domenica 26 febbraio 2023

Presentazione libro: Stiletto Killer, di Alexis Rhone Fancher alla Casa Internazionale delle donne

 

Domenica 5 marzo,  alle ore 17, nell'ambito del progetto Feminism 2023 si svolgerà, nella Sala Tosi della Casa internazionale delle donne in via della Lungara 19, Roma.
la presentazione del libro Stiletto Killer di Alexis Rhone Fancher, edizioni Her Kind, Ensemble 2022. 
antologia poetica a cura di Maria Adelaide Basile, che parteciperà all'incontro.
Le poesie contenute nella raccolta sono state tradotte nel Laboratorio di traduzione Monteverdelegge (M.A. Basile, M. Izzi, G. Mantegazza, F. Mormile, P. Maioli, A.M. Rava, A.M. Robustelli, J. Wilkinson).

domenica 20 novembre 2022

presentazione del libro IL DONO DI CADMO di Alessandro Magrini al IIS Federico Caffè


con piacere diffondiamo l'invito del prof. Massimo Tegolini
Responsabile Biblioteca I.I.S.Federico Caffè


martedì 29 novembre, alle ore 18
Biblioteca IIS Federico Caffè
Via Fonteiana 113 (ingresso cancello blu e verde) 
presentazione del libro

IL DONO DI CADMO
L'incredibile storia delle lettere dell'alfabeto
di Alessandro Magrini
Ponte alle Grazie, 2022

Marco Mongelli, Nina Quarenghi e Vincenzo Ostuni ne parleranno con l'autore 

...Perché la A è la prima lettera dell’alfabeto?...Perché la D, fra i numeri romani, significa 500? Come si può vedere nella M il volto di un uomo? Perché davanti a U usiamo Q? Questo libro è una storia dell’alfabeto. La storia di una delle più straordinarie invenzioni umane, di quei «venti caratteruzzi».(...)Alessandro Magrini ci accompagna in un viaggio affascinante, un capitolo per lettera, dall’antico Egitto alla Fenicia alla Grecia a Roma.
Prenotazione obbligatoria: bibliofedericocaffe@libero.it

domenica 23 ottobre 2022

IL DOPO TEATRO. Cassandra risorge con Sonia Bergamasco al Teatro Vascello

Il DOPO TEATRO è una conversazione che si svolge su WhatsApp dopo ogni spettacolo. Scaturisce da alcune domande che si sono poste le persone del gruppo di teatro dell'associazione Monteverdelegge che hanno visto lo spettacolo, e i dialoghi vengono trasferiti e montati qui nel blog con una breve introduzione. Maria Cristina Reggio

Resurrexit Cassandra, foto di scena di Hanna Hauer

Il gruppo Monteverdelegge Teatro è andato a vedere al Teatro Vascello Resurrexit Cassandra, con regia, scenografia e video dell’artista belga Jan Fabre, recitata da una bravissima Sonia Bergamasco su testi di Ruggero Cappuccio. In scena, su un pavimento pieno di serpenti di legno, abbiamo visto ergersi una splendida Sonia Bergamasco, immobile e gigante come una statua della sacerdotessa, proferire i suoi vaticini davanti a un video a parete in cui l’attrice stessa si dibatteva imbracciando un’ascia distruttrice.

JACOB: “Ho visto al Vascello la Cassandra con Sonia Bergamasco: uno spettacolo ben confezionato, estetico, ma freddo e senza emozione. Lei è brava, precisa e volutamente estraniante. Personalmente non è mi è piaciuto ma il pubblico e la critica ne parlavano entusiasti.
Cosa pensate?


MARIA CRISTINA: “A me è piaciuto moltissimo: la voce dell’attrice che all’inizio dello spettacolo parlava con timbro maschile, accentuava la dimensione mitica delle sue parole. Così alta, statuaria, immobile, Cassandra era presente e umana solo nelle sue parole dette e sputate, inascoltate per punizione divina. Secondo il mito, infatti, Apollo aveva punito la sacerdotessa cui aveva donato la facoltà della preveggenza perché lei aveva rifiutato il suo amore, e, sputandole in bocca, la aveva condannata a proferire parole cui nessuno avrebbe prestato fede”.

