giovedì 16 gennaio 2014

Vade/Mecum a Monteverde - Escher e il pavimento perduto


Via Poerio 122 già residenza
di Maurits Cornelis Escher
Raethia Corsini

In via Poerio al numero 122 c’è una villa, una delle tante d’epoca, un gioiello d’inizio ‘900 che ancora impreziosisce il quartiere di Monteverde, almeno la parte vecchia, con un’architettura elegante e sobria, l'ornato intorno alle finestre e la vista a valle sul resto di Roma. È di proprietà privata, ma in qualche modo di interesse pubblico: fu, negli anni Trenta, residenza di Maurits Cornelis Escher, il visionario incisore e grafico olandese, che si trasferì nella capitale nel 1923. Approdò in città dopo aver girato per un anno, prima in Spagna, poi lungo la nostra penisola: Firenze, Siena, Ravello località, quest’ultima, che gli portò in dono la sua sposa, Jetta Umiker, una ragazza svizzera con la quale l’incisore olandese ebbe due figli, nati proprio a Monteverde, nella villa al 122 di via Poerio. Qui, la famiglia Escher visse fino al 1935, quando lasciò Roma e l’Italia a causa della dittatura fascista sempre più lesiva dei diritti, in specie degli stranieri. Nell’andarsene (prima in Svizzera poi in Belgio e infine in Olanda), l’artista lasciò nella sua residenza di via Poerio un’impronta di grandi dimensioni: un pavimento. Lo aveva disegnato lui e fatto realizzare da alcuni artigiani per arredare il suo studio nella torretta di via Poerio, forse lo stesso ambiente che compare riflesso nell'opera Tre sfere, come si accenna in un articolo del Corriere della sera del 2004, nel quale si legge anche: «per chi l'ha visto era un bel pavimento di marmo con un intreccio escheriano di linee rosse e verdi. Il pavimento c' era ancora una decina di anni fa (nel 1994, nda). Poi il piccolo appartamento è stato ristrutturato e sull' impiantito è stato collocato un parquet. La proprietaria, comunque, a conoscenza della paternità del pavimento tolto, l' ha fatto smontare da un restauratore che secondo quanto riferito dalla famiglia ce l' ha attualmente in custodia».

Tre sfere, particolare - 1945
Quel pavimento-opera d’arte, quindi, pare sia rimasto nella villa fino a metà degli anni Novanta per poi essere smontato. Proviamo a immaginare che cosa potevano essere quelle lastre di marmo concepite secondo le distorsioni geometriche di Escher, che hanno caratterizzato la sua intera opera portandogli il plauso di scienziati e matematici, affascinati dall’ordine delle sue forme, e l’apprezzamento di chi ama abbandonarsi a una visione doppia, ambigua, infinita del mondo, apprezzando l’ironico inganno intrinseco al lavoro stesso dell’artista (“Il disegno è illusione: suggerisce tre dimensioni sebbene sulla carta ce ne siano solo due”).  Ora, tornando all’impiantito della villa di via Poerio, la domanda è ovvia quanto necessaria: che fine ha fatto? Sì certo, la domanda è retorica e, d’accordo, magari non sarà stata l’opera più significativa dell’incisore e grafico olandese, né probabilmente riportava disegni così intriganti da essere riprodotti su francobolli, scatole, cartoline, fumetti, poster e copertine di dischi di pop star, com’è ampiamente avvenuto con molte sue opere. Però non lo sapremo finché non ci sarà possibile vedere almeno una mattonella di quel pavimento, il cui valore sta anche nell’essere intriso di quotidianità, in quanto “calpestato” dalla famiglia Escher. Ecco, a questo penso tutte le volte che passo davanti al 122 di via Poerio e spero di vedere, un giorno, un pezzo, una scheggia di quell’impiantito in una mostra dedicata all’autore. In una rassegna tipo quella in corso a Reggio Emilia: una grande retrospettiva che s’intitola L’enigma Escher . Pare, però, che neanche questa volta vi siano esposti resti di pavimenti. 

Sull'artista



Suggerimento di lettura: 
Lo specchio magico di M. C. Escher - Bruno Ernst - Taschen Ed. 



Buccia, 1945

Mani che disegnano, 1948

Relatività, 1953








4 commenti:

  1. ora nella mostra dedicata a Escher a Palazzo Reale di Milano, 4 mattonelle del pavimento di via Poerio ci sono assieme ad altre bellissime opere di questo artista geniale.

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  2. Mah, se Escher avesse conosciuto la Roma di ora al posto dei mosaici avrebbe messo la merda, i cinghiali e le buche ahaha madonna ve meritate de vive a Roma!

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