Quasi tutti
ricordano il film Blade runner, diretto da Ridley Scott nel 1982. Molti meno
hanno letto il romanzo di fantascienza da cui la pellicola è tratta: Cacciatore di androidi, ora recentemente
titolato Ma gli androidi sognano la
pecora elettrica?, in giusto ossequio al titolo originale (Do androids dream of electric sheep?).
Peccato: il romanzo è parecchio superiore, per complessità di temi, al suo
derivato cinematografico.
Cos’è l’uomo?
Quale la sua essenza? È più un umano un androide che canta arie d’opera o un uomo
psicopatico e dalle emozioni prosciugate?
E qual
è l’essenza della realtà? Son più reali i ricordi artefatti impiantati negli
androidi o quelli umani? Entrambi, infatti, hanno pari dignità per chi li vive.
E
ancora il tema del doppio: in Cacciatore
di androidi tutto rimanda ad altro: due test per individuare gli androidi,
due donne assolutamente uguali (Rachel e Pris), due città parallele.
Abbiamo
poi gli spunti tipicamente fantascientifici: l’olocausto animale (la fauna,
sterminata da un’epidemia, viene sostituita con doppi cibernetici), le piogge
acide, lo spopolamento delle città.
L’ansia
metafisica: l’incalzare della morte delineata come progressiva cessione di
sovranità dell’umano di fronte al kipple, neologismo coniato da Dick per
significare confusione, anarchia, degrado, sporcizia, entropia – la dissoluzione
della logica, della ragione.
Il mondo
dei freak: quello dell’ingegnere cibernetico J. R. Isidore, malato, solitario e
disperato che riversa proprio negli androidi la propria empatia.
Il
fascino hard boiled: Deckard l’investigatore, la suspense gialla, le dark ladies,
il villain.
E l’inimitabile
stile di Philip Dick: quello di tratteggiare con verosimiglianza un ambiente
futuribile descrivendo una semplice scena di vita quotidiana. Ecco, nell’incipit,
il normale risveglio di una coppia sposata; subito, però, con naturalezza, lo
scrittore inserisce le sue trovate stranianti: l’accenno al mestiere di
killer di androidi; il regolatore artificiale di umore; una pubblicità di tute
antiradiazione; la frustrazione di possedere solo una pecora elettrica invece di
un costoso e, ormai, rarissimo animale vivente …
Pynchon,
De Lillo, Roth; David Foster Wallace, Ellis ... ma lo scrittore americano più
importante del dopoguerra è, assieme a Cormac McCarthy, Philip K. Dick. Non può
essere altrimenti.
Philip K. Dick
Una
minuscola e allegra vibrazione elettrica, trasmessa dalla soneria automatica e
proveniente dall’organo degli umori, accanto al suo letto, svegliò Rick
Deckard. Sorpreso (trovarsi sveglio senza preavviso lo sorprendeva sempre) si
alzò dal letto, restò immobile un attimo nel suo variopinto pigiama e si
stiracchiò.
Sua
moglie Iran in quel momento aprì gli occhi, mesti, ma subito con un gemito li
richiuse.
“Il tuo
Penfield è troppo debole” l’avvertì. “Ora te lo regolo io, ti sveglierai e …”
“Giù le
mani dal mio apparecchio!” La sua voce era aspra, e s’incrinò. “Non voglio
essere sveglia".
Rick si
sedette sul letto e si chinò su di lei, spiegandole dolcemente: “Se tu regoli
l’onda abbastanza alta, sarai contenta di essere sveglia. Qui sta il punto.
Mettendo l’apparecchio sul C, l’onda supera l’ostacolo dell’inconscio, come
succede a me”. Amichevolmente, poiché si sentiva ben disposto verso il mondo (aveva
regolato il suo apparecchio sul D) le batté una mano sulla spalla, nuda e
pallida.
“Toglimi
di dosso quella mano da poliziotto” ringhiò Iran.
“Non
sono un poliziotto”. Si sentì irritato, anche se non aveva programmato questo
umore.
“Peggio
ancora, sei” insistette sua moglie, gli occhi sempre chiusi. “Sei un assassino
assoldato dai poliziotti”.
“Non ho
mai ucciso un essere umano in tutta la mia vita”. L’irritazione si era
trasformata in aperta ostilità.
“Soltanto
quei poveri androidi” disse ancora Iran.
“Mi
sembra che tu non abbia mai avuto alcuna esitazione a spendere per i tuoi
capricci tutti i premi in denaro che porto a casa”. Rick si alzò in piedi e si
avvicinò ai comandi del suo organo degli umori. “Invece di risparmiare”
continuò. “Tanto da poter comprare una pecora vera per sostituire quella
elettrica che abbiamo su. Soltanto un animale elettrico, dopo tanti anni di
lavoro!” Davanti all’organo esitò tra la richiesta di un soppressivo talamico
(che avrebbe abolito la sua rabbia) e uno stimolatore (che lo avrebbe
trasformato in una furia, facendogli vincere la discussione).
“Se tu
regoli il tuo apparecchio per una dose ancora più alta di veleno” dichiarò
Iran, che aveva aperto gli occhi e lo stava fissando, “allora, anch’io lo
regolerò sullo stesso umore. Lo regolerò sul massimo, e allora vedrai una
battaglia che farà scomparire tutte le nostre liti precedenti. Prova e vedrai.
Non mi provocare”.
Saltò
in piedi e si diresse in fretta verso il suo organo degli umori, e rimase lì, a
fissarlo, aspettando. Lui sospirò, sconfitto dalle sue minacce.
“Regolerò
l’apparecchio in base a quanto è scritto sulla mia scheda, per oggi”. Esaminò
la scheda del 3 gennaio 1992: vi era in programma per lui, un rigoroso
atteggiamento professionale. “Se compongo la combinazione della scheda”
propose, con voce stanca, “farai anche tu lo stesso?” Aspettò prudentemente la risposta.
Sperò, senza compromettersi, che sua moglie acconsentisse.
“La mia
scheda per oggi prevede sei ore di depressione autoaccusatoria” disse Iran.
“Che
cosa? Perché l’hai messa in lista?” Questo andava contro la stessa ragion
d’essere dell’organo degli umori. “Neppure sapevo che si potesse chiedere una
cosa simile” aggiunse, cupo.
“Un
pomeriggio ero seduta qui“ spiegò Iran, “e naturalmente avevo acceso per vedere
Buster Friendly e I Suoi Amichevoli Amici. Buster stava parlando di una grande
notizia che assai presto sarebbe stata di dominio pubblico, quando la
trasmissione fu interrotta da quell’orribile pubblicità che detesto. Sai, quella
delle Tute di Piombo Mountibank. Così, per un minuto, ho interrotto il sonoro.
E ho sentito l’edificio, questo edificio; ho sentito
gli …“ S’interruppe, facendo dei gesti con le mani.
“Gli
appartamenti vuoti" completò Rick. A volte, lui li sentiva di notte, quando
avrebbe dovuto essere addormentato. Eppure, dati i tempi, un casamento come il
suo, per metà occupato, figurava tra i primi posti nella statistica della
densità di popolazione.
In
periferia si potevano trovare edifici completamente vuoti … così gli avevano detto. E lui aveva lasciato
che questa informazione restasse di seconda mano, perché, come quasi tutti gli altri, non voleva
verificarla personalmente.
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