giovedì 3 ottobre 2013

Bibliomania e bibliofollia / 2 - Charles Nodier, Teodoro il bibliomane

Caricatura di Charles Nodier
Charles Nodier ovvero Jean Charles Emmanuel Nodier (1780-1844) è una delle sorgenti più nascoste del Romanticismo europeo. Il suo ideale fantastico, però, esula dai tormenti germanici o inglesi, e va a situarsi su un versante più sottilmente morboso, anticipatore degli umori del Decadentismo pieno.
Nodier fu realista in politica, antinapoleonico, inattuale, bibliofilo dell’eccesso (dilapidò e ricostruì la propria biblioteca per ben due volte), letterato d’interessi eccentrici (studiò entomologia), padre innamorato della bellissima figlia, Marie.
In lui, insomma, convivono le patologie dell’animo (il desiderio di ritorno all’infanzia, il masochismo, l’incesto) e il gusto per l’inusitato e il declinante tipiche dell’estenuazione decadente, seppur celate dal razionale impianto classico della prosa; una contraddizione comune a parecchi cosiddetti minori dell’Ottocento francese dove l’incedere cristallino della scrittura, netta come quella dei moralisti francesi, e aperta alla satira più spietata, sottende le più profonde aberrazioni psicologiche: lo Huysmans meno conosciuto, Léon Bloy, Barbey d’Aurevilly, Villiers de l’Isle-Adam, Jean Lorrain, alcuni alfieri di tale istinto secolare.
Il ritratto del bibliomane Teodoro rientra nella galleria di caratteri devianti, preda di passioni totali e insane, che Nodier delinea con la certezza del più raffinato sarcasmo. Per Teodoro il mondo e la storia sussistono solo in relazione al libro; una campagna di guerra vale per assicurarsi cuoio di buona qualità, una rivoluzione per procacciare nuovi romanzi; già preda di una vera malattia (‘monomania del marocchino’ o ‘tifo dei bibliomani’), egli cadrà in un delirio mortale a causa d'una semplice inezia: compulsando una serie di libri aggiudicati all’asta (e, quindi, impossibili da acquistare e fare propri), scoprirà che esiste una edizione virgiliana i cui caratteri eccedono quelli dell’edizione posseduta di ben un terzo di linea (meno d’un millimetro). La fine, lungi dal quietare la monomania, sarà l’occasione per identificarsi definitivamente con l’oggetto supremo dei pensieri: da morto Teodoro diverrà libro a tutti gli effetti (g.l.c.).



Avvertenze per la lettura

1. La linea è una unità misura prerivoluzionaria francese pari a 2,25 millimetri. Un terzo di linea, grido di dolore del bibliomane Teodoro, equivale, quindi, a 0,75 millimetri, tre quarti di millimetro. La linea era calcolata facendo uso dell’elzevirometro, sorta di regolo per bibliofili.
2. L’in quarto è un formato del libro antico per cui un foglio veniva piegato due volte sino a ottenere 4 carte (otto pagine).
3. Il marocchino è un cuoio derivato dalla pelle di montone o capra, molto pregiato per la sua morbidezza.
4. La ventisettana è un’edizione di pregio del Decameron del Boccaccio, pubblicata da Bernardo Giunti, nel 1527 appunto.

Charles Nodier, Teodoro il bibliomane (1831)
trad. di Fernando Tempesti 

“Passava la vita in mezzo ai libri, non si occupava che di libri, e questo aveva dato modo a qualcuno di pensare che stava componendo un libro che avrebbe reso inutili tutti gli altri libri, ma si sbagliavano, com'è evidente …


Teodoro non parlava più, non rideva più, non mangiava più, non andava più al ballo, né alla commedia. Le donne che nella giovinezza aveva amato non attiravano più i suoi sguardi, tutt'al più guardava loro i piedi; e quando una scarpa elegante e di vivaci colori colpiva il suo occhio: ‘Ahimè’, diceva, gemendo dal profondo, ‘ecco un buon marocchino che va perduto!’ …