JACOB: “Lei è una brava attrice, penso semplicemente che lei abbia fatto e interpretato ciò che il regista le aveva chiesto e lo abbia fatto in modo pulito e chiaro, impeccabile. Siccome le parole di Cassandra non devono essere prese in considerazione, la recitazione era volutamente estraniata, ma questo a me non è piaciuto perché allontanava lo spettatore dall’attrice e dallo spettacolo. Il risultato era una recitazione forte e chiara, ma anche molto statica, e per me, in definitiva, noiosa. Le parole dell’attrice erano chiare con una perfetta dizione all’inizio, ma poi diventavano liquide come l’acqua che inonda una città.

CLAUDIA: “La protagonista sulla scena dava una voce diversa ad ognuna delle accuse che rivolgeva: una volta severa, una volta suadente, una volta sarcastica e volgare, ma dietro di lei scorreva un filmato in cui l'azione aveva un risultato sempre uguale: restava solo l'autodistruzione e nessuna voce poteva essere ascoltata.

MARIA CRISTINA: “Il video bianco e nero di Jan Fabre con Cassandra in azione, rabbiosa e con una ascia in mano,  era in perfetto contrasto con lei che in scena cambiava i colori e gli stili degli abiti, ma era immobile, statuaria. Secondo voi perché?

CLAUDIA: “Il video proiettato dietro a Cassandra non era in bianco e nero, anche se avvolto in una nebbia che ingrigiva tutto e lei indossava una camicina di colore sempre diverso, intonato con quello del vestito che portava in scena: nero, rosso, verde, blu, bianco. 
Il video secondo me voleva esibire lo sdoppiamento forse incomprensibile di un’umanità che inganna sé stessa: da una parte si agita e autodistrugge, così come faceva l’attrice nella grande proiezione, e dall'altra, con le parole di Cassandra in scena, dichiara la propria colpevolezza.


JACOB: “Ma perché uno spettacolo deve essere così concettuale? Se lei sulla scena è statica, ma  in carne e ossa, perché il regista ha voluto dare un po’ di movimento solo nel video proiettato dietro di lei? Secondo me è teatro nel teatro, una matrioska in cui il reale si confonde con la finzione, ma così il teatro diventa elitario e perde il suo senso.

MARIA CRISTINA: “Non credo che ci sia uno sguardo elitario nella regia, se ci mostra rabbiosa una Cassandra che il mito ha tramandato come vittima. Per me assistere al conflitto tra la donna statuaria e prigioniera dei propri abiti sul palco e quella che si dibatte nell’azione del video è uno stimolo a riflettere sulla figura tragica della sacerdotessa, e su ciò che essa rappresenta: in fondo, la sua preveggenza è sempre muta, nessuno dà ascolto alle sue parole e alla sua disperazione. E ancora oggi non la ascoltiamo.

Hanno partecipato alla conversazione Claudia Corpetti, Maria Cristina Reggio e Jacob Olesen.









giovedì 1 settembre 2022

Addio ad una cara amica, Anna Rava


Una notizia tristissima: se n'è andata la nostra cara amica Anna Rava.
I funerali si svolgeranno nella Basilica di S. Maria in Trastevere (P.zza S. Maria in Trastevere - Roma) Venerdì 2 settembre, ore 15.00.
La famiglia invita a non portare fiori bensì, volendolo, a inviare una donazione all'Associazione Alzheimer Uniti, alla quale Anna ha dato per molto tempo il suo appassionato contributo: 
Alzheimer Uniti Roma APS
IBAN IT49R0306234210000001959532

mercoledì 20 luglio 2022

Libri e Spritz a Monteverde: Conversazione sul libro Che ci faccio qui, a cura di Maria Teresa Carbo

 

Venerdì 22 Luglio alle ore 18:30 

presso il CineVillage Monteverde (Largo A. Ravizza 1)

Da qualche anno tutti abbiamo in tasca un dispositivo che ci permette di riprodurre il nostro sguardo e di rilanciarlo nel mondo. Cosa succede, però, quando a fotografare, sono gli scrittori? Perché poeti e narratori decidono di aderire a un social come Instagram, dove dominano le immagini? E quale rapporto si instaura fra scrittura e fotografia?

