G. Luca Chiovelli
I FLIPPER.
Il giorno del diluvio, 31 gennaio 2014, impossibilitato a guadare la via di Boccea (l'ex Via Cornelia della Repubblica Romana), mi rifugiai presso il centro commerciale Panorama che, come un castello signorile del Basso Medioevo, domina la strada stessa.
Qui, in un cantuccio riservato ai giochi d'azzardo, individuai dei reperti entusiasmanti. Nientemeno che tre flipper d'annata. Il costo/partita era di 50 centesimi, a fronte delle cinquanta lire di quarant'anni fa (una rivalutazione del 1900%, se non erro), ma il fascino restava intatto. I bersagli da abbattere, le buche che rimandano la palla, gli avvallamenti traditori, le combinazioni che accendono gli specials, il suono caratteristico dei respingenti, l'impazzimento delle luci, lo schiocco improvviso che segnala i bonus ... E soprattutto la maestria erotica da applicare alla partita: gli scossoni leggeri per deviare a nostro vantaggio le traiettorie, i colpi secchi da coitus more ferarum per ammaestrare la pallina verso anditi lucrosi, il dolcissimo dosaggio dell'espulsore ....
I flipper furono reputati giochi d'azzardo per anni. Si trovano, assieme a slot machines e gratta e vinci nel posto giusto. Alcune frange minoritarie del PCI (il partito, non il computer) ritenevano d'azzardo anche la televisione a colori: oggi di queste cose si può ridere (e si ride del flipper come perdizione), ma chissà, forse avevano ragione loro, visto che gli innocui flipper campeggiano accanto ai moderni strumenti del vizio pubblico: le sublimazioni del videopoker, ribattezzate in modi diversi per aggirare leggi complici e per pelare i gonzi di qualche centone ulteriore.
I flipper, la nostalgia .... un empito comune e irresistibile fra gli ultraquarantenni d’oggi ... Massimo Dapporto e la pubblicità della lira .... gli sceneggiati degli anni settanta ... le riesumazioni Rai ... il feticismo del pop-rock d’antan ... gli infiniti spettacoli da sagra paesana in cui I Watussi e Tintarella di luna spopolano ... quando c'era lui caro lei ... le balere … I giovani, invece, immersi in un eterno presente, loro non rimpiangono nulla: non per l'ovvia spiegazione che non c'erano e non hanno fatto in tempo a provare rimpianti e rimorsi .... a loro basta l'oggi … istupiditi, senza speranza …
Ma agli italianuzzi above 40, che hanno ancora un passato, a vedere queste cose si molce il corazón ... e perché accade?
Il giorno del diluvio, 31 gennaio 2014, impossibilitato a guadare la via di Boccea (l'ex Via Cornelia della Repubblica Romana), mi rifugiai presso il centro commerciale Panorama che, come un castello signorile del Basso Medioevo, domina la strada stessa.
Qui, in un cantuccio riservato ai giochi d'azzardo, individuai dei reperti entusiasmanti. Nientemeno che tre flipper d'annata. Il costo/partita era di 50 centesimi, a fronte delle cinquanta lire di quarant'anni fa (una rivalutazione del 1900%, se non erro), ma il fascino restava intatto. I bersagli da abbattere, le buche che rimandano la palla, gli avvallamenti traditori, le combinazioni che accendono gli specials, il suono caratteristico dei respingenti, l'impazzimento delle luci, lo schiocco improvviso che segnala i bonus ... E soprattutto la maestria erotica da applicare alla partita: gli scossoni leggeri per deviare a nostro vantaggio le traiettorie, i colpi secchi da coitus more ferarum per ammaestrare la pallina verso anditi lucrosi, il dolcissimo dosaggio dell'espulsore ....
