Da domani, 31 ottobre, a domenica 3 novembre, negli spazi di Porta Futuro, a Testaccio, si tiene la quinta edizione del Salone dell'editoria sociale. Tra i partecipanti, il direttore della "Gazeta Wyborcza" Adam Michnik, il sociologo inglese Guy Standing, lo scrittore di lingua russa Andrej Volos e, tra gli italiani, Guido Crainz, Stefano Rodotà, Walter Siti e pure Monteverdelegge, cui è dedicato un incontro domenica mattina alle 10.30. Qui sotto, il testo di presentazione della rassegna.
Giulio Marcon e Goffredo Fofi
La V edizione del Salone dell’Editoria Sociale ha per titolo “la grande mutazione”. Quella prodotta non solo dai sei anni di crisi economica che ha colpito il mondo dalla fine del 2007, ma da un trentennio di politiche neoliberiste che hanno cambiato la politica, la società, i modelli produttivi, i consumi, i comportamenti e persino l’antropologia di una parte consistente del nostro pianeta.
La “grande mutazione” dell’ultimo trentennio evoca quella “grande trasformazione” che ha raccontato Polanyi nell’omonimo libro descrivendo il passaggio – tra il XVI e il XVII secolo – da una società che incorpora l’economia a un mercato che ingloba la società. Un passaggio analogo è quello della “grande mutazione” che investe gli ultimi decenni e riguarda la trasformazione del paesaggio umano e ambientale di una società asservita al consumo e al cinismo del mercato e dell’interesse privato. E che vede mutare i cittadini in consumatori, l’economia in un grande casinò o centro commerciale, la politica in una ancella degli interessi di finanzieri e speculatori, la cultura in un inutile rito consolatorio.
Ecco perché con questa edizione vogliamo ricordare che la crisi globale che stiamo attraversando non è contingente, né legata solamente al declino dei sistemi produttivi o di uno specifico modello economico. È anche una crisi sociale, ecologica, culturale, antropologica, etica e politica che per essere affrontata ha bisogno di qualcosa di più e di diverso di aggiustamenti o modeste riforme. Ha bisogno di una rivoluzione del modo di pensare, di comportarsi: di rimettere al centro la dimensione etica, dell’esempio, del “ben fare” e di un paradigma differente del rapporto tra economia e politica, ecologia e tecnica, società e individuo. Le decine di incontri, presentazioni di libri e tavole rotonde dell’edizione di quest’anno ci ricordano l’esigenza e l’urgenza di un cambiamento radicale dell’ordine esistente.
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