domenica 9 marzo 2014

L'incipit della domenica - Aleister Crowley, Magick

Aleister Crowley (1875-1947), l'uomo più malvagio del mondo ... ipse dixit ... il mago, il satanista, il pervertito, l'occultista ... L’uomo che finì nella copertina interna del Sgt. Pepper’s lonely hearts club band … probabilmente non fu che un nicciano con parecchia fantasia in più (e una inestinguibile brama sessuale che lo differenzia dal verginello tedesco).
Ateo e anticristiano, tutto il suo credo può risolversi in questi due gusci di noce: “Fa quello che vuoi, questa sarà la tua legge”; una frase liberatoria mutuata dal capolavoro eroicomico di François Rabelais, Gargantua e Pantagruele; e “Una delle cerimonie magiche più semplici e più complete e l'Eucaristia. Consiste nel prendere cose comuni, trasmutarle in cose divine e consumarle”.
Magick è il suo libro più famoso, quello in cui il sincretismo (yoga, alchimia, discipline orientali) diviene la chiave per comprendere l’unica verità in grado di recare verso stati di coscienza superiori.
Impossibile penetrare la foresta di simboli, locuzioni e neologismi disseminati nella sua opera, a meno di non volergli dedicare lo studio di tutta una vita; si rimane spesso colpiti, tuttavia, da alcuni passi: "Ogni uomo e ogni donna è una stella", "Lasciate che i miei servitori siano pochi e segreti, domineranno le moltitudini", "Ricordate che l'esistenza tutta è pura gioia; che ogni dolore altro non è che ombra: passa e finisce, ma esiste ciò che rimane" o, ancora, dalle allusioni misteriche: "Io sono la figlia del Tramonto con le Palpebre Blu. Io sono la Nuda Brillantezza del Cielo Notturno" o "Io sono l'Imperatrice e il Gerofante. In tal modo sono Undici, come la mia sposa che è Undici" e via così.
Crowley soggiornò in Sicilia dal 1920 al 1923 (quando venne cacciato dal governo fascista); proprio qui, a Cefalù, in Contrada Santa Barbara, in una villa presa in affitto, egli fondò l’abbazia di Théleme, sorta di falansterio in cui insegnava e metteva in pratica i principi magici ed esoterici di Magick.
Ancor oggi è possibile ammirare l'edificio.

Aleister Crowley
Come tutti sappiamo l'esistenza è piena di sofferenze. Ricordiamo solo un particolare minimo: ogni uomo è un criminale condannato, che però non conosce la data della sua esecuzione. È molto doloroso per tutti. Perciò ogni uomo fa tutto il possibile per rinviarne la data, e sarebbe disposto a sacrificare qualunque cosa per annullare la condanna.
Fino a oggi nessuna religione si e estinta per non avere promesso abbastanza; il crollo attuale di tutte le religioni e dovuto al fatto che la gente ha chiesto di controllare le garanzie. Gli uomini hanno addirittura rinunciato ai consistenti vantaggi materiali che una religione bene organizzata può offrire a uno Stato, pur di non mostrarsi acquiescenti di fronte alla frode o alla falsità, o un sistema che, anche se non risulta chiaramente colpevole, non è in grado di dimostrare la propria innocenza.
Poiché siamo, più o meno, sull'orlo del fallimento, la cosa migliore che possiamo fare e affrontare il problema radicalmente, dall'inizio, senza idee preconcette. Cominciamo a dubitare di ogni affermazione. Troviamo il modo di assoggettare ogni informazione al controllo dell'esperimento. C'e qualche verità in tutte le pretese delle varie religioni? Esaminiamo il problema. La difficoltà iniziale è dovuta all'enorme abbondanza di materiale. Intraprendere un esame critico di tutti i sistemi religiosi sarebbe un'impresa interminabile: la schiera dei testimoni è troppo numerosa. Ora, ogni religione è ugualmente sicura di sé: e ognuna esige fede. Noi la rifiutiamo, in assenza di una prova positiva. Ma puo essere utile indagare se non vi sia qualcosa su cui tutte le religioni si sono dichiarate d'accordo: perche, se è così, è possibile che meriti una scrupolosa considerazione.
Certamente, ciò non si trova nel dogma. Persino l'idea semplicissima dell'esistenza di un essere eterno e supremo è negata da un terzo della razza umana. Le leggende sui miracoli, forse, sono universali: ma in assenza di prove dimostrative, sono inaccettabili al buon senso.
Ma che si può dire dell'origine delle religioni? Come mai un'affermazione non provata  ha riscosso, tanto frequentemente, il consenso di ogni classe dell'umanità? Non è già questo un miracolo?
Vi è, tuttavia, una forma di miracolo che si verifica senza alcun dubbio: l'influenza del genio. In Natura non si conoscono analogie. È addirittura impensabile un supercane che trasformi il mondo dei cani; ma nella storia dell'umanità il fenomeno si presenta con regolarità e frequenza. Ora, vi sono tre superuomini in disaccordo tra loro. Che cosa vi è in comune tra Cristo, il Buddha e Maometto? Esiste almeno un punto sul quale tutti e tre siano d'accordo?