I flipper furono reputati giochi d'azzardo per anni. Si trovano, assieme a slot machines e gratta e vinci nel posto giusto. Alcune frange minoritarie del PCI (il partito, non il computer) ritenevano d'azzardo anche la televisione a colori: oggi di queste cose si può ridere (e si ride del flipper come perdizione), ma chissà, forse avevano ragione loro, visto che gli innocui flipper campeggiano accanto ai moderni strumenti del vizio pubblico: le sublimazioni del videopoker, ribattezzate in modi diversi per aggirare leggi complici e per pelare i gonzi di qualche centone ulteriore.
I flipper, la nostalgia .... un empito comune e irresistibile fra gli ultraquarantenni d’oggi ... Massimo Dapporto e la pubblicità della lira .... gli sceneggiati degli anni settanta ... le riesumazioni Rai ... il feticismo del pop-rock d’antan ... gli infiniti spettacoli da sagra paesana in cui I Watussi e Tintarella di luna spopolano ... quando c'era lui caro lei ... le balere … I giovani, invece, immersi in un eterno presente, loro non rimpiangono nulla: non per l'ovvia spiegazione che non c'erano e non hanno fatto in tempo a provare rimpianti e rimorsi .... a loro basta l'oggi … istupiditi, senza speranza …
Ma agli italianuzzi above 40, che hanno ancora un passato, a vedere queste cose si molce il corazón ... e perché accade?
SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO.
L'italiano antimodernista. Populista, forzista, fascista storico, veterocattolico. Il nerbo essenziale dell’Italia: ha tenuto in piedi il paese per decenni. Oggi invisibile, ignorato, deriso, ma decisivo. È quello che guida con il braccio di fuori, non fa gli scontrini; è autoritario, provinciale, ignorante ma dalla sapienza profonda; maldicente, ipocrita; guareschiano e, perciò, alla fine, pure veterocattocomunista; son pepponiano-addà-venì Baffone, ma intanto pitturo i pupi del presepe insieme a Don Camillo ... tutta una risma … Stalin e De Gasperi … l’Italiano ministeriale o bottegaio che munge o frega lo Stato babbeo, le sagre di paese, le Feste dell'Unità, i battesimi, i matrimoni, il catechismo, le balere, le spiagge libere, i panini con la frittata, la Seicento, il resto da dieci lire, l’Idrolitina, la radio a tracolla … l’Italiano insondabile, invisibile ai sondaggi, ma che vota in massa … l’Italiano rovinato dalla modernità, ma ancora vivo sotto la superficie, un animale secolare e possente … chissà che non si svegli prima o poi … dateci Baffone o il Mascellone o Berlusconi, ma che decida in fretta: vogliamo fare come abbiamo sempre fatto, vogliamo vivere … si stava meglio quando si stava peggio … hai voglia a scrutare le statistiche … e la sinistra degli ultimi vent’anni a non capacitarsi: ma come? Fino alle elezioni, nei sondaggi, stravincevamo, e poi … eccoli lì, increduli … le facce decotte ... ma come, ci siamo allargati al centro, abbiamo concesso tutto … ma l'italiano si-stava-meglio-quando-si-stava-peggio ha votato ... e in massa: contro, però … ma perché, si interrogano i compagni fessi ... e così via, sino alla prossima elezione … ma, dico io, cari sinistri, li capirete mai gli Italiani, questo popolo incredibile con tremila anni di storia nelle vene ... li capirete mai ... il cuore invisibile e oscuro dell’Italia, l’essenza stessa della Patria.
