martedì 12 novembre 2013

Il poeta dislessico

Nonostante abbia vinto il Pulitzer per la raccolta di versi Failure, Philip Schultz, il poeta di cui quest'anno si occupa il Laboratorio di traduzione di Monteverdelegge, è sconosciuto in Italia. Ma questa distrazione non durerà a lungo. Un paio d'anni fa Schultz ha pubblicato un memoir, My Dyslexia, in cui parla del proprio rapporto con una "disabilità" (ammesso la si possa definire come tale) della quale oggi si discute molto, e spesso a sproposito, anche nel nostro paese. In un'intervista su Poems Out Loud, lo scrittore riflette sull'apparente contraddizione dell'essere un poeta dislessico:  "Se sono diventato un poeta, questo probabilmente ha a che fare con le emozioni che ho provato a causa della mia dislessia e del bullismo di cui per questo sono stato oggetto. Queste emozioni, io le potevo esprimere più velocemente e direttamente attraverso la poesia: riuscivo a incapsulare le mie idee e i miei sentimenti in minuscoli missili che alleggerivano la pressione e la fatica di un costante confronto, e mi consentivano isole di pace e di sollievo. Penso che la poesia mi abbia offerto il rifugio da un prosaico mondo di lotta, e che questo avvenga ancora, forse più spesso di quanto mi piaccia ammettere. La poesia è stata protezione e salvezza, un luogo tranquillo dove raccogliermi e affinare il mio senso di me, un luogo di cura. E lo è ancora". 

1 commento:

  1. Anch'io sono (sono stato) dislessico ... un percorso difficile per correggere questa mia "anomalia" ... ma è bello avanzare nella via malgrado il tuo handicap ... ti senti più forte degli altri e pensi che con la volontà e la pervicacia tutto sia possibile.

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