martedì 25 marzo 2014

Laboratori Officina poesia 2014/Appunti sul V incontro



Patrizia Vincenzoni


Tema del V incontro era: 

Ritmo e voce nella tradizione poetica italiana

Secondo viaggio attraverso i classici: Foscolo, Leopardi, Manzoni

Conduce Sonia Gentili. Partecipa Fabio Donalisio


Aspetti problematici del linguaggio poetico: il silenzio come limite naturale a quello che uno può dire. La pausa. Cantica del paradiso...non si può dire.
In epoca  romantica arte verso il sublime poi c'è tutto,
oltre è intraducibile.
Foscolo e Leopardi.
Si legge poemetto dedicato al silenzio di Donalisio.

Foscolo neoclassico.
Ritmo poesia,suono dolce silenzio frutto di una dissoluzione.
Immagine che svanisce e finisce nel silenzio.
Spezzature sintattiche ma il ritmo poetico è continuo.
Nel '900 si arriva al silenzio attraverso erosione delle parole,assenza delle parole in Foscolo riunione con elemento mortuario che ci abbraccia. 
 Foscolo fiducia nell'eternità dell'arte,percezione del nulla più consolatoria.
"La vita solitaria" riprende il petrarchismo della vita solitaria, solitudine come pratica di vita, abitata da se stesso.
Non animato da nessun Dio cristiano, ma riunione con la natura.
"La seconda stanza" Leopardi, anticipa l'Infinito.
Descrizione della sua esperienza solitaria della natura.
 Espressione poetica leopardiana che ci ha cambiato la vita.
Più aspro, prevale ancora abbraccio, ma maggior sospensione, 
più cesure di Foscolo dove tutto si vede e lega tutto. 
Leopardi  afferma che esiste un silenzio in natura.
Eliot: riflessione sul silenzio in relazione a ciò che non si può dire, 
ma anche in relazione a un senso è perso ma ancora abita l'universo e lo sentiamo lo prossimo dire e non più farlo. 
Tentativo di reminiscenza di qualcosa che si è perduto
Questo limite naturale del linguaggio si sposta più in là semplicemente osservandolo. 
Parole che chiedono di essere pronunciate a bassa voce.
       Il mercoledì delle ceneri.
Riprende inizio del vangelo di San Giovanni.
...ricerca silenziosa della parola di poesia.
 Capacità di addensare per dialettica per addensare meglio il silenzio,non per nascondere.
Lirismo esplicito petrarchesco, l'io esplicito.
Caproni ha veicolato tradizione lirica italiana, ha veicolato dialettica e silenzio

Novenario,testo.
Capacità sovversive del silenzio e del l'assenza. 
Non equilibrio fra il reale e il narrato,
si parla di sé piuttosto che di vivere.
Stare al limite con il silenzio aiuterebbe a produrre equilibrio e ricostruire i mattoni di un sistema che il '900 ha teso a scardinare.


"parla alla parola che tagli ad ogni lato"
Scultore dell'esperienza.
 Fuori da un interiorità ripiegata su se stessa.
Fare e cosa, parole anodine .
Etica che si costruisce attraverso una pratica di vita.

La parola chiara,dice Caproni,non è semplice!

Politica della negazione, filo del paradosso, forma dell'aforisma.
Lavoro di sottrazione di materia.
 Contrasto tra pagina e nero,il silenzio è molto bianco.
Raccoglie tutto lo spettro dei colori possibili.
Politico perché dietro l'affastellamento di rumori ci sono delle volontà.
 Capire non per accumulo.
Poesia di volume, aspetto erotico poesia di contatto, fisicità. 


La bestia è la prima ipostasi del silenzio.

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