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domenica 15 giugno 2014

Le note di Leo/L'ultimo concerto greco

Un appuntamento con la musica, per traghettarci dalla domenica al lunedì.
Leonardo Castellucci* e Raethia Corsini

Dopo quasi un mese di silenzio, riprendiamo per qualche puntata ancora queste note della domenica per un tributo a un Paese, la Grecia. Un anno fa chiudeva i battenti l'Orchestra Nazionale Greca. Come se chiudesse l'orchestra della Scala di Milano o dell'Opera di Roma (che pure non sono messe benissimo, specie la seconda).

In Grecia però non è un'ipotesi ma realtà. È accaduto vicino, vicinissimo a noi in un Paese nel quale noi fondiamo le radici culturali. Un Paese del quale pare ci si sia dimenticati, come se avessimo paura di guardare il baratro nel quale avremmo potuto tutti cadere. Della Grecia ci sono arrivate notizie convulse all'inizio della crisi, sottoforma di spauracchio di come avremmo potuto "finire" anche noi. Noi. Ma no dai, noi no: abbiamo raggiunto una certa cultura, una certa economia, tante conquiste sociali sono ormai acquisite. Erano acquisite anche in Grecia. Non c’è nulla che si può dare per scontato. Mai. E pare proprio questo il significato delle lacrime di una delle musiciste dell'Orchestra nazionale Greca, chiusa un anno fa per mancanza di fondi. Leo ci propone l'ultimo concerto, e accompagna la sua proposta con questa riflessione: «In uno stato di commozione profonda i primi due violini suonano e piangono, gli altri orchestrali anche. Evviva la musica che aiuta a guarire, a capire e che non ci abbandona mai anche quando la vita sembra chiudersi». 

Il brano eseguito è la Variazione IX (adagio) dalle Enigma Variations (un titolo eloquente per la circostanza). La musica fu composta da Edward William Elgar, che  pare scrisse ispirandosi ai suoi amici: "to my friends pictured within".

Noi la dedichiamo al popolo greco, che è nostro amico. E le liste politiche non c'entrano. 



*Leonardo Castellucci, fine conoscitore di musica, giornalista, scrittore, oggi direttore editoriale di Cinquesensi Editore.

domenica 23 marzo 2014

Le note di Leo/ Il Dio vanaglorioso di G. F. Handel

Un appuntamento con la musica, per traghettarci dalla domenica al lunedì.

Il Re Giorgio II alla battaglia di Dettingen
Leonardo Castellucci*

Il Dio di Bach è inconoscibile, ricercato da un inquietudine umana sottomessa e dovota, sentito come presente ma, nonostante l'intermediazione del Cristo, troppo altro per essere compreso nel suo mistero. Un Dio/uomo di cui si intuisce lo strazio della crocifissione nella Passione secondo Matteo e un Dio/Infinito cui rendere omaggio per visione spirituale nelle sue bellissime cantate e nei suoi Gloria. 

Quello di Handel è invece un Dio che tuona come un generale al comando delle sue truppe, che si mostra al balcone come un Re orgoglioso davanti al suo popolo acclamante, che sfila in testa a un corteo di sudditi devoti, che romba la sua forza con lo stridore delle armi, che monta sul carro del sole per salire verso un eterno, imperituro riconoscimento. Un Dio vanaglorioso che Handel usa come specchio per riflettere l'immagine di un Re. Nello specifico il Re d'Inghilterra per cui il musicista lavorò per molti anni.

Un Dio che, in questa musica solenne e bellissima, è assente. 


G. F. Handel
The Dettingen Te Deum in Tre maggiore HWV 283 




*Leonardo Castellucci, fine conoscitore di musica, giornalista, scrittore, oggi direttore editoriale di Cinquesensi Editore.

domenica 9 marzo 2014

Le note di Leo/J.S Bach, il rock e la (vera) soluzione al quiz sull'intervallo

Un appuntamento con la musica, per traghettarci dalla domenica al lunedì.

Leonardo Castellucci*

Quella di Bach è una musica aperta in forme musicali che per loro natura devono avere un inizio e una fine. Forme chiuse. Eppure il più grande cercatore di possibilità sonore che sia venuto al mondo ha sempre lasciato, soprattutto nei suoi pezzi solo strumentali, la sensazione che il brano avrebbe potuto continuare all'infinito. Per questa sua natura la musica di Bach è stata da sempre presa come spunto dai jazzisti che hanno trovato in essa un'affinità, quasi una parentela.
Ma a ben vedere o meglio ascoltare Bach, nella sua immensa produzione, ha intuito e suggerito altre forme musicali, come in questo Preludio dalla Suite n.6 in cui l'attacco è degno di una star del Rock più verace.


J.S.BACH. SUITE n.6 in Re maggiore,BWV 1012. Preludio 
Al violoncello: Mstislav Rostropovich 




Qui di seguito, infine, la vera soluzione al quiz di due domeniche fa: Paradisi-Haendel e l'Intervallo Rai

domenica 12 gennaio 2014

Le note di Leo. Glenn Gould l'esegeta di Bach

La buona musica sana la mente e, di conseguenza, aiuta il corpo. Ci viene in aiuto nei "passaggi", per trasportarci da un luogo all'altro, fisico e mentale. O, più semplicemente, per traghettarci dalla domenica al lunedì. È proprio questo che tentiamo qui, avviando un nuovo appuntamento domenicale. I brani li sceglie per noi Leonardo Castellucci, fine conoscitore di musica, giornalista, scrittore, oggi direttore editoriale di Cinquesensi Editore. A corredo della scelta musicale, una sua breve nota e alcuni suggerimenti di lettura. Buon ascolto.

J.S. BACH. Partite 1-2-3.(BWV 825-826-827)
al piano, Glenn Gould

Quando, raramente, Glenn Gould applicherà la personale misura sonora a Mozart, Beethoven, Chopin e perfino ad alcuni compositori moderni come Hindemith, diventerà un pianista strano, comunque discutibile, confermando il proprio limite e la propria missione. Quella di essere l’esegeta di Bach, il suo dolce ‘carnefice’. (Leonardo Castellucci)




Monteverdelegge ha scelto, inoltre, il seguente stralcio da un articolo di Leonardo Castellucci pubblicato sul settimanale Panorama nel 2012.

[...] Quel suo strano modo di suonare, quello staccare ogni nota, quasi volesse tentare di traghettare l’anima di un clavicembalo in quella di un pianoforte, quella volontaria rinuncia a legare le note, quasi fossero tanti suoni isolati che si susseguono come in un infinito scorrere, senza sottolineature, senza variazioni timbriche, 
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