In vent'anni ebbe un solo momento di contrasto con il suo sarto: ‘Caro signore’, gli disse un giorno, ‘questo sarà l'ultimo abito che mi avrà fatto, se dimenticherà ancora di farmi le tasche in quarto’. La politica ... lo metteva di cattivo umore, dopo che le folli imprese di Napoleone nel Nord avevano fatto rialzare i prezzi del cuoio di Russia. Approvava, tuttavia, l'intervento francese nelle rivoluzioni di Spagna. ‘È’, diceva, ‘un'ottima occasione per incettare, in quella penisola, romanzi di cavalleria e concioneros’ ... La memorabile campagna agli ordini di Bourmont sulle coste dell'Africa lo riempì di gioia: ‘Grazie al cielo’ andava ripetendo fregandosi le mani ‘avremo marocchino del Levante a buonissimo prezzo’ ...
Teodoro passò tre mesi a letto a compulsare cataloghi di libri. Predisposto, com'era sempre stato, a vivere le emozioni al limite, tale genere di lettura gli infiammò il sangue ... Poiché deperiva a vista d'occhio, fu chiamato il medico che era, per caso, uomo di spirito e buon filosofo. Il dottore riconobbe che la congestione cerebrale era imminente e ne fece un eccellente rapporto sul Journal des Sciences médicales, sul quale è indicata col nome di ‘monomania del marocchino’ o ‘tifo dei bibliomani’ …
Teodoro non ascoltava più. Aveva appena messo le mani su un volume di eccellente apparenza, al quale si era affrettato ad applicare il suo elzevirometro ... con il quale valutava il prezzo, ahimé, e il merito intrinseco dei libri. Almeno dieci volte lo accostò al libro maledetto, dieci volte rifece il calcolo che lo schiacciava, mormorò alcune parole che non intesi, cambiò ancora colore e poi svenne fra le mie braccia. Ebbi il mio da fare per issarlo sul primo fiacre che passò.
Le mie domande per strappargli il segreto del suo improvviso dolore furono a lungo inutili. Non apriva bocca. Le mie parole non lo raggiungevano più. ‘È il tifo’, pensavo, ‘il parossismo del tifo’.
Lo stringevo fra le braccia, non mi stancavo di interrogarlo. Sembrò cedere a un momento di confidenza: ‘Vedi in me’ mi disse ‘il più infelice degli uomini! Quel volume è il Virgilio del 1676, in carta grande, del quale pensavo di avere l'esemplare massimo, e invece quello supera per altezza il mio di un terzo di linea. Qualche spirito non benevolo e prevenuto potrebbe addirittura dire che si tratta di mezza linea. Un terzo di linea gran Dio!’
Rimasi come folgorato. Capivo che il delirio avanzava.
‘Un terzo di linea!’ ripeté minacciando il cielo col pugno furioso, come Aiace o Capaneo. Io tremavo in tutto il corpo.
Cadde a poco a poco nella più profonda prostrazione. Il poveretto non viveva più che per soffrire. Ogni tanto aveva come un soprassalto: ‘Un terzo di linea!’ e si mordeva le mani ... ‘Calma, amico mio’, gli mormoravo dolcemente in un orecchio ... ‘un terzo di linea non è poi gran cosa se facciamo il confronto con le preoccupazioni anche le più delicate di questo mondo!’.
‘Non è gran cosa’ gridava ‘un terzo di linea nel Virgilio del 1676! Fu un terzo di linea che fece crescere di cento luigi il prezzo dell'Omero del Nerli presso de Cotte: un terzo di linea! ...’. Rovesciò la testa all'indietro, le sue braccia si irrigidirono, le gambe prese da un crampo simile a una morsa di ferro. Il tifo invadeva a vista d'occhio le sue estremità ... Alla fine arrivammo: ‘Un terzo di linea!’ disse al portiere.
‘Un terzo di linea!’, disse alla moglie bagnandola con le sue lacrime.
‘La mia pappagallina è volata via!’ disse la sua nipotina che piangeva come lui.
‘Perché lasciate la gabbia aperta?’ rispose Teodoro. ‘Un terzo di linea!’
‘Il popolo si è sollevato nel Mezzogiorno, così come in via del Quadrante’ disse la vecchia zia che stava leggendo il giornale della sera.
‘Di cosa diavolo s'impiccia il popolo?’ rispose Teodoro. ‘Un terzo di linea!’
‘La vostra fattoria nella Beauce è andata a fuoco’ disse il suo domestico mentre lo metteva a letto.
‘Bisognerà ricostruirla’ rispose Teodoro ‘se il possesso vale la pena. Un terzo di linea!’.
‘Pensate che tutto questo sia grave’ mi chiese la vecchia balia.
‘Dunque non avete letto’, mia cara, ‘il Journal des Sciences Médicales? Che cosa aspettate ancora a chiamare un prete?’ …
Un suo amico bibliofilo arrivò un momento dopo ... ‘So quello che ti è successo, ma questo è niente a confronto di quello che è capitato a me. Immagina che ho mancato, otto giorni fa, in una di queste vendite bastarde e anonime, delle quali non si ha notizia che da un cartello messo sulla porta, un Boccaccio del 1527, magnifico quanto il tuo, legatura in vitellino di Venezia, le ‘a’ appuntite, esemplare con barbe, neanche un foglietto rifatto’.
Le facoltà tutte di Teodoro si concentrarono su un unico pensiero. ‘Sei almeno ben sicuro che le ‘a’ erano davvero appuntite?’
‘Come il ferro che arma l'alabarda di un lanciere’.
‘Era dunque, senza ombra di dubbio, la ventisettana medesima!’
‘Sicuramente. Quel giorno avevamo un pranzo piacevole, donne di fascino, ostriche verdi, uomini di spirito e vino di Sciampagna. Sono arrivato giusto tre minuti dopo che era stato aggiudicato’.
‘Signore’ gridò Teodoro furibondo, ‘quando la ventisettana è in vendita non si mangia!’
Quest'ultimo sforzo esaurì quel resto di vita che ancora lo animava, e che il movimento di quella conversazione l'aveva sostenuta come il soffio che gioca con l'ultima scintilla di fuoco di una brace. Le sue labbra tuttavia balbettarono ancora ‘Un terzo di linea!’. Ma fu la sua ultima parola ...
L'indomani seguimmo il suo funerale alla testa di una folla numerosa di marocchinofili piangenti, e facemmo murare sulla sua tomba la seguente iscrizione ...