Non hanno in comune alcun aspetto della dottrina o dell'etica, né una teoria dell'aldilà; eppure, nella storia della loro vita, troviamo un'unica identità, tra tante diversità.
Il Buddha nacque principe, e morì mendicante.
Maometto nacque mendicante, e morì principe.
Cristo rimase pressoché ignoto per molti anni dopo la sua morte.
Autori devoti hanno scritto le vite di questi tre personaggi, e per tutti e tre vi è una cosa in comune: un'omissione. Nessuno ci dice nulla della vita di Cristo tra i dodici e i trent'anni. Maometto sparì in una grotta. Il Buddha lasciò il suo palazzo, e rimase a lungo nel deserto.
Ognuno di loro, dopo avere taciuto fino al momento della sparizione, al suo ritorno cominciò immediatamente a predicare una nuova legge.
È un fatto tanto curioso da indurci a controllare se le storie degli altri capi religiosi lo contraddicono o lo smentiscono.
Mosé visse un'esistenza tranquilla fino a quando non uccise l'egiziano. Poi fuggì nella terra di Midian, e non sappiamo nulla di cosa fece laggiù; tuttavia, non appena ritornò, mise sossopra l'Egitto. In seguito, inoltre, egli si assenta per pochi giorni, sul Monte Sinai, e ritorna portando le Tavole della Legge.
San Paolo, dopo la folgorazione sulla via di Damasco, vive nel deserto dell'Arabia per molti anni, e al suo ritorno scuote sino alle fondamenta l'Impero Romano. Persino nelle leggende dei selvaggi troviamo lo stesso tema universale: un individuo che non è nessuno si allontana per un periodo più o meno lungo, e ritorna come grande stregone: ma nessuno riesce a sapere che cosa gli è accaduto.
Tenuti nel debito conto il mito e la favola, ci troviamo comunque di fronte a quest'unica coincidenza. Un nessuno si allontana, e quando ritorna è qualcuno. È un fatto che non trova una spiegazione normale.
Non vi è nulla che permetta di sostenere che costoro fossero uomini eccezionali fin dall'inizio ...
Qual era la natura del loro potere? Che cosa era accaduto loro, durante l'assenza?
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Bisogna quindi evitare ogni retorica, e cercare di esaminare, senza alcun preconcetto, i fenomeni che accaddero ai grandi capi religiosi dell'umanità.
I metodi consigliati da tutti questi personaggi presentano una sbalorditiva somiglianza tra loro. Raccomandano la virtù (di vario genere), la solitudine, l'assenza di eccitamento, la moderazione nella dieta, e infine una pratica che alcuni chiamano preghiera e altri chiamano meditazione ... cos'è lo stato di preghiera e meditazione? È fissare la mente su di un singolo atto, stato o pensiero.
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Liberando la mente dalle influenze esterne, casuali o emotive, si consegue il potere di scorgere in parte la verità delle cose.
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Affermiamo l'esistenza d'una fonte segreta d'energia che spiega il fenomeno del Genio. Noi non crediamo in alcuna spiegazione sovrannaturale, ma sosteniamo che tale fonte può essere raggiunta seguendo regole precise; il grado del successo dipende dalle capacita del ricercatore, non già dal favore di un Essere Divino. Noi affermiamo che il fenomeno critico che determina il successo è un atto che si compie nel cervello ed è caratterizzato essenzialmente dall'unione di soggetto e oggetto.

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