sabato 18 maggio 2013

Poesia13, un cantiere di versi

Laura Pugno
Tre giorni di letture e discussioni aperte al pubblico, con poeti e critici, a Rieti. È la carta d'identità di Poesia13, Cantiere aperto di ricerca letteraria: laboratorio di confronto tra poeti e poetiche che qualcuno ha già ribattezzato «l'antiSalone di Torino». Non lo è, la coincidenza di date si deve al caso - anche se chi vorrà potrà trovarvi uno o più indizi della tanto discussa marginalità della poesia ormai fuori dal mercato - non alle intenzioni degli organizzatori, il gruppo di poeti e critici ESCargot. Scrivere con lentezza, attivo a Roma dal 2009 - di cui fa parte anche chi scrive -, che ha costruito collettivamente il progetto, nato insieme alla Libreria Moderna di Rieti e alla Fondazione Varrone, di un'«occupazione poetica» del centro reatino ironicamente intesa, all'insegna del rigore. 
Da Gian Maria Annovi a Paolo Zublena, passando per Vincenzo Bagnoli, Cecilia Bello Minciacchi, Maria Grazia Calandrone, Alessandra Cava, Fiammetta Cirilli, Andrea Cortellessa, Elisa Davoglio, Paolo Febbraro, Michele Fianco, Francesca Fiorletta, Federico Francucci, Florinda Fusco, Roberto Galaverni, Paolo Giovannetti, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Antonio Loreto, Massimiliano Manganelli, Giovanna Marmo, Giulio Marzaioli, Renata Morresi, Vincenzo Ostuni, Tommaso Ottonieri, Giorgio Patrizi, Maria Concetta Petrollo, Gilda Policastro, Laura Pugno, Marilena Renda, Lidia Riviello, Luigi Socci, Sara Ventroni, Michele Zaffarano, Fabio Zinelli: ai più di trenta poeti e critici under 50 invitati a Rieti (con qualche eccezione anagrafica soprattutto fra i critici; e dove le donne non sono, è bene sottolinearlo, una semplice «quota») è stato infatti chiesto programmaticamente qualcosa di più, come tempo e qualità, della presenza distratta e antonomasticamente festivaliera destinata ad accendersi nel solo momento kairotico di un reading: al contrario, come conditio sine qua non dell'invito è stata posta la disponibilità a una partecipazione completa, non confinata ai propri «quindici minuti di notorietà», ma dispiegata su tutto l'arco del fitto calendario di letture e successivi approfondimenti su ogni autore, che costituiscono l'essenza della «tre giorni». 

Tutto questo potrà avere per qualcuno un sapore un po' antico, e difatti sullo sfondo c'è un modello noto, la formula della storica manifestazione RicercaRE di Reggio Emilia (1993-2003), organizzata con altri da Renato Barilli e successivamente trasferita a San Lazzaro di Savena, nei dintorni di Bologna, da cui la «mutazione» in RicercaBO: formula interpretata, però, senza nessuna soggezione verso le generazioni precedenti, rappresentate a Rieti da Giulio Ferroni.
Se a RicercaRe, infatti, in tempi ancora non sospetti di moda dell'esordio a tutti i costi, si faceva scouting, invitando giovani scrittori di poesia e prosa, a volte esordienti assoluti - e tra questi molti destinati a un futuro come Tiziano Scarpa, Niccolò Ammaniti, Aldo Nove, Simona Vinci, Mauro Covacich, Vitaliano Trevisan - Poesia 13, invece, intende concentrare i riflettori sulla generazione che va, grosso modo, dalla metà degli anni Sessanta alla metà dei Settanta, e che ha alle spalle già un lungo cammino, sia pur nell'assenza - come ha ricordato spesso il poeta Marco Giovenale, a sua volta animatore, insieme a Mariangela Guatteri, Giulio Marzaioli e Michele Zaffarano, degli incontri internazionali di poesia sperimentale EX.IT ad Albinea, nello scorso mese di aprile - di una storicizzazione critica sedimentata. Il taglio ampio, «sotto i cinquanta» serve, più che altro, a tracciare dei perimetri di fattibilità, a delimitare un campo di lavoro, un'area di ricerca e della ricerca: una prima mappatura della poesia contemporanea che in futuro - in una seconda edizione, Poesia14? - potrebbe essere suscettibile di ulteriori approfondimenti e di nuove aperture. Grazie, ci si augura, al lavoro di scavo, che si vuole pensare destinato a continuare, dei critici: e infatti, come ha dichiarato in un'intervista a Affari Italiani il critico-organizzatore Andrea Cortellessa, se, per gli incontri di Rieti «i poeti sono stati selezionati secondo un più o meno lato criterio di affinità, per qualificare al meglio l'uditorio si è fatto appello a super-lettori di un po' tutti gli orientamenti. I confini di un'area non si definiscono, secondo noi, sottraendosi al confronto con quanto da essa esula: ma, al contrario, mettendo in discussione con la maggiore franchezza possibile quanto si trova al suo interno».


Questo articolo è uscito sul "manifesto" venerdì 17 maggio 2013.

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