La buona musica sana la mente e, di conseguenza, aiuta il corpo. Ci viene in aiuto nei "passaggi", per trasportarci da un luogo all'altro, fisico e mentale. O, più semplicemente, per traghettarci dalla domenica al lunedì. È proprio questo che tentiamo qui, avviando un nuovo appuntamento domenicale. I brani li sceglie per noi Leonardo Castellucci, fine conoscitore di musica, giornalista, scrittore, oggi direttore editoriale di Cinquesensi Editore. A corredo della scelta musicale, una sua breve nota e alcuni suggerimenti di lettura. Buon ascolto.
J.S. BACH. Partite 1-2-3.(BWV 825-826-827)
al piano, Glenn GouldJ.S. BACH. Partite 1-2-3.(BWV 825-826-827)
Quando, raramente, Glenn Gould applicherà la personale misura sonora a Mozart, Beethoven, Chopin e perfino ad alcuni compositori moderni come Hindemith, diventerà un pianista strano, comunque discutibile, confermando il proprio limite e la propria missione. Quella di essere l’esegeta di Bach, il suo dolce ‘carnefice’. (Leonardo Castellucci)
Letture suggerite
Glenn Gould, L’emozione del suono. Lettere 1956-1982, a cura di John P. L. Roberts e Ghyslaine Guertin, trad. Luciana Coppini, Rosellina Archinto editore, Milano 2006
Michel Schneider Glenn Gould: piano solo, trad. Sergio Toffetti, Einaudi, Torino 1989
Kevin Bazzana, Mirabilmente singolare, racconto della vita di Glenn Gould, trad. Silvia Nono,Edizioni e/o, Roma 2004
Jonathan Cott, Conversazioni con Glenn Gould, trad. Marco Gioannini, Ubulibri, Milano 1989; EDT, Torino 2009
Monteverdelegge ha scelto, inoltre, il seguente stralcio da un articolo di Leonardo Castellucci pubblicato sul settimanale Panorama nel 2012.
[...] Quel suo strano modo di suonare, quello staccare ogni nota, quasi volesse tentare di traghettare l’anima di un clavicembalo in quella di un pianoforte, quella volontaria rinuncia a legare le note, quasi fossero tanti suoni isolati che si susseguono come in un infinito scorrere, senza sottolineature, senza variazioni timbriche,
senza quel pathos cui tutti erano abituati, affascinano molti e disorientano altrettanti. Gould incurante, forse addirittura soddisfatto di «risvegliare il seriale torpore di certi esecutori», non dà peso alle critiche negative, spesso anche feroci, e non per arroganza giovanile ma perché è dentro un suo tempo, dentro un suono suo, che segue con l’umiltà, l’ossessione e la vocazione di un predestinato [...].
[...] Quel suo strano modo di suonare, quello staccare ogni nota, quasi volesse tentare di traghettare l’anima di un clavicembalo in quella di un pianoforte, quella volontaria rinuncia a legare le note, quasi fossero tanti suoni isolati che si susseguono come in un infinito scorrere, senza sottolineature, senza variazioni timbriche,
senza quel pathos cui tutti erano abituati, affascinano molti e disorientano altrettanti. Gould incurante, forse addirittura soddisfatto di «risvegliare il seriale torpore di certi esecutori», non dà peso alle critiche negative, spesso anche feroci, e non per arroganza giovanile ma perché è dentro un suo tempo, dentro un suono suo, che segue con l’umiltà, l’ossessione e la vocazione di un predestinato [...].
Glenn Gould, 1961 foto: ©Don Hunstein |
Glenn Gould, L’emozione del suono. Lettere 1956-1982, a cura di John P. L. Roberts e Ghyslaine Guertin, trad. Luciana Coppini, Rosellina Archinto editore, Milano 2006
Michel Schneider Glenn Gould: piano solo, trad. Sergio Toffetti, Einaudi, Torino 1989
Kevin Bazzana, Mirabilmente singolare, racconto della vita di Glenn Gould, trad. Silvia Nono,Edizioni e/o, Roma 2004
suggerirei anche (per uno sguardo di sguincio) Il soccombente, di Th. Bernhard
RispondiEliminaah ah, si vede che sei lontana: Il soccombente è stato il nostro libro di novembre e ha scatenato un putiferio!
RispondiEliminasì, marta, ci avevamo pensato a indicarlo, ma proprio perché è già stato segnalato (e discusso) nel gruppo di lettura abbiamo ritenuto opportuno segnalare qualcosa di diverso. grazie comunque! :-)
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