Maria Teresa Carbone, autrice, giornalista e traduttrice, scrive su diverse testate, insegna giornalismo all’ateneo di Roma Tre e si occupa di educazione alla lettura
Maria Cristina Reggio, studiosa di arti visive e performative, è docente ordinaria all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove insegna Comunicazione Multimediale



lunedì 18 luglio 2022

Libri & Spritz a Monteverde, a partire dal 19 luglio



Martedì 19 Luglio 2022
dalle ore 19.00 presso il CineVillage Monteverde (Largo A. Ravizza 1)
Martedì prossimo inaugura una iniziativa interessante per i monteverdini (e non solo) appassionati di libri e letture. Si tratta della rassegna letteraria  `Libri & Spritz a Monteverde” che si terrà dal 19 luglio al 6 settembre 2022. 
Con l'occasione, si presenta il libro Affreschi di Quartiere di Daniele Pozzi, "uno spaccato, suddiviso in brevi racconti di vita trascorsa, di una Roma di borgata a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta."

lunedì 13 giugno 2022

COSMOGONIA, Sonia Gentili e Daniela Monaci al Museo Carlo Bilotti

 Con piacere diffondiamo 


L’uomo che non guarda è un collettivo artistico che esplora l’accadere dello sguardo umano.
Tale sguardo attraversa la realtà senza poterla dominare: esiste nel divenire della messa a fuoco, della dissolvenza, della ricerca e della perdita continua del proprio oggetto. 
Questa visione intenta a trovare le proprie strade, a percorrerle, ad abbandonarle per scegliere il buio è anche l’esperienza della poesia: un movimento verso la forma per chi la crea come per chi, leggendola, richiama immagini e parole al loro accadere. 
Tanto nel processo creativo quanto durante la lettura il testo accade con una processualità non lineare. 
Del testo poetico l’occhio cattura subito l’immagine complessiva cogliendone le parti interrelate (ripetizioni, opposizioni, isomorfismi). 
La lettura non è altro che la dinamizzazione di questa intuizione d’insieme.
Attraverso sette installazioni con schermo - un Libro e sei Fogli - L’uomo che non guarda propone l’esperienza della poesia che unisce poeta e lettore: il movimento verso la forma.
Lo schermo dell’Uomo che non guarda è un foglio bianco dal quale emergono parole o insiemi di parole attraverso un processo di assolvenza: “colorandosi” di inchiostro progressivamente e con varia intensità.
Il testo poetico emerge come quando è percepito sulla pagina: còlto nella sua immagine totale, di cui sono messi subito, simultaneamente a fuoco gli elementi strutturali e poi si disegnano le articolazioni meno evidenti. Il testo in movimento è così una scatola nera non solo della lettura, ma anche del ritmo, del respiro, dell’attraversamento di uno spazio che la pagina poetica ha congelato in sé e che l’atto di leggere libera ogni volta.
Sul piano tecnico si è svolto un lavoro di fine artigianato dell’immagine affidato a calcoli rigorosi: la ricerca della consistenza e della grana della carta (immagine realizzata con macchina fotografica professionale, in alta qualità non compressa), di un carattere il più possibile vicino a quello del libro stampato, il mantenimento dell’architettura del testo (che ha comportato un adattamento dell’immagine per la mise en page), la produzione delle clip relative alla singola unità di testo che emerge dal foglio. 
Ogni parola o gruppo di parole – in sostanza, le unità minime che si vedono emergere dal foglio - è stato trattato come singola immagine fotografica in formato png.
Mentre i sei Fogli sono costituiti da un semplice schermo su cui affiora il testo, il Libro è composto da uno specchio e uno schermo (50 x 80) “rilegati” tra loro, in modo che il testo è un riflesso progressivo dell’indecifrabile. 
Il lettore / visitatore si trova di fronte al libro aperto. Il testo emerge sulla pagina 1 (lo schermo) al contrario ed è riflesso dalla pagina 2 (lo specchio) in forma leggibile. 
Tra la pagina 1 - testo al contrario - e la pagina 2 - testo leggibile – c’è il lettore, che vede “accadere” il testo, partecipa alla sua genesi e alla sua decifrazione, fa esperienza visiva del dinamismo delle parole che vive interiormente quando legge. Vede la sua mente leggere.
L’uso di oggetti (schermi di tv e computer, specchi) presentati in una veste “realistica”, non astratta dall’imperfezione quotidiana, è un riferimento alle umili circostanze materiali in cui ogni esperienza – anche la più misteriosamente interiore – ha luogo.
Queste opere sviluppano la ricerca intrapresa da Antonio Maria Polito (1969-2015) con l’opera One and Three 4’33” – Prolegòmeni (primo premio sezione video, fiera internazionale di arte contemporanea “Paratissima” 2014 – Torino).
I testi impiegati - terreno di incontro tra la poesia di Sonia Gentili e l’opera di Daniela Monaci - sono tratti dal libro di Sonia Gentili I quattro gesti della creazione (Aragno 2020), ad eccezione di Cosmogonia, Frammento ed Eravamo alberi, inediti e nati per questa mostra.