L'italiano antimodernista. Populista, forzista, fascista storico, veterocattolico. Il nerbo essenziale dell’Italia: ha tenuto in piedi il paese per decenni. Oggi invisibile, ignorato, deriso, ma decisivo. È quello che guida con il braccio di fuori, non fa gli scontrini; è autoritario, provinciale, ignorante ma dalla sapienza profonda; maldicente, ipocrita; guareschiano e, perciò, alla fine, pure veterocattocomunista; son pepponiano-addà-venì Baffone, ma intanto pitturo i pupi del presepe insieme a Don Camillo ... tutta una risma … Stalin e De Gasperi … l’Italiano ministeriale o bottegaio che munge o frega lo Stato babbeo, le sagre di paese, le Feste dell'Unità, i battesimi, i matrimoni, il catechismo, le balere, le spiagge libere, i panini con la frittata, la Seicento, il resto da dieci lire, l’Idrolitina, la radio a tracolla … l’Italiano insondabile, invisibile ai sondaggi, ma che vota in massa … l’Italiano rovinato dalla modernità, ma ancora vivo sotto la superficie, un animale secolare e possente … chissà che non si svegli prima o poi … dateci Baffone o il Mascellone o Berlusconi, ma che decida in fretta: vogliamo fare come abbiamo sempre fatto, vogliamo vivere … si stava meglio quando si stava peggio … hai voglia a scrutare le statistiche … e la sinistra degli ultimi vent’anni a non capacitarsi: ma come? Fino alle elezioni, nei sondaggi, stravincevamo, e poi … eccoli lì, increduli … le facce decotte ... ma come, ci siamo allargati al centro, abbiamo concesso tutto … ma l'italiano si-stava-meglio-quando-si-stava-peggio ha votato ... e in massa: contro, però … ma perché, si interrogano i compagni fessi ... e così via, sino alla prossima elezione … ma, dico io, cari sinistri, li capirete mai gli Italiani, questo popolo incredibile con tremila anni di storia nelle vene ... li capirete mai ... il cuore invisibile e oscuro dell’Italia, l’essenza stessa della Patria.
SI STAVA PEGGIO QUANDO SI STAVA PEGGIO.
Anti-antimodernisti. Renziani, pascaliani, montiani, tecnocrati, europeisti, neocapitalisti, kennedyani, bushian-obamiani, radicali, sinistri assortiti, occidentalisti. Il centro-centro-sinistra all’avanguardia. Credono nella forza del progresso e in una linea retta che ascende verso l'alto come in un diagramma disegnato da Pollyanna. Certo, momentaneamente le cose sembrano andar male, dicono, però, a ben guardare, se non ci si lascia stornare da moralità soggettive e ingannevoli, stiamo facendo passi da gigante ... La mortalità infantile crolla, sempre più persone accedono a una migliore istruzione, escono dalla miseria, sulle televisioni si discetta di cibo (cibo abbondante), si insegna storia nell’arte nelle scuole di ogni ordine e grado. Una Bengodi. Le persone sono più alte, più belle, hanno tanto tempo libero e, come dire, possono permettersi un uso ragionevole e pieno di buonsenso di questo immane free time. Serendipity. Va già meglio. Lasciamo fare alla scienza, ai politici più accorti, moderni, ai programmatori, agli agronomi e gettiamo alle ortiche questi cacadubbi medioevali e fascisti ... la parola d’ordine viene dalla tecnologia, e dal sol dell’avvenire che spunta dietro il monte Ararat dell'Utopia Occidentale... Nella scena di Ecce Bombo il gruppetto di fessacchiotti alternativi dice: andiamo a vedere l’alba! E puntano gli occhi verso l’Occidente … una metafora storica eccezionale e forse involontaria … la nuova sinistra guarda all’Occidente, al nuovo capitalismo americano, alla democrazia … so’ democratici quelli … ma l’Italia ha sempre scambiato fluidi vitali con l’Oriente … Grecia, Turchia, Arabia, Cina, Russia … Marco Polo: il Catai, la Siria, la Persia, la Turchia … e poi la parola d’ordine dei si-stava-peggio-quando-si-stava-peggio: le riforme. Bisogna riformare tutto: il lavoro, la sanità, la scuola, l’amministrazione, l’agricoltura … finora tutto andava bene, ma ci sbagliavamo … occorre aprirsi alla modernità, alla tecnologia, alle interconnessioni digitali, alla globalizzazione, ai mercati interbancari, alle privatizzazioni ... occorre spazzare via l’Italia antica e retriva … le riforme … senza le riforme dove andiamo … e i diritti civili? Diritti civili per tutti, libertà, riforme, diritti per tutti … cani, pesci rossi, donne, immigrati … Unicef, Fao, Onu … il tre per due dei diritti universali … e l’Europa, poffarbacco, ce lo chiede l’Europa, il sogno europeo, la libera circolazione europea delle merci, degli uomini, dei lavoratori europei, l’Euro …
SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO.
