domenica 29 dicembre 2013

mvl Cinema: Molière in bicicletta, ovvero: nella vita si recita ciò che si è

Molière in bicicletta
Regia e sceneggiatura: Philippe Le Guay

Interpreti: Fabrice Luchini, Lambert Wilson, Maya Sansa

Voto: 6


Serge Tanneur (Fabrice Luchini), attore disilluso e in disarmo, si è recluso in una vecchia casa, nella campagna francese vicino La Rochelle, sulla costa atlantica. Il suo isolamento è rotto dalla visita dell’amico Gauthier Valence (Lambert Wilson), anch’egli attore, ma, a differenza di Serge, sulla cresta dell’onda del successo. Gauthier propone a Serge di allestire la rappresentazione del capolavoro di Molière: Il misantropo. Dopo un iniziale tira e molla i due si accordano; interpreteranno Alceste e Filinto, i personaggi principali della commedia di Molière. Ricordiamo le tipologie dei personaggi:
Alceste è il misantropo, urtante, integerrimo, leale a un proprio ideale di purezza senza compromessi, per nulla incline alle smancerie e alla piaggeria di chi vuol farsi benvolere a ogni costo; ha in uggia la frivolezza, i modi insinuanti, i cuori volatili; in amore è fedele, colmo di dedizione: spasima per la civettuola Celimene. Ecco una sua frase chiave:

Io riscontro dovunque solo vili lusinghe
Ingiustizia, interesse, scaltrezza, tradimento;
Non posso contenermi, mi adiro, e mi propongo
Di mandare all’inferno tutto il genere umano

Filinto, suo amico, è uomo di mondo, conosce le debolezze altrui e l’intima fibra del cuore umano e sa che questo volge inesorabile all’accomodamento, alla via di mezzo, al perdono complice. Frase chiave: 

Dei costumi del tempo diamoci meno cura
E facciamo un po’ di grazia alla natura umana;
Prendiamola in esame senza troppo rigore,
E con qualche indulgenza guardiamo i suoi difetti

I due amici rispecchiano tali psicologie immortali:


Serge è ombroso e lunatico; Gauthier piacente e amabile; Serge è un devoto del grande attore teatrale Louis Jouvet e spacca il capello in quattro nella recitazione (ci tiene a che il verso alessandrino di Molière – una coppia di senari - sia scandito doverosamente); Gauthier se ne impipa dalla purezza di Jouvet e della dizione (in televisione interpreta una soap opera d’ambientazione medica); Serge è discretamente spiantato; Gauthier è notevolmente benestante; Serge crede nei principi; Gauthier soprassiede agli stessi in nome di una vivibilità piena.
Noi spettatori, insomma, sappiamo che Serge è Alceste e Gauthier Filinto. Li vediamo però rinunciare (su impulso di Gauthier, che aspira al più importante ruolo di Alceste) a intepretare la parte che più si addice alla loro personalità: i due, per mutuo accordo, si scambieranno, infatti, i ruoli sulla scena, sera dopo sera: Serge/Alceste reciterà a fronte di Gauthier/Filinto, ma, la sera successiva, si avrà un Serge/Filinto contro un Gauthier Alceste.
E il tutto sembra funzionare, fra alti e bassi, e bisticci vari. Finché arriva il granello che inceppa il delicatissimo meccanismo: nella loro vita irrompe una bella italiana, Francesca (Maya Sansa): l’ artificiosa alternanza di ruoli si scompone lentamente.
L’attrazione per Francesca (o dovremmo dire: Celimene?) opera il ristabilimento dell’ordine spietato dell’esistenza; la letteratura, il testo di Molière, prevarica la vita, si sostituisce a essa, imponendo il proprio eterno imperio psicologico.
L’amore svela la congenita inclinazione dei loro cuori: Gauthier si rivela per quello che è, un Filinto che “fa un po’ di grazia alla natura umana”, cedevole ai principi, gaudente, generoso a parole, ma mollemente egoista nei fatti (come quando finge di aiutare la madre del tassista). E traditore. Serge si confermerà, al contrario, un Alceste a tutto tondo, fedele e integro, nell’amore e nell’amicizia, e ironicamente inflessibile nei riguardi dell’Arte a cui non concede deroga alcuna (disprezza, infatti, la soap opera che ha dato la fama a Gauthier, come Alceste disprezza, nella commedia, le poesie del borioso Oronte). E rimarrà, perciò, ferito; e tradito.
In una delle scene finali Serge, vestito in abiti secenteschi, riaffermerà la propria rigorosa psicologia. Davanti a tutti reciterà il disinganno di Alceste che, ora, è anche il suo (ma è sempre stato suo):

Troppe perversità troppo malanimo
Io chiuderò i rapporti con il prossimo
Troppo dolore le disgrazie portano
Tirandosi da parte più si sopportano
Poiché gli umani azzannan come lupi
Traditori! Non morirò nei vostri antri cupi

Mentre Gauthier avrà la sua (mediocre) rappresentazione (seppur baciata dal successo, ancora una volta), Serge finirà solo, davanti al tramonto dell’Oceano a declamare gli ultimi versi definitivi:

Ormai detestate l’umana natura …
Sì, per me è una spaventosa sciagura

Cosa ci dice ancora questo grazioso apologo? Due cose.
Uno: il mondo è dei mediocri, portatori di un’etica elastica, da uomini di mondo. Solo i fessi affermano il contrario. E fessi sono: rimarranno a guardare il tramonto e a ciancicare parole inutili.
Due: si nasce Alceste. Come si nasce Bazarov, Feraud, Kohlhaas. Inutile mettersi altre penne. La vita si incaricherà di ricordarcelo. Si è biochimicamente Alceste. Non ci sono scappatoie. Il resto dell’esistenza si può passarla, da sconfitti, a sorridere mentre si guarda l’esteso spettacolo dell’umana natura, spaventosa sciagura; altrimenti si può trovare rifugio nell’Arte, succedaneo di una vittoria impossibile. Amen.

Il film è lodevole. Non mancano i difetti: le location son fotografate in modo leccato e turistico; le musichine troppo ricattatorie. La coppia di attori è, però, notevolissima; e il film dichiara le più crudeli verità in tono insinuante e mitemente doloroso; a tratti divertente. E ci avvia alla lettura di Molière: un merito ancor più grande.


4 commenti:

  1. mi piacciono molto queste recensioni. :-)
    Questo film mi è molto piaciuto mi ha riportato ai miei studi di liceale in francia, quando invece di darci da leggere i testi teatrali ce li facevano recitare in classe dandoci il ruolo dei vari personaggi... :-)

    RispondiElimina
  2. una piccolissima correzione: Gauthier/Filinto non conclude con successo la sua rappresentazione del Misantropo, anzi, in paradossale parallelo rispetto a un episodio che Serge ha raccontato di sé, interrompe la recitazione (e forse cade vittima di amnesia) allo stesso verso che alle prove recitava, sempre sbagliando, e sempre puntigliosamente ripreso da Serge/Alceste. In quel momento si celebra, in qualche modo, la vendetta dell'integerrimo Alceste sul frivolo Gauthier, peraltro umanissimo nella sua caduta

    RispondiElimina