Dall’incontro tra la poetessa Elisa Biagini e il cantautore Filippo Gatti ha preso vita Intreccio di ciglia, un album di dieci canzoni che testimonia un originale percorso di ricerca fondato sul dialogo e sulla contaminazione tra i linguaggi della poesia contemporanea e della canzone d’autore. A partire dall’album, i due protagonisti (che Monteverdelegge ha incontrato ai primi di luglio presso il Circolo delle Quinte) hanno poi messo in scena un dialogo che rende conto della genesi del progetto, del suo significato e della situazione della cultura musicale e poetica contemporanea. Ne proponiamo qui uno stralcio.
Elisa Biagini e Filippo Gatti
FILIPPO
Per scrivere questo album sono partito dalla lettura del libro. A una prima lettura, sono rimasto molto impressionato da Acqua smossa:
Volto la testa da te
verso un altro mare,
lascio tracce di parole
scie dei nostri ricordi:
il cappotto mi tiene la forma
sennò sarei neve al sole.
E come acqua smossa
nella mia testa
con ogni tua parola
mi fai cerchi nel lago del cuore.
Ho preso la chitarra,lo strumento per me più istintivo,con cui ho più confidenza e ho scritto il pezzo per chitarra e voce. In sintesi, fin dal principio ho agito molto istintivamente a partire dal testo. Poi ho mantenuto questo modo di lavorare per il resto dell’album. Quando è venuto il momento opportuno ho letto la seconda poesia, nel rispetto della disposizione dei pezzi nel libro, e ho ripetuto l’operazione. Nel caso della terza poesia è stato fatto un lavoro comune con Elisa Biagini. È proprio la poesia-canzone che dà il titolo all’album, Intreccio di ciglia. In questo caso sono partito da un archetipo: la canzone napoletana. Ho preso le mosse da alcuni accordi classici che ho poi variato. Fino alla sesta poesia ho replicato questo metodo di lavoro, registrando I pezzi sul cellulare,in forma di appunto. Da quel punto in avanti sarebbe stato troppo difficile fare delle canzoni. Il linguaggio si fa più complesso, era necessario dare una svolta anche all’album. Quindi è nata l’idea di introdurre la voce di Elisa.
A questo punto è di nuovo intervenuta l’autrice per scegliere i pezzi e per ridefinire una scaletta.(…)
ELISA Il progetto dell’album si basa su un libro preesistente. È un volumetto di trenta pagine, intitolato Fiato. Parole per musica, pubblicato da Edizioni d’If nel 2006. Il libro è nato con l’obiettivo di sperimentare nuove forme di scrittura e indagare le potenzialità della canzone, con la consapevolezza che si tratta di un’arte che ha le sue regole e che, quindi, richiede l’umiltà di rimettersi in discussione. Sono partita da due poesie di Uova, un mio libro precedente,e le ho‘stese’, come si fa con la pasta della pizza. Ho conservato le mie immagini,le mie metafore,i miei temi, che sono stati rimessi in gioco per tentare qualcosa di nuovo. Volevo scrivere delle storie che potessero essere messe in musica. Ne sono risultate delle ballate che vertono su temi tradizionali: amore o solitudine.
I modelli sono soprattutto Fabrizio De André e Leonard Cohen. La musica dei cantautori italiani e francesi,grazie a mia madre, è stata il sottofondo della mia infanzia. Da adulta poi ho scelto, prima De André e poi Cohen. Due autori sobri, distanti dagli abbandoni liricizzanti tipici di molta canzone.
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