Una conventicola che coincide con il sottoscritto. Essa ragiona: se tanti Italiani medi sentono i brividi della nostalgia e si commuovono di fronte ai flipper e alle Fiat 500, ovvero di fronte a quell'Italia piccina e strapaesana, ci sarà pur un motivo. Che dire? Quella nazione che, alla fine dei Settanta (nel 1979, precisamente), insidiava, in Europa, il primato della Germania ed era stabile quale quinta o sesta potenza industriale del mondo. Proprio quell'Italia lì, delle nonne, dei Watussi, dei baretti, la provincia millenaria, atavica … l’Italia del delitto d'onore, del terrorismo, della mafia. Di cui ricordo gli afrori, pesanti e precisi: i mobili lucidati, l'olio fritto, il fumo pesante delle sigarette senza filtro, il legno delle matite temperate, il cambio di stagione annunciato dal profumo persistente dei tigli lungo la via ... Ricordo anche il crocchiare del pane ... la minuscola ricevuta delle bollette ... Sì, i rapporti rari e laschi con l'autorità statale ... poste, delegazioni, carabinieri … con le banche ... I miei genitori sono arrivati a Roma nel 1967. Nei primi anni Ottanta decisi di riordinare tutte le loro scartoffie (telefono luce gas canone condominio rate per acquisto di elettrodomestici telegrammi di congratulazione per il matrimonio): quattordici anni di burocrazia entravano in una scatola da scarpe ... Due anni fa, 2012, decisi di cambiare assicurazione auto... Un affaraccio garantitomi da MPS, nientemeno … mi arrivò un faldone da chili 3,20 ... esatti, misurati col bilancino della farina ...
Già qualcuno alza la mano: ma cosa c'entra, caro Lei, questa tirata gozzaniana con lo stato delle cose?
Anti-antimodernisti. Renziani, pascaliani, montiani, tecnocrati, europeisti, neocapitalisti, kennedyani, bushian-obamiani, radicali, sinistri assortiti, occidentalisti. Il centro-centro-sinistra all’avanguardia. Credono nella forza del progresso e in una linea retta che ascende verso l'alto come in un diagramma disegnato da Pollyanna. Certo, momentaneamente le cose sembrano andar male, dicono, però, a ben guardare, se non ci si lascia stornare da moralità soggettive e ingannevoli, stiamo facendo passi da gigante ... La mortalità infantile crolla, sempre più persone accedono a una migliore istruzione, escono dalla miseria, sulle televisioni si discetta di cibo (cibo abbondante), si insegna storia nell’arte nelle scuole di ogni ordine e grado. Una Bengodi. Le persone sono più alte, più belle, hanno tanto tempo libero e, come dire, possono permettersi un uso ragionevole e pieno di buonsenso di questo immane free time. Serendipity. Va già meglio. Lasciamo fare alla scienza, ai politici più accorti, moderni, ai programmatori, agli agronomi e gettiamo alle ortiche questi cacadubbi medioevali e fascisti ... la parola d’ordine viene dalla tecnologia, e dal sol dell’avvenire che spunta dietro il monte Ararat dell'Utopia Occidentale... Nella scena di Ecce Bombo il gruppetto di fessacchiotti alternativi dice: andiamo a vedere l’alba! E puntano gli occhi verso l’Occidente … una metafora storica eccezionale e forse involontaria … la nuova sinistra guarda all’Occidente, al nuovo capitalismo americano, alla democrazia … so’ democratici quelli … ma l’Italia ha sempre scambiato fluidi vitali con l’Oriente … Grecia, Turchia, Arabia, Cina, Russia … Marco Polo: il Catai, la Siria, la Persia, la Turchia … e poi la parola d’ordine dei si-stava-peggio-quando-si-stava-peggio: le riforme. Bisogna riformare tutto: il lavoro, la sanità, la scuola, l’amministrazione, l’agricoltura … finora tutto andava bene, ma ci sbagliavamo … occorre aprirsi alla modernità, alla tecnologia, alle interconnessioni digitali, alla globalizzazione, ai mercati interbancari, alle privatizzazioni ... occorre spazzare via l’Italia antica e retriva … le riforme … senza le riforme dove andiamo … e i diritti civili? Diritti civili per tutti, libertà, riforme, diritti per tutti … cani, pesci rossi, donne, immigrati … Unicef, Fao, Onu … il tre per due dei diritti universali … e l’Europa, poffarbacco, ce lo chiede l’Europa, il sogno europeo, la libera circolazione europea delle merci, degli uomini, dei lavoratori europei, l’Euro …
SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA MEGLIO.
