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sabato 30 novembre 2013

Libri digitali in formato playlist


Ieri, 29 novembre, a Padova si è inaugurata a Padova la nuova sede di una libreria della catena Ibs che - copiamo pari pari dal comunicato stampa - propone "un’importante novità: la vendita in store di ebook. Dopo aver scelto l’ebook da un’apposita postazione pc, i clienti stamperanno una cartolina con cui potranno dirigersi alla cassa e pagare in contanti il contenuto digitale scelto. A quel punto potranno decidere se effettuare il download del libro sfruttando la connessione wi-fi gratuita all’interno della libreria o farlo a casa propria". Il comunicato prosegue: "Partendo da questa novità, la riapertura della libreria di Padova nella nuova sede di via Altinate, segna un importante traguardo per la catena a marchio IBS.it concretizzando l’obiettivo iniziale di lanciare sul mercato un nuovo format di punto vendita: una libreria che sia per il pubblico il perfetto punto di incontro tra editoria tradizionale e nuova frontiera del digitale". Inquieti per quello che sta succedendo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove le librerie di catena ansimano di fronte alla vendita online, i grandi marchi italiani cercano di assumere quella che Mauro Zerbini, amministratore delegato di Ibs, definisce "un'ottica multicanale". Ma può darsi che non basti (leggete qui sotto).
Maria Teresa Carbone
C'è stato un tempo (qualcuno se lo ricorda? diciamo una trentina d'anni fa) in cui comprare musica voleva dire andare in un negozio di dischi e uscirne con sottobraccio uno o più astucci di cartoncino piatti e quadrati, al cui interno era racchiuso – appunto – un disco (a volte due o tre) di vinile, il cosiddetto 33 giri o lp (long playing) o infine album, dal momento che ognuna delle due facciate conteneva di solito un certo numero di brani. Da allora il mercato musicale è stato investito da una rivoluzione dopo l'altra, a partire dal cd (compact disc), presentato all'inizio degli anni Ottanta come un oggetto imperituro e oggi pressoché defunto, giù giù fino alla vendita via internet di singoli brani musicali da scaricare (il modello iTunes) e, infine, all'abbonamento mensile, con ascolto in streaming, il cui esempio di maggiore successo è oggi Spotify. A questo proposito, il direttore economico della compagnia svedese, Will Page, ha dichiarato l'estate scorsa alla “Stampa” che nei suoi primi sei mesi in Italia Spotify ha registrato 610 milioni di stream. Un risultato notevole, sulla cui durata – come si è visto – sarebbe imprudente scommettere.

domenica 22 settembre 2013

Dove si legge, quanto si legge, come si legge(rà)

Quella che vedete qui a fianco (cliccare sull'immagine per vederla ingrandita) è una mappa piuttosto sorprendente sulla lettura nel mondo realizzata  dal World Culture Score Index e circolante da un paio di mesi in rete. Sorprendente perché ribalta - ammesso che i dati siano attendibili - non pochi luoghi comuni: chi avrebbe mai detto che i paesi dove si legge di più al mondo sono l'India e la Thailandia? o che l'Arabia Saudita batte la Polonia, l'Australia e la Germania? o che infine - soprattutto - in Italia si legge di più che nel Regno Unito? Mentre ci grattiamo la testa perplessi, non possiamo fare a meno di pensare che, oggi più che mai, il mondo della lettura è estremamente variegato e in continua evoluzione. La conferma ce la dà Maurizio Caminito che in un articolo uscito sul blog Avvertenze per geni descrive il progetto Oyster da poco lanciato negli Usa e destinato, se avrà successo, a influenzare notevolmente le nostre abitudini di lettura.
Maurizio Caminito
Si è detto ed argomentato molto su come nell’ambiente digitale la fruizione della musica e della scrittura tendano ad avvicinarsi. In realtà è indubitabile che la produzione musicale sia stata investita per prima dall’uragano web: pirateria, fruizione musicale frammentata, crisi delle major, crollo delle vendite, crisi del settore. Gli editori hanno sempre guardato con terrore a quanto stava accadendo in campo musicale. E, viceversa, il mondo del web ha sempre sottolineato come proprio l’esempio delle case produttrici musicali e la loro strenua difesa del file musicale attraverso l’applicazione di “lucchetti” e dispositivi di protezione, si fosse rivelata perdente e sostanzialmente dannosa. La prima reazione alla crisi mondiale del settore della produzione musicale è stato il modello di vendita applicato da iTunes.  Il “long playing” si è trasformato in una compilation digitale, su una piattaforma sicura, da scaricare sul proprio dispositivo, acquistare e ascoltare brano per brano. L'iTunes Store è stato uno strumento di rottura per l'industria discografica, ma è stato anche una boccata d’ossigeno per tutti: Apple, gli utenti e le major discografiche.  Dal 2011 l'iPod è il lettore multimediale più venduto al mondo, con una quota di mercato superiore all'80%, mentre iTunes Store è il "mercato" digitale più usato al mondo, con 10 miliardi di brani venduti. Per gli editori questo modo di offrire al pubblico i contenuti in formato digitale non offriva indicazioni particolarmente utili. La lunghezza dei testi scritti (il racconto e ancor più il romanzo) non è compatibile con un processo di parcellizzazione simile a quello dei brani musicali. L’unico effetto, indiretto e derivato più in generale dall’affermarsi nel web di un’abitudine all’uso di testi sempre più brevi e sintetici, è rappresentato dalla graduale diffusione sul mercato di formati di testi sempre più ridotti.
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