Alex Cantarelli, 2142
Edizioni Ensemble, pp. 115, euro 12
Maria Teresa Iannitto
2142 è il titolo di un volumetto che raccoglie alcuni racconti
ambientati nel mondo del futuro. L’autore è Alex Cantarelli,
regista, autore teatrale e musicista, che in questa occasione si cimenta
per la prima volta con un opera letteraria.
L’accattivante copertina e l’ambientazione delle
storie narrate spingono in prima lettura a incasellare il libro
nel genere fantascientifico. Eppure risulta riduttivo assegnare il volume
ad una categoria precisa, perché esso si presta a molteplici
approcci di lettura. Una tecnologia altamente sviluppata regola e semplifica
il mondo degli umani che vivranno tra un centinaio d’anni e più:
questo è l’elemento fantascientifico che accomuna i diversi
racconti, ognuno dei quali ha un titolo formato da una lettera puntata
o da una sigla. Ma appare subito evidente che nel tessuto del racconto
emergono riflessioni che scaturiscono da una riflessione sul presente,
nonché da esperienze di studio e vita vissuta.
P.N. è il titolo del primo racconto, il più classicamente
fantascientifico, con l’eroe positivo che contrasta coloro che tramano
per conquistare il potere. Il finale che lo vede sconfitto lascia però
immaginare sviluppi imprevedibili e nuove avventure. In Ak 921 gli esploratori
alla scoperta di nuovi mondi si perdono nel tempo e nello spazio, non
senza aver prima comunicato le importanti esperienze vissute durante
il viaggio. Con Beta-C si passa ad immaginare una tranquilla chiacchierata
tra esseri umani ormai macchinizzati che passano il loro tempo giocando
e conversando, almeno fino a quando l’imprevedibile accade. N. è
la descrizione di una colonia spaziale che rimanda ai paesaggi imponenti
dei fiordi norvegesi. Strade che tagliano il paesaggio e si insinuano
nella profondità delle montagne bagnate da un mare scuro e immobile,
agglomerati che ricordano i villaggi di un tempo passato, lamponi e
mele, abitanti che hanno raggiunto il felice equilibrio della serenità.
O.d.P. ci riporta di nuovo a una situazione in cui il protagonista
si trova involontariamente coinvolto nelle trame di un piano per la
conquista di un nuovo ordine. Con F. ci troviamo immersi
nelle riflessioni di un ricercatore di antichi scritti e C.d.s. ci pone
di fronte al drammatico confronto tra una madre e il figlio che cresce
e inevitabilmente si distacca da lei. Chiude il libro P., forse il più
filosofico dei racconti, con un rimando al mito della caverna di Platone.
Ecco, la filosofia è certamente una delle chiavi
di lettura del volume: ordine e caos, apparenza e verità, l’uno e
il tutto, ricordo e oblio, la ricerca di un ordine superiore: domande
che l’uomo si pone da secoli e che nessuna tecnologia, anche la più
sviluppata, potrà soddisfare con una risposta definitiva.
Ma la lettura dei racconti, nonostante la drammaticità delle situazioni
e, talvolta, la complessità delle argomentazioni, risulta gradevole
perché segue lo stile di una sceneggiatura che porta il lettore a confrontarsi
con immagini vivide e colpi di scena inaspettati.
Buona lettura.
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