venerdì 20 settembre 2013

Perduta / mente


Auguste D.


Può suonare forse strano che si "celebri" una Giornata mondiale dell'Alzheimer, sicuramente meno strano che si sia scelto il 21 settembre, giorno che segna il passaggio tra estate e autunno, per ricordare a tutti la diffusione di una malattia che colpisce soprattutto quando declinano le forze. E dunque, mentre a Roma e altrove si tengono convegni e altre iniziative, noi qui proponiamo un link a un articolo di Pietro Barbetta sulla figura di Alois Alzheimer e anticipiamo una pagina dal romanzo di Flavio Pagano Perdutamente che Giunti manda in libreria in concomitanza con la Giornata.

Flavio Pagano
Una sera, aspettando che mia madre si addormentasse, riflettevo sul fatto che l’età media della specie umana è destinata in futuro ad aumentare fin quasi all’immortalità. Ma in realtà non sarà la vita ad allungarsi, bensì soltanto la vecchiaia, per cui le prossime generazioni vivranno assediate dall’esercito inerme e sterminato di vecchi rincoglioniti che pian piano invaderà il pianeta, e il loro unico scopo nella vita sarà sfamarli e accudirli.
Vorrei poter dire che, mentre mi abbandonavo a queste considerazioni, mi trovavo comodamente seduto in salotto, con un setter accucciato su una pelle di leopardo davanti alla mia poltrona, una coppa di cognac alla mano, e che contemplavo beatamente il camino acceso, carezzandomi i pantaloni di tweed. Ma non fu così che andò: ero sì seduto in poltrona, ma mi trovavo in camera di mia madre. Alla fine ad addormentarmi ero stato io e quando mi risvegliai di soprassalto, scoprii che il suo letto era vuoto. E, soprattutto, che davanti agli occhi non avevo un focolare, bensì un principio d’incendio. L’incendio che lei – seduta sulla sedia a rotelle – aveva appena appiccato, maneggiando sbadatamente certi lumini a cera.
Li teneva in una specie di ara domestica, destinata al culto dei santi e dei morti in un fulminante cortocircuito religioso fatto di cristianesimo delle origini, scintoismo e paganesimo terrone. E quella sera, per motivi imperscrutabili, aveva deciso che era venuto il momento di accenderli.

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