QUI GIACE
NELLA SUA LEGATURA DI LEGNO
UN ESEMPLARE IN FOLIO
DELLA MIGLIORE EDIZIONE
DELL’UOMO
SCRITTA IN UNA LINGUA DELL’ETÀ DELL’ORO
CHE IL MONDO NON INTENDE PIÙ
È OGGI
UN LIBRUCCIO
GUASTO
MACCHIATO
SCOMPAGNATO
FALLOSO NEL FRONTESPIZIO
BECCATO DAI VERMI
MOLTO DANNEGGIATO DALLA PUTREFAZIONE
NON SI OSA ATTENDERE PER LUI
GLI ONORI TARDIVI
E INUTILI
DELLA RISTAMPA


Consigli di lettura

Charles Nodier, Il bibliomane, La Vita Felice, 2013
Charles Nodier, Il bibliomane, Bibliotheca Minima, 2001
Charles Nodier, Il bibliomane, Gpl, 1994

2 commenti:

  1. Un perverso come Vlad l'Impalatore si mette a parlare, alla maniera di uno Zola qualsiasi, di "profonde aberrazioni psicologiche" di Léon Bloy! C'era una volta un prete che traduceva per le Edizioni Paoline il feroce scrittore cattolico e a ogni passo metteva una nota precisando, distinguendo, attenuando: qui Bloy è un po' pazzarellone ma... Il Conte non può temere di spaventare il suo pubblico, non spezza il pane della cultura come Concita (fantastico il corsivo di Grasso sul "Corriere" di oggi a proposito di simili mangiatori di libri 'utili'), il Conte offre aperitivi molto alcolici.

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    1. Le Edizioni Paoline di Bloy le ho lette tutte.
      Per quanto riguarda il pubblico seguiamo la linea di Torquato Tasso:
      "Così a l'egro fanciul porgiamo aspersi
      di soavi licor gli orli del vaso:
      succhi amari ingannato ei beve
      e dal'inganno suo vita riceve".

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