Raethia Corsini
"La vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia", parole di Vasco Rossi nel suo splendido brano Sally, interpretato meravigliosamente anche da Fiorella Mannoia. La paura di perdere quell'equilibrio sopra la follia è la nostra ombra. Ecco che i pazzi, i matti, i malati mentali diventano una minaccia alla nostra integrità (normalità?) psichica, emotiva. Quindi i manicomi e poi la chiusura e poi però dove li mettiamo questi imprevedibili umani che non ragionano, nati con un difetto di fabbricazione? Peggio: spesso la malattia mentale nasce (o si coltiva?) in giardini aridi di amore, privi di rispetto, ma rigogliosi di ignoranza, violenza, illegalità, soprusi, emarginazione. Così, ti ritrovi adolescente a sommare atti illegali al disagio psico-sociale ereditato (o semplicemente non considerato per ignoranza - appunto - distrazione, fastidio). La via della galera diventa l'unica prospettiva. Si finisce, cioè, negli Ospedali psichiatrici giudiziari*. Vengono da lì molti dei ragazzi che vivono a Villa Letizia, nel quartiere di Monteverde, un ex convento di suore, diventato oggi una comunità terapeutica e socio riabilitativa per persone che soffrono di disagio mentale. Lo psichiatra Santo Rullo è il direttore, e ha un'idea per nulla ghettizzante del trattamento clinico riservato agli ospiti della sua comunità.
La missione di ogni servizio territoriale di questo genere è migliorare le capacità relazionali e i sintomi; recuperare le capacità individuali e i livelli funzionali di autonomia per arrivare a un "reinserimento" nel proprio contesto sociale di appartenenza. Questo implica uno sforzo costante di promozione della salute mentale al di fuori delle mura di queste comunità, e un impegno che non consente tregua sul fronte della prevenzione, per individuare e trattare i disturbi psichici agli esordi, nell'adolescenza e nella prima età adulta. È come realizzare tutto questo che fa la differenza. La filosofia di Villa Letizia prevede, già dallo spazio che Rullo ha scelto per la sede, una totale immersione nel quartiere e tra i suoi abitanti: Villa Letizia è in mezzo alle case di Monteverde e quando i ragazzi ospiti escono, vanno a prendere il caffè al bar davanti, incontrano i vicini di casa, parlano con il giornalaio e il salumiere. La condivisione di spazi e stralci di vita con gli abitanti del quartiere è già essa stessa "terapia". È così che a Villa Letizia, oltre al trattamento sanitario come da protocollo, il suo direttore insiste sulle attività ricreative che possano includere anche chi ospite della comunità non è. Convivenza dentro e fuori le "mura" (lo sanno bene anche a Plautilla e al Cantiere Colautti).
Tra le attività socio-ricreative che Villa Letizia ha in programma c'è un appuntamento con il cinema "a tema". Per la stagione 2013-2014 l'argomento è - ça va sans dire - la convivenza. Cura la rassegna Annalisa Aprile che invita «gli abitanti di Monteverde, ma non solo, a compiere un reale atto di convivenza andando a cercare e vivere anche solo per poche ore questa realtà», e suggerisce di farlo «senza pregiudizi perché da vicino nessuno è normale». Il ciclo del primo mese è incentrato sul calcio: la squadra - e la tifoseria - come metafora di convivenza. Le proiezioni si tengono alle 21 di ogni mercoledì in via Sesto Celere 16. I prossimi due appuntamenti sono con i film Maradona (18 settembre) e Il mio amico Eric (25 settembre). L'entrata è gratuita. È richiesta solo la voglia di conoscersi.
*Il primo aprile 2014 questi Ospedali saranno chiusi, secondo la decisione presa già nel gennaio scorso dalla Commissione giustizia del Senato, che ha dato una proroga, visto che avrebbero già dovuto essere chiusi nel marzo di quest'anno.
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