martedì 11 febbraio 2014

Rossanda sul cinema, quasi un romanzo

Rossana Rossanda
con Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri
Il film del secolo
Bompiani (2013)
pp. 341, € 19,00

Valerio De Simone
Come si può definire, e di conseguenza leggere, Il film del secolo (Bompiani, 2013)? La prima risposta che viene spontanea sarebbe un libro-intervista di Rossana Rossanda, figura di spicco della sinistra italiana nonché fondatrice del manifesto, con Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri, due colonne portanti della critica cinematografica già dello stesso quotidiano. Ma se il libro fosse classificato in quest’ottica potrebbe risultare in parte riduttivo.
Piuttosto si potrebbe leggere come un vero e proprio romanzo autobiografico in cui i tre protagonisti, che hanno condiviso una lunga amicizia e hanno lavorato nello stesso giornale, si rincontrano a Parigi, nell’appartamento di uno di loro. Qui “con le immancabili tazze di tè circondate da allegri e dolci macarons” i tre protagonisti iniziano una lunga conversazione che riporta alla mente del lettore-spettatore quelle avvincenti tra Julie Delpy e Ethan Hawke nella trilogia cinematografica diretta da Richard Linklater.
Il tema principale e filo conduttore della conversazione è il cinema che, nello svolgersi del dialogo, diviene uno specchio su cui si rifletteranno non solo i gusti estetici, ma anche le ideologie e di conseguenza l’attivismo politico, i sogni, le vittorie e le sconfitte che hanno animato le vite degli autori.
Il libro si apre con una introduzione a firma della Rossanda stessa che spiega come il giornale-movimento politico da lei co-fondato e costatole un’espulsione dal PCI, inizialmente fosse costituito da quattro pagine interamente dedicate alla politica. Successivamente, come ricorda Mariuccia Ciotta, fu proprio Rossana Rossanda a spingere perché nel “manifesto” “si ampliasse a poco a poco lo spazio d’intervento giornalistico e si moltiplicassero i campi di battaglia teorici e politici.” Così al quotidiano vennero aggiunte due nuove pagine destinate al dibattito culturale. I giovani Roberto Silvestri e Mariuccia Ciotta, che all’epoca lavoravano nell’archivio del giornale e si dividevano tra un impegno militante politico e cinematografico, vennero promossi e inviati in missione speciale alla Mostra del cinema di Venezia.

Lontano dall’essere un’opera prettamente nostalgica, o fruibile esclusivamente da un pubblico di appartenenti alle generazioni pre belliche e dei baby boomers, Il film del secolo è un’appassionante carrellata sul Novecento che si articola in diciotto capitoli (più un’appendice di tre articoli scritti da Rossana Rossanda per il “manifesto”, di cui in particolare si consiglia vivamente la lettura di La forma assoluta e bellissima del dolore). In ogni capitolo si affronta un tema cinematografico osservato attraverso una lente politica ed estetica. In questo “lungo viaggio” si incontrano non soltanto le figure classiche del cinema hollywoodiano (Buster Keaton, Charlie Chaplin, Howard Hawks…), ma anche i classici della rivoluzione russa, primo fra tutti Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, fino ad arrivare all’oriente di Yasujiro Ozu e Yukio Mishima.
I momenti di maggior ricchezza del testo non sono quelli di condivisione bensì quelli di contrasto, quando le due generazioni coinvolte, l’una che ha vissuto la seconda guerra mondiale, l’altra che si è affacciata alla politica partecipando al movimento del Sessantotto, si confrontano. Questo risulterà per il lettore avvincente, dal momento che apre una serie di riflessioni sul passato, sul presente e sul futuro.
Un ottimo esempio lo possiamo trovare nel film o meglio nella saga cinematografica Guerre Stellari inaugurata da George Lucas nel 1977 che diviene un vero e proprio leitmotiv per tutto lo svolgersi del libro. La trilogia, amata e salutata dalla coppia Ciotta-Silvestri come l’alba di un nuovo cinema rivoluzionario, non esercita lo stesso fascino su La ragazza del secolo scorso che invece ama molto Million dollar baby: “ di quel film – afferma la Rossanda – mi piace tutto, la ragazza, il modo con cui Eastwood racconta, l’ideologia, il coraggio di fronte a chi ti chiede di morire.”

Questa recensione è stata pubblicata il 3 febbraio 2014 su alfapiù, il supplemento online di Alfabeta2.



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