lunedì 21 ottobre 2013

La più grande biblioteca del mondo dentro il computer di casa

Maria Teresa Carbone
C'è stato un tempo (qualcuno se lo ricorda? diciamo una trentina d'anni fa) in cui comprare musica voleva dire andare in un negozio di dischi e uscirne con sottobraccio uno o più astucci di cartoncino piatti e quadrati, al cui interno era racchiuso – appunto – un disco (a volte due o tre) di vinile, il cosiddetto 33 giri o lp (long playing) o infine album, dal momento che ognuna delle due facciate conteneva di solito un certo numero di brani. Da allora il mercato musicale è stato investito da una rivoluzione dopo l'altra, a partire dal cd (compact disc), presentato all'inizio degli anni Ottanta come un oggetto imperituro e oggi pressoché defunto, giù giù fino alla vendita via internet di singoli brani musicali da scaricare (il modello iTunes) e, infine, all'abbonamento mensile, con ascolto in streaming, il cui esempio di maggiore successo è oggi Spotify. A questo proposito, il direttore economico  della compagnia svedese, Will Page, ha dichiarato pochi giorni fa alla “Stampa” che nei suoi primi sei mesi in Italia Spotify ha registrato 610 milioni di stream. Un risultato notevole, sulla cui durata – come si è visto – sarebbe imprudente scommettere. Sta di fatto però che l'idea di offrire ai consumatori una scelta pressoché illimitata di ascolti in cambio di una cifra mensile relativamente modica (una decina di dollari) ha preso piede anche fuori dal campo musicale.
Sebbene non sia ancora arrivato in Italia, il fenomeno Netflix – provider di film e serie tv on demand in streaming attivo in tutto il continente americano e in diversi paesi europei (Regno Unito, Scandinavia, Olanda) – rivela che nel giro di una generazione il modo di fruire non solo la musica, ma anche il cinema e la tv, è cambiato: sono già oltre 37 milioni gli aderenti al piano di offerta di Netflix, più di un miliardo le ore trascorse ogni mese davanti a uno schermo che può essere quello del televisore, del computer, di una consolle come la Playstation o la XBox. 
Il passo successivo della mutazione – i libri scaricabili da internet su abbonamento mensile – era forse prevedibile, ma sembrava lontano, anche perché gli editori di tutto il mondo hanno sempre mostrato una certa angoscia all'idea di essere contagiati da quanto era accaduto nel mercato musicale. E invece, ecco che nel giro di qualche settimana, non una, ma addirittura tre società sbucano quasi dal nulla e promettono ai lettori (se non altro a quelli di lingua inglese) che d'ora in poi, pagando la solita cifretta mensile, avranno a disposizione centinaia di migliaia di titoli e potranno pure pasticciarci a piacimento, componendo le loro personali playlist. 
Della prima di queste nuove imprese, eReatah (“Read more, read better, pay less” il claim) si sa poco. È ancora in versione Beta, ma è già possibile iscriversi e scaricare la app che consentirà di effettuare il download dei libri. Le laconiche risposte alle Faq spiegano che i testi resteranno a disposizione dei lettori, anche in caso di abbonamento annullato, e che il lettore (l'eReatah, appunto) funziona su iPad, iPhone e Android, e anche su Kindle, seguendo “tre semplici passi”. Nella lista dei titoli in home page le novità croccanti sono poche, i libri proposti vanno dai manuali di self-help (I Will Teach You To Be Rich) ai best seller stagionati (la biografia di Steve Jobs, alcuni romanzi di Stephen King...).
Simile, ma più consolidata – e più sofisticata nel linguaggio e nella grafica – appare Oyster, app lanciata a maggio da una startup newyorkese al grido di “Live a life well-read”. Qui l'”interlocutore” è, per il momento, solo l'iPhone (prossimamente anche l'iPad) e i volumi proposti hanno, a colpo d'occhio, un'aura di maggiore “qualità letteraria” (Foster Wallace, Chabon, classici moderni come Aldous Huxley o Jack London). Forse più apparenza che sostanza, ma ha ragione Maurizio Caminito in un articolo dedicato alla nuova impresa a notare che “se, almeno per il momento, l'app di Oyster sembra offrire ancora poco rispetto al gigantesco magazzino di Amazon – che già permette agli utenti Kindle di scegliere tra 350.000 titoli con il servizio di prestito Lending Library –  la nuova tipologia di business in stile Netflix potrebbe portare alla nuova rivoluzione del mercato editoriale in formato digitale”.
Ma già il dubbioso condizionale si sta trasformando in un sicuro indicativo, perché il terzo contendente appena sceso in campo ha spalle molto robuste. Fondata nel marzo 2007 da Trip Adler (30 anni da compiere nel 2014, compagno di università a Harvard di Mark “Facebook” Zuckerberg), Scribd si è conquistata 80 milioni di utenti sparpagliati in più di 100 paesi nel mondo, proponendosi come piattaforma dove caricare e mettere in circolazione gratis o a pagamento testi di ogni tipo: romanzi inediti, saggi accademici, atti processuali. Vuole la leggenda che l'idea sia venuta a Adler, allora ventitreenne, dopo aver sentito il padre, scienziato, lamentarsi della difficoltà di far conoscere al di fuori di una cerchia ristretta le ricerche scientifiche. Oggi la “biblioteca” di Scribd conta oltre 40 milioni di titoli fra libri e documenti e si descrive come “più corposa della Library of Congress”. La struttura, insomma, c'era già e numerose case editrici piccole e medie, superando la loro riluttanza, avevano stretto accordi con Adler, tanto che già dallo scorso gennaio Scribd aveva cominciato a offrire ai suoi abbonati una scelta più ampia di ebooks.  Le due novità di questi giorni sono che Adler è riuscito ad agganciare il gigante HarperCollins e che, forte di questo successo, ha deciso di uscire allo scoperto, offrendo agli utenti accesso illimitato ai testi per 8 dollari e 99 centesimi al mese. Ha scritto Cade Metz su Wired che attirare HarperCollins non è stato facile, ma che alla fine è stato trovato un modello economico sodisfacente per entrambe le parti: “In sostanza, un editore viene pagato solo se un lettore sceglie uno dei suoi libri e viene pagato per intero solo se il libro viene letto per intero”. La differenza, rispetto ad altre librerie online, è che “questo non è il posto dove ti compri la tua copia digitale di Assassinio sull'Orient Express, è un posto dove scorri e leggi tutto quello che in quel momento ti attira, tre o quattro paragrafi del giallo di Agatha Christie, un capitolo di un noir di Elmore Leonard, il tuo romanzo preferito di Neil Gaiman..”.
Per chi ritiene che un libro si sia letto solo dopo che è stato percorso pagina dopo pagina, dal frontespizio all'ultima riga, sono probabilmente stilettate al cuore, ma Jan Johnson, della piccola casa editrice Red Wheel Weiser Books, che ha aderito a Scribd, pensa che i vantaggi non saranno solo economici: proprio la possibilità di sfogliare qualsiasi libro liberamente, sostiene, consentirà alle persone di scoprire libri che magari decideranno di comprare in seguito presso una libreria online o, chissà mai, in un negozio di mattoni, da un libraio in carne e ossa, dal momento che – afferma quasi incredula – “alcune persone leggono ancora i libri sulla carta”. Strano, ma vero.

Questo articolo è uscito sulla rivista online il Bo il 9 ottobre

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