Bianca Maria Vaglio
Quando
era piccola Mara pensava che le sarebbe piaciuto conoscere un
“Padrino”. Uno di quegli uomini che si vedono nei film, un tipo
anziano, calmo e autorevole a cui rivolgersi quando si è subito un
torto. Mara immaginava di esporgli i suoi problemi, di raccontargli
le sue paure, le cose che la angustiavano, le ingiustizie quotidiane
che subiva. Immaginava che il Padrino l’avrebbe guardata
benevolmente, avrebbe capito le sue ragioni e le avrebbe detto. “
Non ti preoccupare Mara, stai tranquilla, ora ci penso io”. E senza
fare violenza a nessuno, (“Per amor del cielo….io sono contro la
violenza” diceva Mara) avrebbe fatto capire a coloro che volevano
farle del male, che non dovevano farlo, dal momento che lei, Mara,
faceva parte della “Famiglia” ed era sotto la protezione del
Padrino.
Nonostante
l’educazione religiosa impartitale da sua madre, una fervente
cattolica, Mara fin da giovanissima non credeva nella Giustizia
divina e poco credeva anche in quella dei Tribunali che era fatta
solo per punire i criminali incalliti, ma non per difendere le
creature inermi come lei.
In
seguito quando Mara, ancora molto giovane, si sposò, le sembrò di
aver trovato nel suocero, il sospirato “Padrino”. Lui era un uomo
autorevole, le voleva bene e spesso le diceva: “ Ti serve
qualcosa?.. dì pure a me, stai tranquilla, ci penso io!”. Mara fu
felice in quegli anni. Si sentiva finalmente sicura sotto la sua
protezione.
Ma
purtroppo, dopo pochi anni di matrimonio, il suocero morì. E il
giovane marito non aveva la stoffa del padre, gli mancava
l’autorevolezza e la capacità di rassicurare Mara. Lei aveva ormai
messo al mondo tre bambini e più che a se stessa pensava a loro;
era diffidente nei confronti del prossimo, credeva di potersi fidare
solo delle persone che conosceva a fondo. Si guardò intorno e pensò
che le persone che le ispiravano maggiore fiducia erano i suoi
fratelli e le sue sorelle. Due maschi e due femmine. La sua
Famiglia. Di loro sapeva tutto fin da quando erano piccoli e questo
la rassicurava. E per tutta la sua vita non cambiò opinione.
Una volta
che si era fatta un’opinione su qualcuno Mara tendeva infatti a non
cambiarla mai. Anche se sopravveniva un cambiamento, lei non
cancellava mai l’opinione precedente e ogni volta non mancava di
ricordarla.
Ad esempio quando nel corso degli anni, sua sorella
Elena, diventata ormai una robusta matrona, la portava a spasso su
una station-wagon che guidava con destrezza, Mara non poteva mai,
dopo uno di questi giri, esimersi dal dire: “ E pensare che la
chiamavamo Elenuccia, era così timida e paurosa … piangeva
sempre.” E appariva frastornata da quella trasformazione, come se
Elena avesse dovuto rimanere per sempre debole e piagnucolosa per non
costringerla a cambiare l’opinione che aveva di lei. Ma se la
sorella invece le comunicava che aveva una colica addominale, allora
era più contenta. Elena infatti fin da bambina aveva sofferto di
problemi intestinali. “Era così golosa che mangiava di tutto, si
“abbuffava” e poi le veniva un mal di pancia terribile. Solo che
ora poverina non mangia quasi più niente. E’ sempre a dieta”.
Ma pazienza, c’era comunque una coerenza con il passato!
Se suo
fratello Salvatore le citava un libro o ricordava una qualsiasi cosa,
diceva gongolante: ”Lui ha sempre avuto una memoria formidabile.
Era il più bravo della scuola, vinceva tutti i premi.”
Del
fratello non mancava mai di dire che “da giovane era identico a
Montgomery Cliff” anche quando ormai di questa somiglianza e
perfino dell’attore si era persa la memoria. L’altro fratello fu
sempre definito da lei “il povero Guido” e, anche se colse
brillanti risultati nella vita, lo guardava con una sorta di
compassione perché da ragazzino era meno dotato e meno bello in
confronto all’altro fratello.
La
sorella più giovane, Paola, le dette poi la sorpresa più grande.
Infatti arrivò ad occuparsi niente meno che di politica! Mara
diceva: “ Questa mia sorella proprio non la capisco. Come fa,
avendo quattro figli e tante cose a cui pensare, ad occuparsi delle
donne del Medio Oriente o della guerra in Iraq? A che serve poi?
Sono cose sulle quali non possiamo farci niente!” Ma la
giustificava così. “Forse.. è perché ha sposato un americano....
è stata influenzata dal marito”.
