lunedì 30 settembre 2013

Volano libri - I racconti di MVL

Laura De Lorenzo
“Smetti di farti domande e pratica una disciplina orientale”.
Giulia sente una consistenza come di una cacca d’uccello che le bagna il braccio all’improvviso, istintivamente tira via il corpo estraneo e con grande stupore si ritrova tra le mani questa frase appiccicosa.
“Non alimentare i dubbi di Giulia ma falle il solletico!”. PLOF!. Marco, il migliore amico di Giulia si guarda la maglia e tira via anche lui una frase appiccicosa della consistenza di una cacca d’uccello. 
I due annusano le frasi inodori, Marco fa per alzare la testa mentre Giulia già urla sbigottita: “Guardaaaaa!”.In aria, a gruppi o solitari, volano libri: classici, noir, thriller, romanzi rosa, saggi, libri di poesia, enciclopedie. Ogni gruppo diviso per genere letterario. Si annidano sui pini del parco per riposarsi e poi riprendono il volo. 
"Ma è la loro cacca!” dice Giulia. 
“Cosa?” fa Marco. 
“Cacano frasi!” sospira Giulia intuitiva come sempre. 

Nelle vicinanze una donna vestita di bianco siede sul prato e pratica lo yoga di fronte a una decina di suoi allievi.  
PLOF – “Ho perso la giovinezza ad essere gentile”. Giulia non ricorda più dove ma sa che è la frase di un libro che ha letto. Tira via la frase e si siede di fronte alla yogi che l’invita a unirsi al gruppo senza aprire gli occhi. Marco preferisce sedersi su una panchina, lui non crede in queste boiate. Continua a guardare i libri che volano, geloso di questa scoperta non vuole urlarlo al mondo intero. 
“Se potessi acchiapparne uno”, pensa. 
Delitto e castigo si poggia sulle sue gambe, fa una cacatina e se ne va subito. 
“Lo so che è una stupidata! Roba da darmi una bastonata! Ma è vero che hai un qualche pensiero preciso al riguardo?” è il contenuto della frase appiccicosa. 
Marco allunga la frase tirandola da una parte all’altra, finché diventa illeggibile. 
Giulia nel frattempo è tutta presa dalle Hasana, quando sente una cacatina calda sulla testa. Inutilmente guardinga, dato che la yogi e i discepoli sono ad occhi chiusi, prende la frase e legge: “Non prenderti troppo sul serio o finirai per crederci”. 
Si alza innervosita mentre la yogi fa un verso di disappunto  e qualcuno apre gli occhi, richiudendoli subito per non esser visto dalla Maestra. 
“Marco andiamocene via, questi libri ci prendono in giro”. 
“E’ che ne abbiamo letti troppi!” sorride Marco. 
“Raccontiamolo a qualcuno, potrebbe essere una grande scoperta scientifica”. 
“Non approfittare della tua sapienza” è la successiva cacatina che scivola sulla fronte di Giulia. 
“E se fossero pericolosi?” chiede Giulia a Marco.
“Ma chi, questi cosi usciti dalle librerie della città? Al massimo ti danno una paginata in testa!” 
Giulia e Marco alzano la testa, nello stesso momento Il Nuovo Zingarelli si avvicina e si poggia sulle loro gambe aprendosi su queste parole: 
Pagina/Paginamento/Paginatura 
“Marco ma ti rendi conto, ti vuole dire che “paginata” non c’è sul vocabolario?!” dice stupita Giulia. 
“Tanto di cappello, vuol dire che l’ho inventato io!” ribatte orgoglioso Marco. 
“Andiamo a casa” dice Giulia stanca. 
“Come vuole lei signorina” scherza Marco. 
I due s’incamminano lasciandosi alle spalle la yogi e i suoi discepoli che ad occhi chiusi si perdono quello spettacolo: al tramonto “Dalla parte di Swann” è seguito dal resto della Recherche, otto meravigliosi libri neri, antichi, che si rincorrono nel cielo. 
“L’hai letta?” fa Giulia. 
“Descrizioni troppo lunghe, trenta pagine per una staccionata” sbuffa Marco. 
“Tu l’hai letta?” fa Marco. 
“Solo Proust  sa descrivere così una staccionata” risponde Giulia e lo guarda. 
Per la prima volta si accorge che Marco è bello. 
Sono amici da venticinque anni, dall’asilo, e non l’ha mai visto né bello né brutto, solo Marco. Ma adesso, con Proust che gli vola intorno, ha un aspetto più interessante, quasi l’abbia scritto lui. 
“Vieni da me?” chiede Giulia un po’ civetta e in quell’istante una cacatina le si appiccica sui jeans. 
“Che dice?” fa Marco ironico. 
“Io non so più gran dolore ch’esser privo di quel bene” legge Giulia. 
“E’ Saba, la conosco, è sui Baci Perugina” ride Marco. 
PLOF – “Baciala” cade sulla guancia di Marco.
“Che dice?” fa Giulia. 
“Niente” fa Marco.
“Non è possibile” dice Giulia, “fa vedere” e gli strappa la frase dalle mani. Quella si allunga fino a spezzarsi. 
“ala” è rimasto a me, dice Giulia. 
“Dev’essere Il Gabbiano Jonathan Livingston” ribatte Marco. 
“Che mistero ne fai, vabbè” e Il grande Gatsby si poggia sulla spalla di Giulia. 
“Oh, l’ho letto due volte ma non ricordo mai come va a finire!” 
Uno stormo di Topolino scende dal cielo, si posa a terra e riparte in volo. 
“Chi preferivi?” chiede Giulia. 
“Paperino, come tutti, è il più sfigato, ti c’immedesimavi!” sorride Marco e pensa alla parola “Baciala!”. 
“Bacialo” cola sul collo di Giulia. 
“Che dice?” fa Marco. 
“Niente” risponde Giulia. 
“Ho capito, dice di fare questo” e si gira all’improvviso verso Giulia, guardandola un istante negli occhi e baciandola sulle labbra subito dopo. 
PLOF – “L'opposto di solitudine non è stare insieme...è stare in intimità” scivola sul petto di Giulia, Marco tira via la frase e la legge pensieroso.

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