Una conventicola che coincide con il sottoscritto. Essa ragiona: se tanti Italiani medi sentono i brividi della nostalgia e si commuovono di fronte ai flipper e alle Fiat 500, ovvero di fronte a quell'Italia piccina e strapaesana, ci sarà pur un motivo. Che dire? Quella nazione che, alla fine dei Settanta (nel 1979, precisamente), insidiava, in Europa, il primato della Germania ed era stabile quale quinta o sesta potenza industriale del mondo. Proprio quell'Italia lì, delle nonne, dei Watussi, dei baretti, la provincia millenaria, atavica … l’Italia del delitto d'onore, del terrorismo, della mafia. Di cui ricordo gli afrori, pesanti e precisi: i mobili lucidati, l'olio fritto, il fumo pesante delle sigarette senza filtro, il legno delle matite temperate, il cambio di stagione annunciato dal profumo persistente dei tigli lungo la via ... Ricordo anche il crocchiare del pane ... la minuscola ricevuta delle bollette ... Sì, i rapporti rari e laschi con l'autorità statale ... poste, delegazioni, carabinieri … con le banche ... I miei genitori sono arrivati a Roma nel 1967. Nei primi anni Ottanta decisi di riordinare tutte le loro scartoffie (telefono luce gas canone condominio rate per acquisto di elettrodomestici telegrammi di congratulazione per il matrimonio): quattordici anni di burocrazia entravano in una scatola da scarpe ... Due anni fa, 2012, decisi di cambiare assicurazione auto... Un affaraccio garantitomi da MPS, nientemeno … mi arrivò un faldone da chili 3,20 ... esatti, misurati col bilancino della farina ...
Già qualcuno alza la mano: ma cosa c'entra, caro Lei, questa tirata gozzaniana con lo stato delle cose?
Ci vuol tanto a capirlo? Questo esige la maggioranza degli italiani, a questo aspira ... Tutti noi abbiamo un paradiso da riconquistare, uno stato d'innocenza storico. Gli italiani rivogliono indietro quell'Italia lì, altro che riforme. Che equivoco credere al progressismo italico ... ma quale progressismo ... rivogliono gli anni felici ... invece i gonzi credono di sfondare parlando di riforme ... di cambiamento ... ma gli italiani sono allergici al cambiamento ... e hanno pure ragione: se qualcosa cambia è per peggiorarla, essi pensano ... e pensano bene … le magnifiche sorti progressive dell'Europa e del mondo tutto non s'hanno da fermare, ma lo pensano i burocrati, mica l'italiano profondo: quello, quando sente aria di riforme, mette mano alla Luger d’ordinanza … Berlusconi e Grillo, due che si mangiano a colazione tutti i capipartito della sinistra degli ultimi trent’anni, lo sanno bene, anzi benissimo … e i babbei a dargli dei fascisti e populisti …
E non ci cadono solo i militanti sinistri o quel che ne resta … pure gli intellettuali. A frotte. Ecco Mario Tronti: “Il miserabilismo delle attuali classi dirigenti e dominanti … come è possibile che salga di qualità un progetto e un ceto politico alternativo quando per vent’anni ti devi misurare con un Berlusconi che appena mostra di cadere … non è che viene fuori Rathenau … viene fuori Grillo …”. Il solito disprezzo per la realtà … la realtà non ci piace e allora la schifiamo … la realtà come nemico … cinquanta milioni di anime come nemico … ma cinquanta milioni di italiani che non la pensano come te non sono uno sbaglio, ma una dichiarazione tremenda … e che c’è di tremendo? La certezza che OGGI abbia ragione quell’Italia lì … retriva, brutta, misoneista, ignorante, ma con l’istinto infallibile … e comunque: perché esce Grillo e perché Berlusconi che è sempre lì per cadere non cade mai? Perché essi sono sintomi, epifenomeni da studiare con attenzione, escrescenze politiche di un sentire secolare e invincibile che la sinistra non riesce più ad intercettare …
