Nelle puntate precedenti: Teo ama Alice, il Capitano ha finalmente un corpo (o almeno alcune sue parti)
Franca Rovigatti
L’ALLEANZA
Si fece festa e
bisboccia, si brindò col caffé. Alice si dichiarò entusiasta della
scrittura di Teo (il che accese qualche palpito di speranza nel cuore
del nostro).
Sommaire scherzò sulla
rivalità tra scrittura e amore: dichiarando di tenerci molto (e
sottolineò molto), ad andare avanti lei (e sottolineò lei)
nell'incarnazione di Giona.
Giona la rassicurò che
mai, nel suo corpo e nel suo cuore, avrebbe avuto rivali.
E insomma, fu una gran
bella festa, in cui tutti si capivano, parlavano lo stesso linguaggio
e sembravano volere le stesse cose.
Ma Teo amava Alice. E
cioè, se ancora non lo sapete, voleva soprattutto il suo bene.
Così introdusse il tema
della sua stranissima malattia.
Lei l’interruppe.
Accavallò impaziente gli argomenti, fornì particolari. Raccontò di
quando, circa un mese prima, s'era spersa in 'fato': era durata due
notti e un giorno. Raccontò delle terribili lusinghe di 'vuoto',
della disperante fissità di 'sasso': descrisse la claustrofobia di
'buio', l'alito pesante di 'puzzo’, ‘lezzo'...
Chiese al Capitano di
aiutarla. Lui, venendo dal mondo delle parole, poteva darle buone
dritte. Supplicò il soccorso di Sommaire.
Ma il Capitano, Sommaire
e lo stesso Teo tacevano, incapaci di pensare a un rimedio.
Perché era vero,
Sommaire conosceva il luogo dove tutto è muto, ma nulla sapeva di
parole tanto feroci e avide.
Perché era vero, Giona
veniva dal paese delle parole, ma aveva abitato una regione ben
diversa dal luogo duro e gelido di cui parlava Alice. Nella provincia
temperata da cui veniva lui (letteratura di consumo) le parole sono
(come s'è già accennato) inconsistenti, vacue, sostituibili.
Una faccenda seria...
Ne so pochissimo, io abitavo da tutt’altra parte. Quello è un
paese feroce, ne ho sentito parlare... Un paese che smarrisce la
ragione per eccesso di senso... Si credono dio, là... E’ un luogo
gelido, mi dicevano: in cui può sopravvivere solo chi è da sempre
uguale a se stesso. Raccontavano che i pochi umani che vi si sono
affacciati (sai, grandissimi poeti, filosofi, mistici) beh, quasi
tutti vi hanno smarrito il senno...
"Non sei affatto
rassicurante, Giona!" Lo rimproverò Teo: "Insomma, ci sarà
pure un modo per salvare la nostra amica!”
Non intendo
scoraggiarla, Teo… Ma bisogna avere una qualche conoscenza del
nemico, se vogliamo sottrargli la preda! E' inutile illudersi che sia
un lavoretto... Come è cominciata, Alice?
Alice raccontò ancora la
storia del suo amore per la scrittura: narrò l'ossessione, la
follia, la paura... Mentre parlava, lacrime presero a scendere a
rivoli, fino a formare due simmetriche pozze sulla fòrmica del
tavolo, entro la parentesi dei gomiti.
Forse fu quel quieto
pianto tra lo scorrere regolare delle parole a vincere la loro ultima
resistenza.
Sommaire disse: "Va
bene. Noi siamo con te, Alice, per quel che possiamo. Conta su di
noi".
Nel suo angolo, il
Capitano annuiva.
(26 - continua)
Poeta, artista visiva, organizzatrice culturale, Franca Rovigatti ha fondato nel 1997 il festival RomaPoesia e nello stesso anno ha pubblicato per Sottotraccia il "romanzo di viaggio immaginario" Afàsia.
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