domenica 13 ottobre 2013

I racconti di MVL - Il padrino


Bianca Maria Vaglio
Quando era piccola Mara pensava che le sarebbe piaciuto conoscere un “Padrino”. Uno di quegli uomini che si vedono nei film, un tipo anziano, calmo e autorevole a cui rivolgersi quando si è subito un torto. Mara immaginava di esporgli i suoi problemi, di raccontargli le sue paure, le cose che la angustiavano, le ingiustizie quotidiane che subiva. Immaginava che il Padrino l’avrebbe guardata benevolmente, avrebbe capito le sue ragioni e le avrebbe detto. “ Non ti preoccupare Mara, stai tranquilla, ora ci penso io”. E senza fare violenza a nessuno, (“Per amor del cielo….io sono contro la violenza” diceva Mara) avrebbe fatto capire a coloro che volevano farle del male, che non dovevano farlo, dal momento che lei, Mara, faceva parte della “Famiglia” ed era sotto la protezione del Padrino.
Nonostante l’educazione religiosa impartitale da sua madre, una fervente cattolica, Mara fin da giovanissima non credeva nella Giustizia divina e poco credeva anche in quella dei Tribunali che era fatta solo per punire i criminali incalliti, ma non per difendere le creature inermi come lei.
In seguito quando Mara, ancora molto giovane, si sposò, le sembrò di aver trovato nel suocero, il sospirato “Padrino”. Lui era un uomo autorevole, le voleva bene e spesso le diceva: “ Ti serve qualcosa?.. dì pure a me, stai tranquilla, ci penso io!”. Mara fu felice in quegli anni. Si sentiva finalmente sicura sotto la sua protezione.
Ma purtroppo, dopo pochi anni di matrimonio, il suocero morì. E il giovane marito non aveva la stoffa del padre, gli mancava l’autorevolezza e la capacità di rassicurare Mara. Lei aveva ormai messo al mondo tre bambini e più che a se stessa pensava a loro; era diffidente nei confronti del prossimo, credeva di potersi fidare solo delle persone che conosceva a fondo. Si guardò intorno e pensò che le persone che le ispiravano maggiore fiducia erano i suoi fratelli e le sue sorelle. Due maschi e due femmine. La sua Famiglia. Di loro sapeva tutto fin da quando erano piccoli e questo la rassicurava. E per tutta la sua vita non cambiò opinione.
Una volta che si era fatta un’opinione su qualcuno Mara tendeva infatti a non cambiarla mai. Anche se sopravveniva un cambiamento, lei non cancellava mai l’opinione precedente e ogni volta non mancava di ricordarla.
Ad esempio quando nel corso degli anni, sua sorella Elena, diventata ormai una robusta matrona, la portava a spasso su una station-wagon che guidava con destrezza, Mara non poteva mai, dopo uno di questi giri, esimersi dal dire: “ E pensare che la chiamavamo Elenuccia, era così timida e paurosa … piangeva sempre.” E appariva frastornata da quella trasformazione, come se Elena avesse dovuto rimanere per sempre debole e piagnucolosa per non costringerla a cambiare l’opinione che aveva di lei. Ma se la sorella invece le comunicava che aveva una colica addominale, allora era più contenta. Elena infatti fin da bambina aveva sofferto di problemi intestinali. “Era così golosa che mangiava di tutto, si “abbuffava” e poi le veniva un mal di pancia terribile. Solo che ora poverina non mangia quasi più niente. E’ sempre a dieta”. Ma pazienza, c’era comunque una coerenza con il passato!
Se suo fratello Salvatore le citava un libro o ricordava una qualsiasi cosa, diceva gongolante: ”Lui ha sempre avuto una memoria formidabile. Era il più bravo della scuola, vinceva tutti i premi.”
Del fratello non mancava mai di dire che “da giovane era identico a Montgomery Cliff” anche quando ormai di questa somiglianza e perfino dell’attore si era persa la memoria. L’altro fratello fu sempre definito da lei “il povero Guido” e, anche se colse brillanti risultati nella vita, lo guardava con una sorta di compassione perché da ragazzino era meno dotato e meno bello in confronto all’altro fratello.
La sorella più giovane, Paola, le dette poi la sorpresa più grande. Infatti arrivò ad occuparsi niente meno che di politica! Mara diceva: “ Questa mia sorella proprio non la capisco. Come fa, avendo quattro figli e tante cose a cui pensare, ad occuparsi delle donne del Medio Oriente o della guerra in Iraq? A che serve poi? Sono cose sulle quali non possiamo farci niente!” Ma la giustificava così. “Forse.. è perché ha sposato un americano.... è stata influenzata dal marito”.
