domenica 3 settembre 2017

Meri Lao, sette vite e trentacinque libri


Maia Giacobbe Borelli

Dopo aver trasmesso la passione per la musica (e per la vita) alle centinaia di persone che l’hanno conosciuta, Meri Franco Lao, 89 anni, nata a Milano nel 1928 con il nome di America Franco da genitori anarchici, antifascisti e anticlericali,
trasformando la sua stanza d’ospedale con vista sul Tevere in un luogo d’incontri e di festa, dove decine e decine di persone sono andate a salutarla con spirito lieve,
è passata ad altra vita, il 29 Agosto scorso, accompagnata dall’affetto del figlio Curzio e di tantissimi amici, colleghi e allievi.
Meri Lao è riuscita così a mettere in scena in modo naturale la propria morte, dopo aver rifiutato ogni accanimento terapeutico, in coerenza con la sua scelta di aderire all’Associazione Luca Coscioni, per l’autodeterminazione individuale e per il diritto a una morte dignitosa, che è stata come lei l’ha voluta.
Così Meri ci ha salutato ed è scivolata via come una sirena, immergendosi per altri mari a noi ancora sconosciuti.

Come parlare delle sue sette vite?
Sperimentatrice, scrittrice e musicista da sempre, maestra di yoga e di vita, ha trascorso la prima infanzia a Buenos Aires, dove, scoperta la naturale inclinazione per la musica, inizia a studiare pianoforte, a 16 anni tiene i primi concerti, poi a Montevideo, dove si diploma come insegnante di Musica a 21 anni all’IFAP, Instituto Formación de Profesores Agregados.  Frequenta anche il corso “Arte y Teatro Moderno” presso la Facultad de Humanidades, dove si laurea con due tesi Personajes femeninos en la obra de Ibsen e Futurismo: el arte de los ruidos.
Nel 1949 si sposa con Folco Lao, ex ufficiale della Marina italiana. Il piccolo appartamento della giovane coppia, è un luogo di riunione di musicisti, letterati, architetti.
Nel 1953 è Parigi da sola, dove si forma e perfeziona con la pianista Eliane Richepin, maestra e amica il cui marito, Tristan Richepin, le farà da impresario nel fortunato decennio della sua carriera pianistica. L’attività musicale proseguirà poi con concerti alternati a conferenze su Luigi Nono, Aldo Clementi e la musica d’avanguardia più in generale.
In Italia, e definitivamente a Roma, dal 1954, è stata una pioniera della musica ribelle e della musica strega, concertista di piano, autrice di manuali di musica per le scuole (La Nuova Italia), traduttrice, sceneggiatrice, maestra del tango, da lei inteso come forma d’arte classica, sirenologa e sirena lei stessa.
Dal 1955 al 1958 ha lavorato alla Camera di Commercio Internazionale di Roma.
Dal 1968 al 1971 si stabilisce con la famiglia a Cuba lavorando all’ICAIC, la famosa scuola di cinema, e all’ICR come consulente radio e TV. Quel periodo di intenso fervore politico e sociale la vede impegnata nella traduzione spagnola di Lettera a una professoressa di Don Milani, che conoscerà ripetute edizioni in Uruguay e Argentina.
Meri è stata quindi pianista, insegnante di musica (ha insegnato Storia della musica e del teatro, Coro e Spettacoli), scrittrice, ha scritto in Italia saggi sui canti di protesta dell’America Latina (con Michele Straniero e Giovanni Pirelli) e sul tango, la sua passione, per lei non un ballo ma un sentimento.
Ha fatto cantare e ballare generazioni di studenti e studentesse, insegnando in molte scuole, tra queste le Scuole Montessori e i Licei Sperimentali di Roma (prima al Liceo Unitario Sperimentale di via della Bufalotta poi al Liceo Virgilio); è stata socia dell’Istituto di Fonologia di Milano (Luigi Nono, Bruno Maderna, Zuccheri) e di Nuova Consonanza (Aldo Clementi, Antonio De Blasio, Franco Evangelisti, Boris Porena, Giacinto Scelsi).
È stata attivista in gruppi politici antimperialisti latinoamericani, italiani e francesi, a tale proposito ha pubblicato una Cronologia delle invasioni imperialiste in America Latina su Quaderni Piacentini nel 1967 e a Parigi Basta! Chants de témoignage et de révolte de l’Amérique Latine, inedita raccolta di canti di protesta di un intero continente, corredata da traduzioni e trascrizioni su pentagramma.
A partire dagli anni ’70, Meri si concentra su temi legati alle donne; nel 1976 fa scalpore il suo Musica strega. Per la ricerca di una dimensione femminile nella musica, ritenuto il primo gender’s study in materia.