Per Mara
infatti la Politica era, come la Giustizia divina o i Tribunali,
qualcosa in cui non credeva assolutamente. Ma a parte questo piccolo
contrasto, andava d’accordo anche con la sorella più piccola e con
il cognato americano.
Quasiasi
differenza doveva essere messa da parte per non creare problemi in
seno alla Famiglia. Le cognate ed i cognati avevano dei difetti che
lei non mancava di sottolineare e che si riducevano di solito al
commento “ Sono diversi da noi”. E pur continuando sempre
sottilmente a diffidarne, alla fine li accettava in quanto Padri o
Madri dei suoi Nipoti.
Dopo i
suoi figli e i suoi fratelli venivano infatti per Mara, i nipoti. Per
sua gioia erano numerosi e lei aveva assistito alla nascita di quasi
tutti. Anche di loro si fece presto un’idea precisa e anche loro le
dettero delle sorprese crescendo, senza mai farle dimenticare
comunque quello che erano stati da piccoli. E non mancava di
ricordare tutte le volte con stupore che “Fabio era nato sottopeso
e ora invece misura un metro e ottantacinque e Gianmarco è sempre
stato con la testa fra le nuvole da piccolo, ma ora è così in
gamba”.
Più la
famiglia si ingrandiva, più credeva di aver dimenticato le
preoccupazioni che aveva da ragazza. Era come sentirsi protetta da un
immenso scudo umano. Un grande corpo fatto di tante braccia e tante
gambe in grado di difendersi meglio.
Poi anche
i figli e i nipoti crebbero e si sposarono ed ebbero a loro volta dei
mariti, delle mogli (più spesso dei compagni e delle compagne, i
tempi erano cambiati). Anche i “compagni” subirono le sue
critiche (non erano “come noi”) ma poi vennero accettati. E anche
quando nacquero i figli dei suoi figli e i figli dei nipoti (la
Famiglia contava ormai decine di persone di tutte le età)
ricordava sempre di tutti sia i compleanni che gli onomastici.
“ Ma
come fai zia Mara a ricordarti il mio onomastico? Sei l’unica ,
neanche più mia madre mi telefona “ le dicevano i nipoti
fornendole un gran motivo di orgoglio.
A Natale,
che era ovviamente per lei la Festa più importante, faceva a tutti
dei piccoli regali che accumulava in un apposito armadio durante
l’anno. Appena vedeva una cosetta a buon mercato, un oggettino
grazioso, lo metteva via pensando che quella nipote o quell’altro
l’avrebbe gradito per Natale. E non permetteva ai suoi figli di
regalare ad estranei il benchè minimo oggetto o capo di vestiario.
“A chi lo vuoi dare? Questo starebbe benissimo a tua cugina Gaia
oppure a Rosanna “. “Mamma” replicavano i figli “ma Gaia non
la vediamo quasi mai, vive in Brasile e Rosanna è incinta” “ Ma
Gaia verrà quest’estate. E Rosanna dopo aver partorito ritroverà
la sua linea. Non ti preoccupare, dallo a me, ci penso io.“
Niente le
era più gradito del sapere che uno dei suoi figli si era rivolto a
un cugino o a uno zio e aveva ricevuto un piacere o un’ospitalità
. E viceversa se un parente che viveva in un’altra città, aveva
bisogno di un posto dove dormire lei faceva letteralmente a gara con
le sorelle per ospitarla. Se la persona sceglieva la sua casa,
Mara era raggiante e faceva decine di telefonate per informare tutti
che la Tale (o il Tale) …“Viene da me, anche le mie
sorelle si sono offerte di ospitarlo ma ha detto che preferiva stare
da me. Dalle zie andrà a pranzo. ”. Se la scelta cadeva
invece su una sorella si consolava dicendo: “ Da me però
viene a pranzo. Ho già pensato al menu. Farò un bel pranzetto. So
cosa gli piace!”.
Mara
indossava degli occhiali rosa che le facevano vedere tutto quello che
riguardava la sua Famiglia, in modo positivo e quasi idilliaco.
Lei per
esempio, non riusciva a dire che qualcuno della Famiglia era
ammalato, ma solo che aveva un “ piccolo disturbo” o che “non
stava in un buon periodo”. Di una nipote anoressica, diceva che
aveva fatto una cura dimagrante troppo forte. Un nipote bruttino
aveva però sempre qualcosa di bello… i capelli , gli occhi, il
carattere . E di ogni cosa che la rattristava e che non poteva
negare, ( un nipotino che era stato bocciato a scuola, mettiamo, o
un cognato che aveva perso il lavoro o una coppia che litigava)
diceva con un sospiro che era una cosa che“ può capitare a tutti”
come se dovesse scusare la sua famiglia per qualcosa di disdicevole;
e poi subito aggiungeva: “E’ solo un brutto momento, vedrete
che presto tutto andrà a posto”.