Per Mara infatti la Politica era, come la Giustizia divina o i Tribunali, qualcosa in cui non credeva assolutamente. Ma a parte questo piccolo contrasto, andava d’accordo anche con la sorella più piccola e con il cognato americano.
Quasiasi differenza doveva essere messa da parte per non creare problemi in seno alla Famiglia. Le cognate ed i cognati avevano dei difetti che lei non mancava di sottolineare e che si riducevano di solito al commento “ Sono diversi da noi”. E pur continuando sempre sottilmente a diffidarne, alla fine li accettava in quanto Padri o Madri dei suoi Nipoti.
Dopo i suoi figli e i suoi fratelli venivano infatti per Mara, i nipoti. Per sua gioia erano numerosi e lei aveva assistito alla nascita di quasi tutti. Anche di loro si fece presto un’idea precisa e anche loro le dettero delle sorprese crescendo, senza mai farle dimenticare comunque quello che erano stati da piccoli. E non mancava di ricordare tutte le volte con stupore che “Fabio era nato sottopeso e ora invece misura un metro e ottantacinque e Gianmarco è sempre stato con la testa fra le nuvole da piccolo, ma ora è così in gamba”.
Più la famiglia si ingrandiva, più credeva di aver dimenticato le preoccupazioni che aveva da ragazza. Era come sentirsi protetta da un immenso scudo umano. Un grande corpo fatto di tante braccia e tante gambe in grado di difendersi meglio.
Poi anche i figli e i nipoti crebbero e si sposarono ed ebbero a loro volta dei mariti, delle mogli (più spesso dei compagni e delle compagne, i tempi erano cambiati). Anche i “compagni” subirono le sue critiche (non erano “come noi”) ma poi vennero accettati. E anche quando nacquero i figli dei suoi figli e i figli dei nipoti (la Famiglia contava ormai decine di persone di tutte le età) ricordava sempre di tutti sia i compleanni che gli onomastici.
Ma come fai zia Mara a ricordarti il mio onomastico? Sei l’unica , neanche più mia madre mi telefona “ le dicevano i nipoti fornendole un gran motivo di orgoglio.
A Natale, che era ovviamente per lei la Festa più importante, faceva a tutti dei piccoli regali che accumulava in un apposito armadio durante l’anno. Appena vedeva una cosetta a buon mercato, un oggettino grazioso, lo metteva via pensando che quella nipote o quell’altro l’avrebbe gradito per Natale. E non permetteva ai suoi figli di regalare ad estranei il benchè minimo oggetto o capo di vestiario. “A chi lo vuoi dare? Questo starebbe benissimo a tua cugina Gaia oppure a Rosanna “. “Mamma” replicavano i figli “ma Gaia non la vediamo quasi mai, vive in Brasile e Rosanna è incinta” “ Ma Gaia verrà quest’estate. E Rosanna dopo aver partorito ritroverà la sua linea. Non ti preoccupare, dallo a me, ci penso io.“
Niente le era più gradito del sapere che uno dei suoi figli si era rivolto a un cugino o a uno zio e aveva ricevuto un piacere o un’ospitalità . E viceversa se un parente che viveva in un’altra città, aveva bisogno di un posto dove dormire lei faceva letteralmente a gara con le sorelle per ospitarla. Se la persona sceglieva la sua casa, Mara era raggiante e faceva decine di telefonate per informare tutti che la Tale (o il Tale) …“Viene da me, anche le mie sorelle si sono offerte di ospitarlo ma ha detto che preferiva stare da me. Dalle zie andrà a pranzo. ”. Se la scelta cadeva invece su una sorella si consolava dicendo: “ Da me però viene a pranzo. Ho già pensato al menu. Farò un bel pranzetto. So cosa gli piace!”.
Mara indossava degli occhiali rosa che le facevano vedere tutto quello che riguardava la sua Famiglia, in modo positivo e quasi idilliaco.
Lei per esempio, non riusciva a dire che qualcuno della Famiglia era ammalato, ma solo che aveva un “ piccolo disturbo” o che “non stava in un buon periodo”. Di una nipote anoressica, diceva che aveva fatto una cura dimagrante troppo forte. Un nipote bruttino aveva però sempre qualcosa di bello… i capelli , gli occhi, il carattere . E di ogni cosa che la rattristava e che non poteva negare, ( un nipotino che era stato bocciato a scuola, mettiamo, o un cognato che aveva perso il lavoro o una coppia che litigava) diceva con un sospiro che era una cosa che“ può capitare a tutti” come se dovesse scusare la sua famiglia per qualcosa di disdicevole; e poi subito aggiungeva: “E’ solo un brutto momento, vedrete che presto tutto andrà a posto”.
