Giovanni Starace, Gli oggetti e la vita
Donzelli, pp. 250, euro 17,50
Enza Bertoni
Il
bastone, le monete, il portachiavi,
la
docile serratura, i tardivi
appunti
che non leggeranno i pochi giorni
che
mi restano, le carte da gioco e la scacchiera,
un
libro e fra le sue pagine l'avvizzita
violetta,
monumento di una sera
di
certo indimenticabile e già dimenticata,
il
rosso specchio occidentale dove arde,
un'illusoria
aurora. Quante cose,
lime,
soglie, atlanti,bicchieri,chiodi,
ci
servono come taciti schiavi,
cieche
e stranamente silenziose!
Dureranno
di là del nostro oblio;
non
sapranno mai che ce ne siamo andati.
Jorge Luis Borges
E'
difficile trovare qualcosa che più di questi versi di Borges,
rappresentino l'intensità che ogni oggetto che ci circonda abbia,
sia impregnato. E
allora? come conciliare la seduzione, la leggerezza, l'intera realtà
che ogni oggetto rappresenta con un discorso più intimo?
E
così, accade, che questo librino, attraverso la quotidianità degli
oggetti, ci dia una forza vitale che non conosciamo o trascuriamo. C'è
il sospetto, però, che il massiccio consumo delle cose, ci renda più
soli, ci trasformi in oggetti, capovolga la nostra interiorità, in
esteriorità.
Se
un tempo gli oggetti ci davano una fonte di affettività oggi non
riusciamo più a fare esperienza, per una overdose di cose. Leggendo
questo saggio di Giovanni Starace, non si può fare a meno di attribuire una forza
provvidenziale ed elettiva agli oggetti posseduti, a ciò che
realizziamo attraverso le cose, a ciò che costruiamo per tutta la
vita e ciò spiega anche l'insopprimibile desiderio di possederne
altre.
Agli
illusori fondamenti di ciò che le cose ci danno, corrispondono
momenti di esperienze difficili, quali la ricerca di una identità
personale.
Dice
Starace : "l'intimità e il possesso sono la condizione
necessaria per rinforzare un'altra qualità ancora dell'oggetto: la
funzione di sostegno narcisistico".
Le
cose, gli oggetti, ci portano il desiderio di un'evasione, di
"navigare".
Ma,
al di fuori di queste considerazioni è vero che: "Quel vuoto
persistente, che solo a tratti sembra riempirsi, ha bisogno di essere
costantemente colmato. Un mondo di cose che ha una
profonda incidenza sulle energie psichiche soggettive".
Nelle
nostre case, stratificate nel tempo, si allacciano presente e
passato, cose piccole ma drammaticamente enormi, che segnano la
nostra vita, che fanno ritrovare noi stessi in alcuni momenti, che
provocano emozioni forti e ci dimostrano come si possa trovare
rifugio e serenità, o inquietudine.
Un
viaggio attraverso le cose che ci circondano, cercando protezione,
affetto, o dolore.
Le
cose ci fanno confrontare con noi stessi, ci fanno vedere le crepe,
le spaccature del tempo, anche se noi vorremmo chiudere gli occhi e
non occuparci del nostro passato, del nostro presente.
Gli
oggetti sono i veri protagonisti della nostra vita, la scoperta del
nostro quotidiano.
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