E sarà proprio un suo laboratorio di vocalità femminile legata al gesto ad attirare l’attenzione di Federico Fellini, che le chiede una canzone per La città delle donne.
Grazie all’amicizia con Astor Piazzolla, inaugura uno dei filoni principali della sua sfaccettata produzione artistica: quella dedicata al tango, scrivendo nel 1975 Tempo di tango (La storia, lo sfondo sociale, i testi, i personaggi, la fortuna e il revival).
Fonda nel 1995, insieme a Roman Gubern, l’Accademia Scientifica del Tango e del Bolero in Italia, istituita presso l’Istituto Cervantes di Roma.
Nei primi anni del XXI secolo, Meri dà alle stampe Todo Tango. Cronache di una lunga convivenza, summa sui generis di un mondo culturale e sociale prima che musicale.
Ha scritto numerosi programmi TV e radiofonici. Ha pubblicato un totale di 35 libri, tra cui «Fare musica» (1968), «Sirene (da Omero ai pompieri)» (1985) e «Musica strega», «Pseudopodi», ha messo in scena vari spettacoli, portato avanti per dodici anni "Tanghitudine", il suo one woman show  per pianoforte, voce e immagini.
Ha tenuto una rubrica durante due anni e mezzo nel supplemento settimanale satirico TANGO diretto da Sergio Staino del quotidiano «L'Unità».
Meri Lao ha ricevuto nel 2001 il Premio Tenco per l’opera di diffusione della canzone latinoamericana, nel 2007 il Premio Musica Europa alla Carriera del Versilia Jazz Festival e, nel 2008, il premio Capri dell’Enigma – Letteratura.
Nel 2013 pubblica il Dizionario maniacale del Sette, sorta di raccolta enciclopedica che spiega in 777 voci il significato del numero in tutte le epoche e culture, spaziando dall’arte alla religione, dalla canzone alla scienza.
Assumendo sempre in prima persona, l’impegno politico inteso nel suo senso più alto, recentemente, ancora si indignava per l’intervento americano in Siria, da lei definito come la “solita ennesima trafila colonialista degli americani”.
Ha continuato a curare ricerche multimediali sulla didattica della musica, le sirene, il tango, l'uovo, il sette, e ad andare in scena con i suoi monologhi fino a pochi mesi fa. Dal letto d’ospedale si rammaricava di aver dovuto disdire gli ultimi concerti estivi, perché “Mannaggia, non mi sento tanto bene…”
Battagliera e controcorrente fino all’ultimo, Meri ha completato le sue sette vite. Per sua volontà, niente funerali, un omaggio dedicato a lei avrà luogo a Roma con tempi e modi che saranno comunicati fra qualche settimana.
Una pagina, da cui sono tratte queste note, le è consacrata nell’Enciclopedia delle donne.

Nota: Monteverdelegge ricorda con particolare affetto Meri Lao, che in diversi messaggi ha espresso la sua simpatia per la nostra associazione. Purtroppo non è stato possibile averla ospite da Plautilla, ma è in programma nei prossimi mesi un incontro dedicato alla sua opera.