Auguste D. |
Può suonare forse strano che si "celebri" una Giornata mondiale dell'Alzheimer, sicuramente meno strano che si sia scelto il 21 settembre, giorno che segna il passaggio tra estate e autunno, per ricordare a tutti la diffusione di una malattia che colpisce soprattutto quando declinano le forze. E dunque, mentre a Roma e altrove si tengono convegni e altre iniziative, noi qui proponiamo un link a un articolo di Pietro Barbetta sulla figura di Alois Alzheimer e anticipiamo una pagina dal romanzo di Flavio Pagano Perdutamente che Giunti manda in libreria in concomitanza con la Giornata.
Flavio Pagano
Una
sera, aspettando che mia madre si addormentasse,
riflettevo sul
fatto che l’età media della specie umana è
destinata in futuro
ad aumentare fin quasi all’immortalità.
Ma in realtà non sarà
la vita ad allungarsi, bensì soltanto
la vecchiaia, per cui le
prossime generazioni vivranno assediate dall’esercito inerme e
sterminato di vecchi rincoglioniti che pian piano invaderà il
pianeta, e il loro unico
scopo nella vita sarà sfamarli e
accudirli.
Vorrei
poter dire che, mentre mi abbandonavo a queste
considerazioni, mi
trovavo comodamente seduto in salotto, con un setter accucciato su
una pelle di leopardo davanti alla mia poltrona, una coppa di cognac
alla mano, e che
contemplavo beatamente il camino acceso,
carezzandomi i
pantaloni di tweed. Ma non fu così che andò: ero sì
seduto
in poltrona, ma mi trovavo in camera di mia madre.
Alla fine
ad addormentarmi ero stato io e quando mi
risvegliai di soprassalto,
scoprii che il suo letto era vuoto. E,
soprattutto, che davanti agli
occhi non avevo un focolare,
bensì un principio d’incendio.
L’incendio che lei – seduta
sulla sedia a rotelle – aveva
appena appiccato, maneggiando sbadatamente certi lumini a cera.
Li
teneva in una specie di ara domestica, destinata al
culto dei santi
e dei morti in un fulminante cortocircuito
religioso fatto di
cristianesimo delle origini, scintoismo e
paganesimo terrone. E
quella sera, per motivi imperscrutabili, aveva deciso che era venuto
il momento di accenderli.
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