'una all'altra di quelle terre, dalle alture alla riva, da un poggio all'altro, correvano e corrono tuttavia strade e stradette, ripide, acclivi, piane, tratto tratto affondate,sepolte fra due muri, donde, levando il guardo, non iscoprite che un pezzo di cielo e qualche vetta di monte; tratto tratto elevate su aperti terrapieni; e da quivi la vista spazia per prospetti più o meno estesi, ma ricchi sempre e sempre qualcosa nuovi, secondo che i diversi punti piglian più o meno della vasta scena circostante, e secondo che questa o quella parte campeggia o si scorcia, spunta o sparisce a vicenda. Dove un tratto, dove un altro, dove una lunga distesa di quel vasto e svariato specchio dell'acqua; di qua lago, chiuso all'estremità'o piuttosto smarrito entro un gruppo, un andirivieni di montagne, e di mano in mano più espanso tra altri monti che si spiegano ad uno ad uno allo sguardo, e che l'acqua riflette capovolti, coi paesetti posti insulle rive; di là braccio di fiume, poi lago, poi fiume ancora,che va a perdersi in lucido serpeggiamento pur fra i monti, che l'accompagnano, digradando via via, e perdendosi quasi anch'essi nell'orizzonte. Il luogo stesso da cui contemplate que' varii spettacoli, vi fa spettacolo da ogni banda: il monte di cui passeggiate le falde, vi svolge, al di sopra, d'intorno, le sue cime e le balze, distinte, rilevate, mutabili a ogni tratto di mano, aprendosi e contornandosi in gioghi ciò che v'era sembrato prima un sol giogo, e comparendo in vetta ciò che poco innanzi visi rappresentava in sulla costa: e l'ameno, il domestico di quelle falde tempera gradevolmente il selvaggio, e orna vie più il magnifico dell'altre vedute.

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