Bloomsday 2013. Per la prima volta il 16 giugno, curiosa festa insieme accademica e informale che ricorda la data entro la quale si svolge l'azione dell'Ulisse, vedrà tre versioni italiane del capolavoro di Joyce: la traduzione "classica" di Giulio De Angelis, cui nel 2012 si è affiancata quella di Enrico Terrinoni, edita da Newton Compton, e di recente quella di Gianni Celati, uscita per Einaudi.
Ecco gli incipit a confronto:
Ecco gli incipit a confronto:
Stately, plump Buck Mulligan came from the stairhead, bearing a bowl of lather on which a mirror and a razor lay crossed.
Traduzione di Giulio De Angelis (Oscar Mondadori)
Statuario, il pingue Buck Mulligan spuntò in cima alle scale,con in mano una ciotola di schiuma su cui giacevano in croce uno specchio e un rasoio.
Traduzione di Enrico Terrinoni con Carlo Bigazzi (Newton Compton)
Imponente e grassoccio, Buck Mulligan stava sbucando dal caposcala con in mano una tazza piena di schiuma, su cui s'incrociavano uno specchio e un rasoio.
Traduzione di Gianni Celati (Einaudi)
Enrico Terrinoni è ospite di Plautilla martedì 11 giugno alle 18 per un incontro intitolato "Aspettando il Bloomsday: traduzioni a confronto".
Chi invece si trovasse a Genova domenica 16, potrà calarsi anche fisicamente nelle atmosfere del romanzo di Joyce.
Come da diversi anni, il Festival internazionale di poesia del capoluogo ligure si apre infatti con una lettura più o meno integrale dell'Ulisse in diversi luoghi del centro storico. Scrive Massimo Bacigalupo, che orchestra il rito: "Ci sarà da banchettare con i rognoni di Bloom a pranzo (per gli spiriti forti) e da ascoltare il ringhiare del cagnaccio Garryowen al pub dove Bloom si scontra epicamenrte col Ciclope - e vince la battaglia contro l'oscurantismo patriottardo e razzista". E non mancano "nuove e vecchie Molly Bloom per chi sarà ancora in giro alle 23 dalle parti di Piazza Fossatello".
“È compito del traduttore rimettere in libertà nella propria lingua quella lingua pura che si trova sotto l’incantesimo di un’altra, per liberare la lingua imprigionata in un’opera nella sua ri-creazione di quell’opera.” questo dice Walter Benjamin, lo cito come spunto di riflessione, su fb c'è questa pagina, forse può interessare.
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/pages/Gli-amici-della-Casa-delle-Traduzioni/228273153895994