Il suo
dispiacere più grande, era quando qualcuno si allontanava dalla
Famiglia. “E’ diventato quasi un Estraneo. Prima si rivolgeva
sempre a me per un consiglio ora invece non mi viene più a trovare,
sarà colpa della moglie, lei è diversa da noi ”. E soffriva
realmente, più che altro perché non riusciva a farsene una ragione.
Come si può rifiutare il consiglio di un membro della Famiglia e
rivolgersi a degli Estranei?
Certo,
c’erano stati dei casi in cui era stata costretta lei a rompere i
rapporti con qualcuno della Famiglia. Malgrado la sua sopportazione
non aveva potuto chiudere tutti e due gli occhi, allorchè qualcuno
aveva superato i limiti. In quel caso il suo giudizio era stato
ancora più severo che se si fosse trattato di un estraneo. Essersi
comportato male quando tutta la Famiglia era sempre stata buona e
gentile , quando lei stessa, Mara, aveva offerto tutto il suo aiuto e
la sua disponibilità a questa persona, era veramente imperdonabile.
A quel punto lei lo radiava. Zac, un taglio netto e irreversibile. “
Mi potrebbe anche pregare in ginocchio “ diceva “ per me non farà
mai più parte della Famiglia”. E non chiamava più né al
compleanno né all’onomastico di quel parente. Non metteva da parte
per lui (o lei) regalini e non gli offriva ospitalità. E se sapeva
che aveva dei problemi, se ne usciva con un “Se l’è meritato.
Peggio per lui (o lei)!” di soddisfazione.
Mara
aveva visto realizzato quello in cui aveva creduto. Nella sua
famiglia le cose erano andate bene.
Con la
sua mediazione tutti erano andati d’accordo, quasi tutti matrimoni
avevano retto, le condizioni economiche anche se non floride, non
erano per nessuno disastrose. Con grande dolore aveva visto morire
suo marito e uno dei suoi fratelli, ma si consolava ad ogni bambino
che nasceva. La Famiglia era come un solo corpo e quel corpo si
accresceva ogni anno di nuovi frutti, nuovi bambini di cui
riconoscere, dai primi segni, il carattere, memorizzare il compleanno
e l’onomastico per poter far loro gli auguri al momento giusto.
Nuovi destinatari dei suoi regalini di Natale.
Era
stata, tutto sommato, fortunata. Ma la Fortuna era qualcosa in cui
lei non credeva assolutamente al pari della Giustizia divina, dei
Tribunali e della Politica.
Lei se
l’era meritata quella fortuna. Non si era mai distratta dal suo
compito. Pochissimi erano gli Estranei che si erano conquistati la
sua fiducia. E se sentiva parlare di qualcuno che non conosceva e che
magari aveva bisogno di aiuto, diceva “Poverino mi dispiace ma io
che ci posso fare ? Non ce l’ha dei fratelli, dei cugini, una zia?
perché non si rivolge a loro? C’è già tanto da fare ad occuparsi
della propria famiglia. Siamo tanti. Non posso pensare agli Estranei”
Ormai
Mara era diventata anziana, piccola e smagrita: a volte era stanca
di caricarsi il peso della Famiglia sulle spalle.
Le sue
forze stavano diminuendo e anche le sue certezze vacillavano. Le
sembrava che Estranei minacciosi potessero insinuarsi fra lei e i
suoi familiari e sconvolgere l’equilibrio che lei aveva creato. I
membri stessi della sua Famiglia le apparivano cambiati, non era più
così sicura che si trattasse delle stesse persone che aveva
conosciuto bambini. Si chiedeva qualche volta chi fossero realmente.
Tornavano spesso gli incubi, i fantasmi della sua infanzia infelice,
piena di paure e di torti subiti. Si sentiva debole e impotente.
E se
quell’isola felice, quella sorta di Arca di Noè su cui aveva
imbarcato la sua famiglia, quell’ordine perfetto su cui aveva
costruito la sua vita, fossero solo una sua fantasia, senza legami
con la realtà?
Eppure
quando qualcuno della Famiglia l’andava a trovare nella sua grande
casa e lei si sedeva nella sua poltrona preferita, il suo sguardo
ritrovava la luminosità di un tempo e mostrava una fiduciosa
determinazione… Come una cantilena amava ripetere a chi era
difronte a lei, ciò che avrebbe voluto sentirsi dire dal “Padrino:
“ Qual è il tuo problema? Dì a me, non ti preoccupare, stai
tranquillo, ci penso io .”
Bianca
Maria Vaglio ha
curato la sceneggiatura di numerosi film e serie tv. Tra
i suoi script più popolari: Rossella,
Amiche
davvero! e
Doppio
segreto.
Per le edizioni Rizzoli First è da poco uscita sotto la sigla
Private
Room una
sua serie di racconti, scaricabili da Internet.
Mi piace che racconti le cose con l'andamento di una vecchia fiaba popolare, o dei fratelli Grimm, o di Perrault ....
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