True detective: Black stars rise in Carcosa |
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Storia del Necronomicon, il libro maledetto
H. P. Lovecraft, L'uomo che sussurrava nelle tenebre
1842. Edgar Allan Poe (1809-1849) pubblica La maschera della morte rossa.
Il
principe Prospero, per evitare il contagio della pestilenza, si rifugia in una
abbazia sconsacrata, assieme a una brigata di scelti cortigiani, eleggendola a
luogo di delizie.
Una
sera, durante un festino, si insinua nella corte una figura mascherata: le
fattezze riproducono il volto d'un cadavere morto per l'epidemia; gli abiti
sono schizzati di scarlatto:
"Allora, chiamando a raccolta il coraggio
violento della disperazione, una folla di maschere si precipitò nella sala
nera; ma afferrando lo sconosciuto che stava diritto e immobile come una grande
statua nell’ombra dell’orologio di ebano, tutti si sentirono soffocati da un
terrore indicibile, vedendo che sotto il lenzuolo e la maschera cadaverica che
avevano abbrancata con sì violenta energia non si trovava nessuna forma
tangibile ..."
Non
ha maschera? Non ha maschera: è, essa stessa, la Morte Rossa.
Il
principe, i cortigiani, i soldati, muoiono uno dopo l'altro.
La
Morte pianta il vessillo definitivo nelle stanze patrizie.
1886. Il misantropo e cinico
Ambrose Bierce (1842-1914) pubblica Un
abitante di Carcosa (An inhabitant of
Carcosa), dove è citato l'immaginario Libro
segreto di Hali:
"Poiché diversi sono i modi di morire, alcune
volte il corpo rimane; altre volte svanisce con lo spirito. Ciò avviene
comunemente con la solitudine e, nessuno assistendo alla sua fine, noi diciamo
che l'uomo e perduto o ha intrapreso un lungo viaggio: il che in verità ha
fatto; ma alcune volte e accaduto alla vista di molti, come numerosi testimoni
asseriscono ..."
Nel
racconto il protagonista medita lungamente l'opera e gli insegnamenti del
filosofo Hali; in tal modo, passo dopo passo, arriverà a capire d'esser già
morto: la rivelazione coinciderà col suo arrivo nella "celebre e antica città di Carcosa",
le cui rovine divengono metafora della futilità dell’esistenza umana.
Bierce
potrebbe aver derivato il nome di Carcosa da Carcas, antico nome della città di
Carcassonne, nella Francia meridionale; oppure, più brutalmente, da carcass, carogna.
Robert William Chambers |
1895. Robert William Chambers
(1865-1933) pubblica Il re in giallo,
una raccolta di dieci racconti, sospesi tra fantastico e decadentismo; i primi
quattro (Il riparatore di reputazioni,
La maschera, Nella corte del drago e Il
segno giallo) sono legati tematicamente fra loro: in essi ricorrono,
infatti, come cerchi concentrici, tre elementi sovrannaturali:
Un
libro maledetto, Il re in giallo, che
ha il potere di far impazzire.
Un
entità maligna e onnipotente, chiamata Il
Re in Giallo.
Il
segno giallo, simbolo traverso cui tale forza malefica si manifesta.
Il
libro maledetto, strutturato in due atti, come una tragedia elisabettiana o
giacobita del Seicento inglese, è ambientato a Carcosa, sulle rive del lago Hali.
D'esso
ci restano, necessariamente, dei brandelli.
Sappiamo
che in Carcosa vive una dinastia imperiale o regale.
Conosciamo
solo due nomi coinvolti in tale tragedia: Cassilda e Camilla.
In
Carcosa (di cui ignoriamo l'ubicazione: terrestre, aliena o infernale) si
celebra il culto delle stelle nere: Iadi e Aldebaran.
Altri
nomi citati sono: Yhtill, Dehme, Hastur.
Hastur,
nome che compare per primo in un racconto di Bierce, Haïta the shepherd (1893), è, forse, un luogo o il nome stesso
della divinitè negativa: il Re in Giallo (Hastur = Colui che non deve essere
nominato).
