Ho
dubitato poco della verità di questo cartello.No, non è uno scherzo.
L'ha
scritto Dante, è sicuro; e Dante vuole una donna, come compagna: compagna di
vita, perché la solitudine è una bestia difficile da ammansire.
Non
tutti conoscono l'arte di placare questa stretta del cuore: la solitudine. Si è
soli in mezzo alla folla; la casa diventa un oceano in cui annegare; ogni
inciampo alla vita un macigno che non vale neanche la pena di provare a scalare.
Ci
vogliono anni per distillare gli antidoti al veleno.
Anni
in cui occorre ferirsi lungamente e aspettare che la pelle si ricostituisca più
tenace attorno alla piaga; anni in cui imparare devotamente a cambiare luogo
d'osservazione: poco più in alto, un tantino più fuori asse; la vita vista
obliquamente: bene così. I migliori si mettono a testa in giù: osservare il
mondo sottosopra è un balsamo per i solitari: a volte si ride, spesso si alzano
le spalle, qualche volta si tira avanti serrando i denti; alcuni fortunati si divertono
pure: l'amata solitudine rende chiari e definitivi i contorni degli eventi.
Non
sempre va bene, però. I meno preparati, che sono la maggioranza, sentono
invadere lentamente il cuore da una melassa nera e acida che principia a
corrodere la volontà: è la solitudine, fatta di rimpianti, nostalgie e
dall'improvvisa rivelazione della morte. Non tutti si rendono conto del mostro:
Dante non se ne rende conto, sono sicuro; ecco perché possiede una così quieta
disperazione, l'amarezza di cui non riconosce la scaturigine. Tanto più acuta
quanto meno riconosciuta.
E
Dante è un puro: solo un animo di tal fatta potrebbe esornare quel 'cercasi'
con il candore dei pastelli. E la dicitura 'compagna di vita'? Chissà quanto resta
da vivere a Dante. Povero Dante, amico mio. |
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