domenica 4 agosto 2013

Piccoli lettori incontrano la grande poesia

Il testo che segue ripropone, con alcune minime variazioni, un intervento uscito sulla rivista "école" nel 1997, nel quale Enza Bertoni commentava una iniziativa da lei condotta nella scuola elementare dove insegnava allora. Lo offriamo volentieri all'attenzione dei lettori di Monteverdelegge, perché si inserisce bene nel dibattito avviato con "Officina Poesia" e con gli altri incontri dedicati a Giorgio Caproni, poeta e maestro di poesia, in tutti i sensi.

Enza Bertoni
Abbandonarsi ogni quindici giorni alla lettura di poesia per "adulti": questa è stata la strada che ho seguito negli ultimi due anni del 2° ciclo in una scuola elementare di Roma.
La commozione, che ho visto negli sguardi degli alunni, che con le loro facce stupite ed i loro occhi incantati, mi hanno seguito, è stata la prova di come questo tipo di scrittura li possa attrarre.
Naturalmente la scelta non si è basata su un ordine cronologico, ma su una ricerca motivata dalla situazione e, in certa misura, casuale: poesie dai titoli efficaci, stimolanti, con una forte  creatività linguistica, con spazi verbali dove le cose potessero parlare, di poeti di varia epoca e varia origine culturale.
Luoghi come giardini, colli, borghi, mare e cose come la luna, hanno dato l'opportunità ai bambini di fare una verifica interiore, di identificare quali fossero primariamente i loro bisogni: non solo programmi televisivi e video game, ma la possibilità di accogliere nella propria mente qualcosa che li rendesse nel tempo consumatori senza barriere e che consentisse di avere un rapporto culturale con il mondo attraverso le emozioni profonde che il linguaggio poetico sa dare.
La beatitudine negli occhi di questi allievi dura finché io non finisco la lettura della poesia e subito dopo vogliono cimentarsi, continuando il loro viaggio interiore, mettendo alla prova se stessi, quasi volendosi paragonare con i sogni che quelle poesie lette,  e rilette da loro, hanno lasciato.
I bambini assimilano il messaggio profondo che ogni poesia emana, lo fanno proprio, lo manipolano e un magico silenzio cade sulla classe.
Allora mi chiedo, perché non essere "trasgressivi" rispetto ai programmi ministeriali e non utilizzare queste lettura "malfatte", "irrazionali", e avere dai bimbi una gratitudine intellettuale?


Perché non stimolare in loro una curiosità critica, sollecitarli a non aver paura di nomi come Garcia Lorca, Withman, Leopardi, Ungaretti, Montale ?
Una crescita e un interesse dai ragazzi può essere dimostrato anche da percorsi "anomali", consumando questo loro viaggio lentamente e assaporandolo attraverso le emozioni e le sensazioni più profonde.
Un tema, quindi, quello della poesia che stabilisce un rapporto comunicativo molto stretto tra poeta e bambini, un desiderio così forte, che sfocia poi con  la volontà di voler identificarsi, diventare essi stessi quel poeta. Assaporamenti, silenzi, che vanno a scovare sempre più in fondo e che poi sfociano in poesie.
Ne trascrivo qualcuna :

IL NOME
Non so più il mio nome,
disperso nell'aria,
nel labirinto.
Trascurato vaga
senza avere
una meta precisa.
(Valerio Raco)

ONDA
Onda, animi il mare,
uccidi la spiaggia,
con insospettata delicatezza.
(Davide Soldani)

IL NULLA
Il nulla ti porta via,
via ti porta,
lontano, lontano.
(Antonella Coletta)

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