Ed
ecco una breve storia del libro desunta dal primo racconto di Chambers, Il riparatore di reputazioni:
"Durante la convalescenza, avevo acquistato e
letto per la prima volta Il re in giallo ... Lo lessi e lo rilessi, e piansi e
risi e tremai in preda a un orrore che talvolta mi assale ancor oggi. Ed è questo che mi turba, perché non posso dimenticare Carcosa, dove stelle nere si
librano nei cieli; dove le ombre dei pensieri degli uomini si allungano nel
pomeriggio, quando i soli gemelli scendono nel lago di Hali; e la mia mente
conserverà per sempre il ricordo della maschera pallida .... Quando il governo
francese sequestrò le copie appena arrivate a Parigi, Londra, ovviamente, fu
presa dalla smania di leggere quell'opera. Tutti sanno che il libro si diffuse
come una malattia infettiva da una città all'altra, da un continente all'altro,
qui proibito, là sequestrato, denunciato dalla stampa e dal pulpito, criticato
duramente persino dai letterati anarchici più spinti. In quelle pagine perverse
non era stato violato alcun principio preciso, non era stata promulgata alcuna
dottrina, non era stata offesa alcuna convinzione. L'opera non poteva venire
giudicata in base ad alcun criterio conosciuto, eppure, benché tutti
ammettessero che ne Il re in giallo era stata raggiunta la più alta vetta
dell'arte, tutti erano egualmente concordi nel ritenere che la natura umana non
era in grado di reggere quella tensione, di vivere di parole nelle quali stava
in agguato l'essenza del veleno più puro. La stessa banalità, la stessa
innocenza del primo atto servivano soltanto a fare si che il colpo sferrato più
avanti producesse un effetto ancor più devastatore ...".
Il
libro diffonde il contagio del male come una peste. Un'epidemia di suicidi ha
luogo tanto che le autorità varano una Camera dei Suicidi.
Del
libro Chambers riporta due estratti. I primi due (e forse anche il terzo)
provengono, ovviamente, dal primo atto, l'unico che sia possibile leggere senza
sprofondare nell'insania:
Sulla spiaggia s'infrange l'onda nebulosa,
ed i Soli gemelli tramontano nel lago;
le ombre si allungano a
Carcosa.
Ardono stelle nere: la notte è misteriosa,
Là dove strane lune s'aggirano nei cieli,
Ma ben più strana è la perduta
Carcosa.
Le Iadi canteranno l'armonia melodiosa,
Ma dove sventolano i cenci del Re,
Morrà inascoltata: nell'oscura
Carcosa.
Canto dell'anima mia, la mia voce è spenta.
Anche tu muori, mai nato, come una lacrima mai pianta
S'asciuga e muore, nella perduta
Carcosa.
Canzone
di Cassilda, Il Re in Giallo, Atto I,
scena 2
Ed
ecco il secondo:
Camilla: Signore, devi toglierti la maschera
Sconosciuto: Davvero?
Cassilda: Davvero; è l'ora. Noi tutti abbiamo deposto
i travestimenti, tranne te
Sconosciuto: Io non ho maschera
Camilla: (Atterrita, a
parte a Cassilda): Non ha maschera? Non
ha maschera!
Il
Re in Giallo, Atto I, scena 2
Il
terzo:
"Non su di noi, o Re, non su di noi!"
1930. Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) pubblica Colui che sussurrava nelle tenebre (The
whisperer in the darkness). Nel racconto appaiono riferimenti ominosi, che già
conosciamo: Hastur, Hali, il Segno Giallo:
"Lessi
nomi e parole che avevo già sentito altrove e che sapevo riferirsi ai misteri
più orridi: Yuggoth, il Grande Cthulhu, Tsathoggua, Yog-Sothoth, R'lyeh,
Nyarlathotep, Azathoth, Hastur, Yian, Leng, il lago di Hali, Bethmoora, il
Segno Giallo, L’mur-Kathulos, Bran e il Magnum Innominandum ..."
La
madre di Robert Chambers, Caroline, era diretta discendente di Roger Williams,
il fondatore di Providence (1636), Rhode Island, l'amatissima e avita città
natale di Lovecraft, dai vicoli tortuosi e dai tetti a guglia.
