Rossana Rossanda
con Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri
Il film del secolo
Bompiani (2013)
con Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri
Il film del secolo
Bompiani (2013)
pp. 341, € 19,00
Valerio De Simone
Come si può definire, e di conseguenza leggere, Il film del secolo
(Bompiani, 2013)? La prima risposta che viene spontanea sarebbe un
libro-intervista di Rossana Rossanda, figura di spicco della sinistra
italiana nonché fondatrice del manifesto, con Mariuccia Ciotta e
Roberto Silvestri, due colonne portanti della critica cinematografica
già dello stesso quotidiano. Ma se il libro fosse classificato in
quest’ottica potrebbe risultare in parte riduttivo.
Piuttosto si
potrebbe leggere come un vero e proprio romanzo autobiografico in cui i
tre protagonisti, che hanno condiviso una lunga amicizia e hanno
lavorato nello stesso giornale, si rincontrano a Parigi,
nell’appartamento di uno di loro. Qui “con le immancabili tazze di tè
circondate da allegri e dolci macarons” i tre protagonisti
iniziano una lunga conversazione che riporta alla mente del
lettore-spettatore quelle avvincenti tra Julie Delpy e Ethan Hawke nella
trilogia cinematografica diretta da Richard Linklater.
Il tema
principale e filo conduttore della conversazione è il cinema che, nello
svolgersi del dialogo, diviene uno specchio su cui si rifletteranno non
solo i gusti estetici, ma anche le ideologie e di conseguenza
l’attivismo politico, i sogni, le vittorie e le sconfitte che hanno
animato le vite degli autori.
Il libro si apre con una
introduzione a firma della Rossanda stessa che spiega come il
giornale-movimento politico da lei co-fondato e costatole un’espulsione
dal PCI, inizialmente fosse costituito da quattro pagine interamente
dedicate alla politica. Successivamente, come ricorda Mariuccia Ciotta,
fu proprio Rossana Rossanda a spingere perché nel “manifesto” “si
ampliasse a poco a poco lo spazio d’intervento giornalistico e si
moltiplicassero i campi di battaglia teorici e politici.” Così al
quotidiano vennero aggiunte due nuove pagine destinate al dibattito
culturale. I giovani Roberto Silvestri e Mariuccia Ciotta, che all’epoca
lavoravano nell’archivio del giornale e si dividevano tra un impegno
militante politico e cinematografico, vennero promossi e inviati in
missione speciale alla Mostra del cinema di Venezia.
Lontano
dall’essere un’opera prettamente nostalgica, o fruibile esclusivamente
da un pubblico di appartenenti alle generazioni pre belliche e dei baby
boomers, Il film del secolo è un’appassionante carrellata sul
Novecento che si articola in diciotto capitoli (più un’appendice di tre
articoli scritti da Rossana Rossanda per il “manifesto”, di cui in
particolare si consiglia vivamente la lettura di La forma assoluta e bellissima del dolore).
In ogni capitolo si affronta un tema cinematografico osservato
attraverso una lente politica ed estetica. In questo “lungo viaggio” si
incontrano non soltanto le figure classiche del cinema hollywoodiano
(Buster Keaton, Charlie Chaplin, Howard Hawks…), ma anche i classici
della rivoluzione russa, primo fra tutti Sergej Michajlovič Ėjzenštejn,
fino ad arrivare all’oriente di Yasujiro Ozu e Yukio Mishima.
I
momenti di maggior ricchezza del testo non sono quelli di condivisione
bensì quelli di contrasto, quando le due generazioni coinvolte, l’una
che ha vissuto la seconda guerra mondiale, l’altra che si è affacciata
alla politica partecipando al movimento del Sessantotto, si confrontano.
Questo risulterà per il lettore avvincente, dal momento che apre una
serie di riflessioni sul passato, sul presente e sul futuro.
Un ottimo esempio lo possiamo trovare nel film o meglio nella saga cinematografica Guerre Stellari
inaugurata da George Lucas nel 1977 che diviene un vero e proprio
leitmotiv per tutto lo svolgersi del libro. La trilogia, amata e
salutata dalla coppia Ciotta-Silvestri come l’alba di un nuovo cinema
rivoluzionario, non esercita lo stesso fascino su La ragazza del secolo scorso che invece ama molto Million dollar baby:
“ di quel film – afferma la Rossanda – mi piace tutto, la ragazza, il
modo con cui Eastwood racconta, l’ideologia, il coraggio di fronte a chi
ti chiede di morire.”
Questa recensione è stata pubblicata il 3 febbraio 2014 su alfapiù, il supplemento online di Alfabeta2.
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