Il suo dispiacere più grande, era quando qualcuno si allontanava dalla Famiglia. “E’ diventato quasi un Estraneo. Prima si rivolgeva sempre a me per un consiglio ora invece non mi viene più a trovare, sarà colpa della moglie, lei è diversa da noi ”. E soffriva realmente, più che altro perché non riusciva a farsene una ragione. Come si può rifiutare il consiglio di un membro della Famiglia e rivolgersi a degli Estranei?
Certo, c’erano stati dei casi in cui era stata costretta lei a rompere i rapporti con qualcuno della Famiglia. Malgrado la sua sopportazione non aveva potuto chiudere tutti e due gli occhi, allorchè qualcuno aveva superato i limiti. In quel caso il suo giudizio era stato ancora più severo che se si fosse trattato di un estraneo. Essersi comportato male quando tutta la Famiglia era sempre stata buona e gentile , quando lei stessa, Mara, aveva offerto tutto il suo aiuto e la sua disponibilità a questa persona, era veramente imperdonabile. A quel punto lei lo radiava. Zac, un taglio netto e irreversibile. “ Mi potrebbe anche pregare in ginocchio “ diceva “ per me non farà mai più parte della Famiglia”. E non chiamava più né al compleanno né all’onomastico di quel parente. Non metteva da parte per lui (o lei) regalini e non gli offriva ospitalità. E se sapeva che aveva dei problemi, se ne usciva con un “Se l’è meritato. Peggio per lui (o lei)!” di soddisfazione.
Mara aveva visto realizzato quello in cui aveva creduto. Nella sua famiglia le cose erano andate bene.
Con la sua mediazione tutti erano andati d’accordo, quasi tutti matrimoni avevano retto, le condizioni economiche anche se non floride, non erano per nessuno disastrose. Con grande dolore aveva visto morire suo marito e uno dei suoi fratelli, ma si consolava ad ogni bambino che nasceva. La Famiglia era come un solo corpo e quel corpo si accresceva ogni anno di nuovi frutti, nuovi bambini di cui riconoscere, dai primi segni, il carattere, memorizzare il compleanno e l’onomastico per poter far loro gli auguri al momento giusto. Nuovi destinatari dei suoi regalini di Natale.
Era stata, tutto sommato, fortunata. Ma la Fortuna era qualcosa in cui lei non credeva assolutamente al pari della Giustizia divina, dei Tribunali e della Politica.
Lei se l’era meritata quella fortuna. Non si era mai distratta dal suo compito. Pochissimi erano gli Estranei che si erano conquistati la sua fiducia. E se sentiva parlare di qualcuno che non conosceva e che magari aveva bisogno di aiuto, diceva “Poverino mi dispiace ma io che ci posso fare ? Non ce l’ha dei fratelli, dei cugini, una zia? perché non si rivolge a loro? C’è già tanto da fare ad occuparsi della propria famiglia. Siamo tanti. Non posso pensare agli Estranei”
Ormai Mara era diventata anziana, piccola e smagrita: a volte era stanca di caricarsi il peso della Famiglia sulle spalle.
Le sue forze stavano diminuendo e anche le sue certezze vacillavano. Le sembrava che Estranei minacciosi potessero insinuarsi fra lei e i suoi familiari e sconvolgere l’equilibrio che lei aveva creato. I membri stessi della sua Famiglia le apparivano cambiati, non era più così sicura che si trattasse delle stesse persone che aveva conosciuto bambini. Si chiedeva qualche volta chi fossero realmente. Tornavano spesso gli incubi, i fantasmi della sua infanzia infelice, piena di paure e di torti subiti. Si sentiva debole e impotente.
E se quell’isola felice, quella sorta di Arca di Noè su cui aveva imbarcato la sua famiglia, quell’ordine perfetto su cui aveva costruito la sua vita, fossero solo una sua fantasia, senza legami con la realtà?
Eppure quando qualcuno della Famiglia l’andava a trovare nella sua grande casa e lei si sedeva nella sua poltrona preferita, il suo sguardo ritrovava la luminosità di un tempo e mostrava una fiduciosa determinazione… Come una cantilena amava ripetere a chi era difronte a lei, ciò che avrebbe voluto sentirsi dire dal “Padrino: “ Qual è il tuo problema? Dì a me, non ti preoccupare, stai tranquillo, ci penso io .”


Bianca Maria Vaglio ha curato la sceneggiatura di numerosi film e serie tv. Tra i suoi script più popolari: Rossella, Amiche davvero! e Doppio segreto. Per le edizioni Rizzoli First è da poco uscita sotto la sigla Private Room una sua serie di racconti, scaricabili da Internet.


1 commento:

  1. Mi piace che racconti le cose con l'andamento di una vecchia fiaba popolare, o dei fratelli Grimm, o di Perrault ....

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