Anche
Lovecraft avrà commerci letterari con un libro proibito, il Necronomicon (Al
Azif), scritto dall'arabo pazzo Abdul Alhazred attorno all’VIII secolo.
A
Providence nascerà Cormac Mc Carthy, il cui romanzo principale, Meridiano di sangue, è devoto al tempo
circolare dell’eterno ritorno di Friedrich Nietzsche.
1966. Esce L'incanto del lotto 49 di Thomas
Pynchon. Nella trama, complicata dai pletorici riferimenti culturali e dagli
sberleffi, compare un lago (Inverarity) e una misteriosa piece teatrale
secentesca (giacobita), La tragedia del
Corriere, ispirata all'Italia rinascimentale; in essa, fra incesti,
vendette ed eccidi, spicca una misteriosa entità, Tristero: questi,
simboleggiato da un altrettanto enigmatico segno (una sorta di tromba munita di
sordina), alimenta speranze imperiali e messianiche (Siamo in attesa
del silenzioso Impero di Tristero) e nutre ideologicamente un'organizzazione
segreta chiamata WASTE (WASTE = We Await Silent Tristero's Empire).
Do you read Sutter Cane? |
1995. Esce il film di John
Carpenter, Il seme della follia (In the mouth of madness). Sutter Cane,
scrittore misterioso e misantropo, è l’autore del libro In the mouth of madness; la realtà sembra mutare parallelamente
alla sua scrittura; la pazzia è il risultato della lettura; ondate di follia si
susseguono nel mondo: libro e vita ormai coincidono.
Gli
individui toccati dal male si trasformano in entità deformi, a imamgine e
somiglianza di creature antichissime (e di cui Sutter Cane era devoto), le
stesse che governavano il mondo milioni di anni prima della razza umana: gli
Old Ones o gli Ancient Ones, insomma, già immaginate da Lovecraft, e anticipate
dai maestri segreti americani Poe, Bierce e Chambers.
2013. Viene trasmesso, in
otto puntate, il serial HBO True
detective.
La
coppia d'investigatori Rustin Cohle (Matthew McConaughey) e Marty Hart (Woody
Harrelson) indaga sulla morte della prostituta Dora Kelly Lange, a Vermilion Parish,
Louisiana. La donna, legata e bendata, viene ritrovata sotto un albero
solitario, composta come nell'atto della preghiera: sulla schiena sono tatuati
simboli misterici; sul capo spiccano delle corna di cervo ricavate
dall'intreccio di numerosi ramoscelli; altre figure così costruite (simili a
trappole per animali usate dai cacciatori cajun) pendono dai rami o giacciono
accanto.
Dal
diario della Lange, Cohle e Hart apprendono ch'ella era sotto l’influenza d'una
figura misteriosa, il Re in Giallo, sovrano di Carcosa.
Si
delinea un vasto complotto, esteso a tutto lo Stato, lungo la direttrice d'una
congregazione di scuole e seminari religiosi; una setta occulta responsabile di
omicidi e stupri rituali ai danni di donne e bambini.
In
una puntata il detective Rustin Cohle dice: il tempo è un circolo schiacciato (“Time is a flat circle”); per noi uomini il
mondo è sferico, quadridimensionale; per un dio (il Re in Giallo) che ci
osserva (dalle Iadi? Da Aldebaran?) è un cerchio piatto in cui il tutto è
presente, per sempre.
Confessa
Rustin Cohle:
Tutto
quello che abbiamo fatto o faremo
Lo
rifaremo ancora e ancora e ancora.
Capite,
tutto ciò che è fuori
dalla
nostra dimensione è eternità.
E'
l'eternità che ci scruta dall'alto.
Ora, a noi
sembra una sfera.
Ma per
loro è un cerchio.
L’eterno
ritorno, il circolo. McCarthy. Providence. Lovecraft. Chambers. Bierce. Poe.
E
una poesia di Miguel de Unamuno, dedicata a Aldebaran:
Sei tu un occhio del Signor che veglia,
ognora desto,
un occhio che le tenebre perlustra
e va contando i mondi
della sua
greggia?
L’ultima
puntata di True detective andrà in
onda il 9 marzo.
Ne
riparleremo.
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