Come si definisce oggi la sinistra? Con cose di sinistra … i diritti civili … l’ecumenismo europeo … il femminismo … l’animalismo … vedo gente faccio cose … ma la sinistra è in basso, non a sinistra … in BASSO … salario lavoro scuola casa, il pane senza cui le rose appassiscono … l’esigenza base soddisfatta quando c’erano i flipper … nostalgia canaglia … invece ora abbiamo la sinistra riformista … universale … la sinistra apolide, la sinistra-poltiglia, flaccida, mercenaria … si confabula con il banchiere amico o il grand commis all’ora del tè e ci si lamenta dello scollamento della base … una sinistra che non è neanche sinistra e neanche italiana … i populisti l’hanno capito … Berlusconi neanche ha dovuto capirlo, è arcitaliano … il film più trasmesso dalle sue reti è Don Camillo e Peppone. Verificate.
E non ci cadono solo i militanti sinistri o quel che ne resta … pure gli intellettuali. A frotte. Ecco Mario Tronti: “Il miserabilismo delle attuali classi dirigenti e dominanti … come è possibile che salga di qualità un progetto e un ceto politico alternativo quando per vent’anni ti devi misurare con un Berlusconi che appena mostra di cadere … non è che viene fuori Rathenau … viene fuori Grillo …”. Il solito disprezzo per la realtà … la realtà non ci piace e allora la schifiamo … la realtà come nemico … cinquanta milioni di anime come nemico … ma cinquanta milioni di italiani che non la pensano come te non sono uno sbaglio, ma una dichiarazione tremenda … e che c’è di tremendo? La certezza che OGGI abbia ragione quell’Italia lì … retriva, brutta, misoneista, ignorante, ma con l’istinto infallibile … e comunque: perché esce Grillo e perché Berlusconi che è sempre lì per cadere non cade mai? Perché essi sono sintomi, epifenomeni da studiare con attenzione, escrescenze politiche di un sentire secolare e invincibile che la sinistra non riesce più ad intercettare …
Come si definisce oggi la sinistra? Con cose di sinistra … i diritti civili … l’ecumenismo europeo … il femminismo … l’animalismo … vedo gente faccio cose … ma la sinistra è in basso, non a sinistra … in BASSO … salario lavoro scuola casa, il pane senza cui le rose appassiscono … l’esigenza base soddisfatta quando c’erano i flipper … nostalgia canaglia … invece ora abbiamo la sinistra riformista … universale … la sinistra apolide, la sinistra-poltiglia, flaccida, mercenaria … si confabula con il banchiere amico o il grand commis all’ora del tè e ci si lamenta dello scollamento della base … una sinistra che non è neanche sinistra e neanche italiana … i populisti l’hanno capito … Berlusconi neanche ha dovuto capirlo, è arcitaliano … il film più trasmesso dalle sue reti è Don Camillo e Peppone. Verificate.
COME STRAVINCERE LE ELEZIONI.
Se dovessi dare un consiglio alla sinistra italiana per vincere le elezioni ecco cosa direi: dovete farvi piacere Nostalgia canaglia. Sì, la canzone che il contadino Al Bano Carrisi (nato Albano) vocalizzava assieme alla consorte Romina Power ... Attenti! Non dovete far finta che vi piaccia: dovete proprio amarla, come Winston, il protagonista di 1984, alla fine ama il Grande Fratello ...
