giovedì 19 dicembre 2013

Autoritratto di editore: la storia di E/O in cinque titoli

Un po' a sorpresa, ma forse no, gli incontri del ciclo Autoritratto di editore sono sempre molto affollati. Evidentemente i lettori monteverdini apprezzano la possibilità di conoscere da vicino i “produttori” di libri, di ascoltare le storie nascoste che si sviluppano intorno a molti titoli, il racconto delle attese disilluse e delle sorprese felici di cui ogni casa editrice è ricca. Per allargare la partecipazione anche a chi non ha potuto assistere alle conversazioni, cominciamo a pubblicare da oggi alcune brevi note sul ciclo, partendo dal primo incontro, quello con Sandra Ozzola Ferri e Sandro Ferri, della casa editrice E/O. Ecco i cinque titoli attraverso i quali gli editori hanno raccontato il percorso della loro casa editrice:

Bohumir Hrabal, Ho servito il re d'Inghilterra: Non il primo titolo pubblicato, ma uno dei primi, al tempo in cui i Ferri, intuendo - ben prima del crollo del Muro di Berlino - i fermenti che circolavano oltre la cortina di ferro, hanno deciso di proporre ai lettori italiani testi provenienti dall'Europa dell'Est. Come Hrabal, appunto, o come la tedesca Christa Wolf.

Jean-Claude Izzo, Casino totale: L'apertura verso quello che sarebbe diventato un altro filone importante della casa editrice, il noir mediterraneo, e insieme la proposta di un autore a proposito del quale non è solo un cliché parlare di "culto" da parte dei lettori.

Alice Sebold, Amabili resti: Un bestseller (anche se non paragonabile a quello che sarebbe venuto in anni più recenti con L'eleganza del riccio di Muriel Barbery), ma soprattutto la dimostrazione che anche a ovest E/O ha saputo muoversi con grande intelligenza, basti pensare che, oltre a Alice Sebold, sono usciti libri di Alice Munro, Joyce Carol Oates, Thomas Pynchon, Mordecai Richler, Edna  O'Brien.

Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome: Da quando è uscito il suo primo libro, I giorni dell'abbandono, la misteriosa scrittrice, caparbiamente decisa a non rivelare la sua identità, ha rappresentato uno dei nomi di maggiore rilievo nel catalogo della casa editrice. E adesso le sue opere, tradotte in inglese e pubblicate negli Stati Uniti dalla sigla Europa Editions che i Ferri stessi hanno fondato, hanno ricevuto elogi incondizionati anche dalla critica americana.

Eric-Emmanuel Schmitt, La giostra del piacere: Una copertina rossa e sgargiante per l'ultimo testo, appena uscito, del romanziere-filosofo che si è fatto conoscere con Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano (anche film fortunato con Omar Sharif). E' lontana la grafica elegante e sobria della prima edizione di Ho servito il re d'Inghilterra. Ma è lontano anche il clima editoriale in cui quel libro è stato pubblicato. E forse la qualità più importante dei Ferri è sempre stata quella di cogliere, anticipandolo, lo spirito del tempo.

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