martedì 10 dicembre 2013

Meno libri più liberi. 43 aforismi sulla saggezza del leggere meno e meglio



Alceste

1. Il ruolo del libro: nessuno. Mettiamoci l'animo in pace, ormai i libri non servono più a niente. Solo a essere venduti.

2. Industria libraria e bibliofilia sono vecchi coniugi che si insultano litigandosi le esigue coperte d'un letto ghiacciato.

3. 60.000 titoli all'anno. 60.000 copule all'anno e pure Charlize Theron viene a noia.

4. Sostituire le mostre librarie con gite turistiche alle biblioteche nazionali. Sono stipate all'inverosimile di novità.

5. Si comincia con una ramazza e si finisce con un delicato pennellino di martora, diceva il grande pittore. Così il bibliofilo: prima accumula, poi discerne, alfine brucia.

6. Il mio sogno: una biblioteca di cinque libri.

7. Liberiamoci dalla scaramanzia del numero. Più libri non ci daranno più libertà, così come più giornali e più televisioni non ci hanno mai dato più informazione.


8. Destino del libro. Di recente un fotografo americano, Clayton Cubitt, ha scattato diverse istantanee di giovani e piacenti signorine intente alla lettura di Walt Whitman. A mano a mano che procedevano nella stessa, le loro espressioni si facevano vieppiù sorridenti, o dolcemente estasiate o disciolte in un piacere sommesso. Apprezzavano forse la fluidità del verso libero? No, avevano un vibratore fra le cosce. L'unico modo per far apprezzare un classico alle giovani generazioni.

9. Le folle dell'EUR. Mandrie da mungere in fretta per riequilibrare i conti pericolanti. Decine di migliaia di metri quadri e non si ha l'onore di scovare una sedia. Cinque scomodissime ore spese a ingozzarsi di granaglie librarie. Il pranzo di Charlie Chaplin in Tempi moderni, insomma.

10. Eraclito: "Uno per me vale diecimila se è il migliore". Fascista!

11. Vendere libri è attentare alla spontaneità della gioventù.

12. Favola. Un giovane autore mi confida le speranze di pubblicazione di un suo romanzo. Una squadraccia della Buoncostume, dietro mia segnalazione, non tarda ad acciuffare il pervertito.

13. Una giovane autrice mi confida le speranze di pubblicazione del suo romanzo. Poi aggiunge, in tono vagamente ennui: certo, ho dei dubbi, a che serve poi farsi ammucchiare fra i tanti ... Speranze.

14. Un'ampolla, che chiameremo Shakespeare, colma per 10/10, è messa in comunicazione con un'altra, che chiameremo Baricco, piena per 2/10. La prima scende a 6/10, la seconda sale allo stesso livello. Il resto lo fa la pubblicità.

15. Il barbuto e supercilioso Tolstoj, impilato e pubblicizzato, assume una faccia da fesso.

16. Gli editori vanno rieducati. Stampino solo opere vecchie di almeno duecento anni. Il passato è ricco di novità. E il diritto d'autore scaduto.

17. Gli organizzatori di premi letterari vanno arrestati dai NAS per sofisticazione culturale.

18. C'è un modo di accarezzare le copertine delle novità che induce al ribrezzo.

19. Sarebbe bene creare finte case editoriali. Un nuovo autore si presenta presso uno di tale specchietti, colmo di speranza. Lo si accoglie con bonomia, quindi si procede alla frantumazione delle dita, come avviene per Eddie Felson ne Lo spaccone.

20. La disperazione negli occhi di persone costrette a comprare novità. Terribile. Non me ne libererò mai.

21. Un tale se ne gira tronfio con dieci novità sotto il braccio. Il destino della nazione è segnato.

22. Ci sono civiltà basate su un solo libro. E non se la passano male.

23. Autori lapponi, canadesi, inglesi, mennoniti, giapponesi, calmucchi, ugandesi, italoamericani, africani di lingua francese, francesi del Belgio, ispanici, cechi, bogomili, patagonici, russofoni. Finalmente la torre di Babele parla una sola lingua: quella dell'inutilità.

24. Brevi divertimenti: il contorcersi dei presentatori di libri: parlare bene, a qualsiasi costo, di libri che non si apprezzano, che non si è letti né mai si leggerà o che si dimenticano appena il presunto grande autore gira le spalle.

25. L'humus dell'autore attuale: superficialità metropolitana, poco vita, ignoranza del passato, vanità, mancanza di calli alle mani.

26. La minaccia gialla: se un miliardo e mezzo di cinesi sente improvvisa la voglia di pubblicare gli scipiti moti del proprio cuore, la vegetazione del pianeta è spacciata.

27. La comunità dei lettori italiani coincide con gli organizzatori di eventi culturali sulla lettura.

28. Aveva ragione Elémire Zolla: come la carpa centenaria si irrobustisce e gode nel girare attorno alla pietra centrale d'un laghetto, così noi prendiamo vigore dal meditare assiduamente, come monaci claustrali, il monumento della classicità.

29. Persuadere un italiano a comprare un nuovo libro è tentata circonvenzione d'incapace.

30. Una nazione che edita più di cinque nuovi libri all'anno si condanna all'analfabetismo.

31. Le mostre librarie convincono chi è già convinto. Come le adunate oceaniche della sinistra, minoranza schiacciante da un secolo.

32. Chi non legge non si farà convincere da 60.000 titoli all'anno. Anzi, maturerà del libro un terrore abietto.

33. Chi regala libri istiga alla prostituzione.

34. Cautela nel leggere il nuovo: la mediocrità è incancellabile.

35. Le letture onnivore ottundono il gusto, sformano i lineamenti in una smorfia viziosa, annegano il discernimento.

36. I premi letterari confortano i non lettori della giustezza della propria incultura.

37. Ho aspettato mezzo secolo di vita per scoprire un capolavoro, Il viaggio sotterraneo di Niels Klim, del settecentesco danese Ludvig Holberg. Fuori catalogo, ovvio; in tutta Roma ne esistono tre copie pubbliche.

38. Leggere un nuovo libro significa infilare la mano in una cesta di serpenti e sperare di estrarne un'anguilla (riadattato da Schopenhauer).

39. Pubblicare nuovi autori equivale allo sversamento di scorie radioattive in un giardino d'infanzia.

40. "Qual è il suo mondo di passioni ... il suo autore di riferimento ... la poetica ... il rapporto con la casa editrice ...": un'intervista di presentazione renderebbe idiota pure Niccolò Machiavelli.

41. Un bibliofilo non sceglie: annusa.

42. La richiesta di pubblicazione andrebbe messa in ballottaggio con la vita dell'autore.

43. Un brutto libro si riconosce subito: cercano di vendertelo.

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