Occorre ricondizionare la sinistra come Winston Smith nella Camera 101; oppure come Alex in Arancia meccanica: immobilizzati, con la testa serrata e gli occhi uncinati e spalancati a godere la coppia brindisin californiana …
Quando un dirigente di sinistra si commuoverà (sinceramente) a questi versi, a questo refrain irresistibile declinato dalla sicura potenza tenorile del vate di Cellino San Marco, avrà il paese in mano.
Sentite:
Che genio, che genio in tutto questo …
Ancora:
Nazionalismo purissimo … Un ballottaggio Al Bano-Renzi si risolverebbe in un bagno di sangue a favore del primo …
Ma, si dirà, Al Bano sta sempre su Rete4, non è un semplice devoto del Berlusconi?
Macché, le cose son più complesse. Nel 1967 non fu Al Bano a cantare Il ragazzo che sorride (musica di Mikis Theodorakis!) brano contro il regime greco dei colonnelli:
Se dovessi dare un consiglio alla sinistra italiana per vincere le elezioni ecco cosa direi: dovete farvi piacere Nostalgia canaglia. Sì, la canzone che il contadino Al Bano Carrisi (nato Albano) vocalizzava assieme alla consorte Romina Power ... Attenti! Non dovete far finta che vi piaccia: dovete proprio amarla, come Winston, il protagonista di 1984, alla fine ama il Grande Fratello ...
Occorre ricondizionare la sinistra come Winston Smith nella Camera 101; oppure come Alex in Arancia meccanica: immobilizzati, con la testa serrata e gli occhi uncinati e spalancati a godere la coppia brindisin californiana …
Quando un dirigente di sinistra si commuoverà (sinceramente) a questi versi, a questo refrain irresistibile declinato dalla sicura potenza tenorile del vate di Cellino San Marco, avrà il paese in mano.
Sentite:
Nostalgia, nostalgia canaglia
Di una strada, di un amico, di un bar
Di una strada, di un amico, di un bar
Di un paese che sogna e che sbaglia
Ma se chiedi poi tutto ti dà
Che genio, che genio in tutto questo …
Ancora:
Sempre di più
tu vai lontano e perdi un po' di ciò che sei
tu vai lontano e perdi un po' di ciò che sei
Nazionalismo purissimo … Un ballottaggio Al Bano-Renzi si risolverebbe in un bagno di sangue a favore del primo …
Ma, si dirà, Al Bano sta sempre su Rete4, non è un semplice devoto del Berlusconi?
Macché, le cose son più complesse. Nel 1967 non fu Al Bano a cantare Il ragazzo che sorride (musica di Mikis Theodorakis!) brano contro il regime greco dei colonnelli:
Il mondo di domani/confini non avrà/ed una mano bianca/la nera stringerà ...
Capito?
Al Bano è
arcitaliano, geneticamente populista comunista fascista … tutto quello che
volete … egli è il nostro passato inalienabile e roccioso … un vero Italiano
profondo … pane al pane, vino al vino … e rose alle rose … e guai a parlargli
di riforme … diffidente come un contadino … impossibile da abbindolare …
semplice, intrattabile, cocciuto, ruvido, patriarcale …
E Romina? Diciottenne, bellissima, già strimpellava su chitarra acustica (con naturalezza superiore alla fasulla Carla Bruni), partecipava a film osé, assumeva, con garbo, LSD, come qualunque figlia della controcultura (era già una possibile first lady superiore a Evita, insomma). Ora è pittrice (dipinge a spatola), vegetariana e innamorata della spiritualità indiana. Che coppia! Fashion contadinesca, veracità, sfondo hippie, patriarcato compassionevole e solidità piccolo borghese ... Peccato il divorzio, ma solo dopo trent'anni di fedeltà ...
