lunedì 24 giugno 2013

Una bambina smarrita nel buio della mente

Ti racconto un libro:
Michèle Halberstadt, La petite
traduzione di Elena Cappellini
L'orma, pp. 132, euro 13,50

Roberto Liberatori
"La tana che mi ero costruita si era trasformata in una prigione nella quale mi rinchiudevo ogni giorno di più e della quale sarei stata incapace di trovare la chiave". Lei, la protagonista del romanzo, è una bambina ipersensibile e diversa dagli altri. Quando a otto anni perde il nonno, col quale ha un rapporto speciale, si accorge che la famiglia cerca di proteggerla dal dolore. Questo fatto scatena nella sua mente un malinteso che la spinge ad annullarsi, a rendersi muta e invisibile a tutti. Fino al punto di volere la morte. Prende avvio da questa scelta estrema e sofferta il romanzo di Michèle Halberstadt, giornalista e produttrice cinematografica francese.  La sua scrittura sapiente ripercorre le fasi di questa discesa negli angoli bui della mente con il racconto in prima persona della nostra protagonista. Attorno a lei i genitori, una sorella messa su un piedistallo, uno zio egocentrico, una compagna di classe carogna e due amici del nonno grazie ai quali intravede un mondo raffinato e cosmopolita, in cui l'arte è un piacere a cui vale la pena di consacrarsi. La "piccola" cerca di sopravvivere al suo mondo di sentimenti soffocati con la lettura e la scrittura: inventa un personaggio, Laure, amica immaginaria che rappresenta ciò che vorrebbe essere. E continua a dialogare muta col nonno. Ma quando tutto sembra perso, si spezza qualcosa nella sua mente e la piccola intravede una seconda possibilità, o meglio una scelta di vita diversa. Semplicemente volendo.  La rinascita della nostra  protagonista è la presa di coscienza dei propri doni, di tutto quello che, per un malinteso, può essere scambiato per "singolarità". Nel breve romanzo la lasciamo così, alle prese con la sua nuova vita. Lei, a passeggio con il suo abito leggero che svolazza al vento e la voglia di sorridere a tutti. Noi, a riflettere su come la mancanza di comunicazione e una percezione sbagliata di se stessi possa produrre tanta infelicità. Anche in tenera età. 

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