Patrizia Vincenzoni
Ci
sono incontri che cambiano la vita e, in alcuni casi, le prospettive
artistiche. La foto rubata a una ragazza senzatetto raggomitolata in un
sacco a pelo e la scelta immediatamente successiva di Lee Jeffries di
restare a parlare con lei, hanno determinato il senso della ricerca e il
soggetto della narrazione fotografica dell'autore. Homeless, i
senza-casa, gli esclusi che ha incontrato in varie città del mondo, in
mostra al Museo di Roma in Trastevere, piazza Sant'Egidio 1/b, è il
risultato del suo lavoro. Cinquanta foto fra uomini, donne e bambini,
volti occhi mani che dialogano, silenziosi, con lo spettatore.
Non
c'è retorica né pietismo nella denuncia implicita delle immagini che
hanno il punto di forza nello sguardo dei soggetti ritratti,
attraversato da sentimenti che la presenza di Jeffries ha saputo evocare
cogliere e restituire. Lo sguardo di questa umanità che 'vive' nelle
strade del mondo sopravvivendo a se stessa ci interroga ma, allo stesso
tempo, non sembra aspettare risposte: l'abitudine alla devastazione che
ha scavato volti e corpi, operata dall'isolamento e dalla disidentità
personale e sociale, rimanda a una presenza illuminata solo per il
tempo dello scatto, quasi un'epifania che sacralizza il momento e rende
l'esperienza incontrovertibile, unica.
In
molte fotografie le mani sono in primo piano, connettendosi ai rimandi
dei volti, amplificando il linguaggio del corpo: coprono, supportano,
mostrano, pregano, diventano ramificazioni di una disperazione e di una
desolazione senza ritorno. I volti addensano espressioni i cui segni
li rendono simili a mappe stropicciate e scurite dall'uso, le rughe
solcano i visi somiglianti a letti di fiumi ormai prosciugati da anni.
Gli occhi non affondano del tutto nell'abbandono, cercano punti di luce o
mandano essi stessi bagliori di sguardo che vi si oppongono in qualche
modo. Jeffries ha affermato che la sofferenza e la spiritualità sono
sinonimi e che il suo scopo è far appello al senso di fede e
all'umanità degli spettatori. Crediamo vi sia riuscito.
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