Il testo che segue ripropone, con alcune minime variazioni, un intervento uscito sulla rivista "école" nel 1997, nel quale Enza Bertoni commentava una iniziativa da lei condotta nella scuola elementare dove insegnava allora. Lo offriamo volentieri all'attenzione dei lettori di Monteverdelegge, perché si inserisce bene nel dibattito avviato con "Officina Poesia" e con gli altri incontri dedicati a Giorgio Caproni, poeta e maestro di poesia, in tutti i sensi.
Enza
Bertoni
Abbandonarsi
ogni quindici giorni alla lettura di poesia per "adulti": questa
è stata la strada che ho seguito negli ultimi due anni del 2° ciclo
in una scuola elementare di Roma.
La
commozione, che ho visto negli sguardi degli alunni, che con le loro
facce stupite ed i loro occhi incantati, mi hanno seguito, è stata
la prova di come questo tipo di scrittura li possa attrarre.
Naturalmente
la scelta non si è basata su un ordine cronologico, ma su una ricerca motivata dalla situazione e, in certa misura, casuale: poesie dai titoli efficaci, stimolanti, con una forte creatività
linguistica, con spazi verbali dove le cose potessero parlare, di
poeti di varia epoca e varia origine culturale.
Luoghi
come giardini, colli, borghi, mare e cose come la luna, hanno dato
l'opportunità ai bambini di fare una verifica interiore, di
identificare quali fossero primariamente i loro bisogni: non solo
programmi televisivi e video game, ma la possibilità di accogliere nella
propria mente qualcosa che li rendesse nel tempo consumatori senza
barriere e che consentisse di avere un rapporto culturale con il
mondo attraverso le emozioni profonde che il linguaggio poetico sa
dare.
La
beatitudine negli occhi di questi allievi dura finché io non finisco
la lettura della poesia e subito dopo vogliono cimentarsi, continuando
il loro viaggio interiore, mettendo alla prova se stessi, quasi
volendosi paragonare con i sogni che quelle poesie lette, e rilette da
loro, hanno lasciato.
I
bambini assimilano il messaggio profondo che ogni poesia emana, lo
fanno proprio, lo manipolano e un magico silenzio cade sulla
classe.
Allora
mi chiedo, perché non essere "trasgressivi" rispetto ai
programmi ministeriali e non utilizzare queste lettura "malfatte",
"irrazionali", e avere dai bimbi una gratitudine
intellettuale?
Perché
non stimolare in loro una curiosità critica, sollecitarli a non aver
paura di nomi come Garcia Lorca, Withman, Leopardi, Ungaretti,
Montale ?
Una
crescita e un interesse dai ragazzi può essere dimostrato anche da
percorsi "anomali", consumando questo loro viaggio
lentamente e assaporandolo attraverso le emozioni e le sensazioni
più profonde.
Un
tema, quindi, quello della poesia che stabilisce un rapporto
comunicativo molto stretto tra poeta e bambini, un desiderio così
forte, che sfocia poi con la volontà di voler identificarsi, diventare essi stessi quel poeta. Assaporamenti,
silenzi, che vanno a scovare sempre più in fondo e che poi sfociano
in poesie.
Ne
trascrivo qualcuna :
IL
NOME
Non
so più il mio nome,
disperso
nell'aria,
nel
labirinto.
Trascurato
vaga
senza
avere
una
meta precisa.
(Valerio
Raco)
ONDA
Onda,
animi il mare,
uccidi
la spiaggia,
con
insospettata delicatezza.
(Davide
Soldani)
IL
NULLA
Il
nulla ti porta via,
via
ti porta,
lontano,
lontano.
(Antonella
Coletta)
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