Si vogliono stravincere le elezioni? Cari sinistri, buttate a mare i tristanzuoli ed elitari De Gregori e Fossati e fate il karaoke con Nostalgia canaglia. Finalmente verrà sanata la ferita con l’Italia: la sinistra, cosparso il capo di cenere qualunquista, si libererà della propria miopia che la condanna alla minoranza strutturale, pervadendosi dell'empatia per la nazione invisibile e profondissima: il programma politico si costituirà naturalmente, senza primarie e preamboli ... lavoro, casa, scuola, salario minimo, biblioteche nelle scuole elementari, sanità per tutti … sarete padri della patria benemeriti per i decenni a venire ...
Certo rimane l’unico, pesante dubbio: si vogliono veramente vincerle queste elezioni? E soprattutto: servono ancora a qualcosa? O è già tutto venduto, tutto deciso?
Si vogliono stravincere le elezioni? Cari sinistri, buttate a mare i tristanzuoli ed elitari De Gregori e Fossati e fate il karaoke con Nostalgia canaglia. Finalmente verrà sanata la ferita con l’Italia: la sinistra, cosparso il capo di cenere qualunquista, si libererà della propria miopia che la condanna alla minoranza strutturale, pervadendosi dell'empatia per la nazione invisibile e profondissima: il programma politico si costituirà naturalmente, senza primarie e preamboli ... lavoro, casa, scuola, salario minimo, biblioteche nelle scuole elementari, sanità per tutti … sarete padri della patria benemeriti per i decenni a venire ...
Certo rimane l’unico, pesante dubbio: si vogliono veramente vincerle queste elezioni? E soprattutto: servono ancora a qualcosa? O è già tutto venduto, tutto deciso?
ROMINA: Ma che cos’è
quel nodo in gola che mi assale
che cos’è
Sei qui con me
e questa assurda solitudine perché
AL BANO: Ma che cos’è
se per gli aironi Il volo è sempre libertà
Perché per noi
Invece c’è qualcosa dentro che non va
INSIEME: che non va
INSIEME: Nostalgia, nostalgia canaglia
che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
e un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
di una strada, di un amico, di un bar
di un paese che sogna e che sbaglia
ma se chiedi poi tutto ti da
ROMINA: Chissà perché
si gira il mondo per capire un po’ di più
AL BANO: Sempre di più
tu vai lontano e perdi un po’ di ciò che sei
ROMINA: E poi perché
un’avventura è bella solo per metà
AL BANO: Mentre si va
quel dolce tarlo All’improvviso tornerà
INSIEME: tornerà
INSIEME: Nostalgia, nostalgia canaglia
Che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
e un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
di una strada, di un amico, di un bar
di un paese che sogna e che sbaglia
ma se chiedi poi tutto ti da
Nostalgia, nostalgia canaglia
che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
e un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
di una strada, di un amico, di un bar
di un paese che sogna e che sbaglia
ma se chiedi poi tutto ti da.
Ma che cos'è
quel nodo in gola che mi assale
che cos’è
Sei qui con me
e questa assurda solitudine perché
Ma che cos’è
se per gli aironi il volo è sempre libertà
Perché per noi
Invece c'è qualcosa dentro che non va
che non va
Nostalgia, nostalgia canaglia
che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
e un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
di una strada, di un amico, di un bar
di un paese che sogna e che sbaglia
ma se chiedi poi tutto ti dà
Chissà perché
si gira il mondo per capire un po' di più
Sempre di più
tu vai lontano e perdi un po' di ciò che sei
E poi perché
un'avventura è bella solo per metà
Mentre si va
quel dolce tarlo all'improvviso tornerà
tornerà
Nostalgia, nostalgia canaglia
Che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
E un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
Di una strada, di un amico, di un bar
Di un paese che sogna e che sbaglia
Ma se chiedi poi tutto ti dà
Nostalgia, nostalgia canaglia
Che ti prende proprio quando non vuoi
Ti ritrovi con un cuore di paglia
E un incendio che non spegni mai
Nostalgia, nostalgia canaglia
Di una strada, di un amico, di un bar
Di un paese che sogna e che sbaglia
Ma se chiedi poi tutto ti dà
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