Sonia Gentili
La bestia ha aspettato l’uomo, quello o qualunque altro, nella luce desertica dell’Appennino.
È grigioazzura, massiccia e atemporale come una divinità. Ha artigli, petto e orecchie da re: tranquillamente consapevoli della propria istanza di dominio; qualcosa nel suo campo visivo risplende sempre con la luce trasversa della sciabola. Di fronte al lupo c’è l’uomo.
L’uomo è grigio, ma esile e come corroso dalla luce; si può immaginare che guardi o preghi il lupo.
La luce è arida, sfocata dalla troppa volontà di colpire o dall’indifferenza del colpire: atemporale come il lupo. Soltanto l’uomo è solo.
Il silenzio è un esercito di muti in ascolto, e l’uomo è solo. Il silenzio è un esercito di muti che accusa l’uomo, e il lupo guarda. Il silenzio è un esercito, ed ha un capo: il lupo. L’uomo sa che il lupo comanda il suo silenzio, e si chiede perché questo sia possibile. La donna lo raggiunge, lo abbraccia; nella stretta qualcosa si allontana da lui come una bestia in fuga.
Questo testo, tratto dalla raccolta Parva naturalia (Aragno editore, 2012), introduce il tema che verrà trattato questo pomeriggio nell'incontro del Laboratorio di Officina Poesia. All'incontro, come sempre coordinato da Sonia Gentili, parteciperà Fabio Donalisio.
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