Roberto Liberatori
Confesso subito, con un po' di imbarazzo, di non aver letto mai Jane
Austen prima d'ora. Non so neanche io perché, pur amando gli eroi e le
eroine del XIX secolo. Ma siccome sono sicuro che i motivi non
interessano il lettore, mi tolgo subito dall'impaccio. Fatto sta che in
questa estate 2013 ho deciso di porre rimedio e di cominciare con quello
che è considerato uno dei primi romanzi della Austen, anche se
pubblicato postumo. L'abbazia di Northanger ha un'eroina di nome
Catherine. Jane Austen, con la sua ironia, non fa sconti e ci informa
subito che Catherine non è un granché quanto a bellezza e intelligenza: è
una ragazza come tante, neanche tanto brillante, ma che dalla sua ha la
giovinezza e la voglia di fare nuove conoscenze. Per questo accetta
l'invito di alcuni vicini, una coppia matura senza figli, che la porta
con sè nella mondanissima Bath. Qui inizia l'avventura della nostra
eroina, che verrà a contatto con alcuni esemplari umani davvero
indimenticabili. Su tutti voglio raccomandarvi gli irresistibili
fratelli Thorpe, fratello e sorella, campioni di narcisismo e boria, ma
tuttavia simpatici al lettore: lui fa di tutto per fidanzarsi con lei,
la sorella la usa a suo piacere per conquistare il fratello, salvo
mollarlo di fronte all'arrivo di un ragazzo più bello e più ricco.
Faticherà un po' a toglierseli di torno.
Anche Catherine ha un ragazzo
che le fa battere il cuore: si chiama Henry e appartiene ad una famiglia
nota e benestante che ha tra le sue proprietà una residenza
nell'antica Abazia di Northanger. E' qui che la nostra eroina viene
invitata a passare alcune settimane di villeggiatura. Con il suo
carattere incline alla fantasia (Catherine è un'avida lettrice di
romanzi gotici all'epoca di moda) immagina fantasmi, crimini e vendette
dietro porte e cunicoli nascosti. Ma quello che l'aspetta realmente è
più drammatico. Quando il padre del suo amato Henry scopre che Catherine
non porterà nessuna dote consistente col matrimonio, la butta fuori
casa su due piedi. La nostra eroina è umiliata e offesa. Torna a casa
spenta, vinta nei suoi sogni. Ma Henry si presenta e chiede la mano di
Catherine, sfidando il padre - padrone. Un lieto fine? Non saprei...
Jane Austen butta là, non a caso, alcune frasi sull'atteggiamento di
Henry che non fanno presagire rose e fiori. A voi scoprire di cosa si
tratta...
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