venerdì 25 aprile 2014

"Casa nostra": storie di "resistenze" diverse. Un documentario su un welfare illegale


Roma Centocelle: via delle Acacie e una storia di occupazione iniziata due anni e mezzo fa. Ora quella storia è un documentario, si intitola Casa nostra ed è stato realizzato da Livia Parisi e Lucilla Castellano. Racconta di una sessantina di famiglie composte da italiani e stranieri, che hanno occupato una scuola in disuso. Occupazione strenua, sostenuta da uno dei Comitati di lotta per la casa più agguerriti di Roma, destinata a terminare forzatamente - pare -  in questi giorni. 
Nella capitale ogni anno vengono emesse sette mila sentenze di sfratto e sono quasi 30mila le richieste di alloggio popolare che arrivano al Comune. Restano per strada disoccupati, persone che non ce la fanno a pagare mutui troppo alti, lavoratori precari, anziani con la pensione minima che non arrivano  fine mese e non riescono a pagare un affitto. Sono questi i volti e le voci che animano il documentario Casa nostra, descrivendo un'emergenza diffusa; denunciando la mancanza di un reale progetto di edilizia residenziale pubblica e di cohousing sociale; facendo emerge anche una realtà di convivenza veramente multietnica dove in certe occasioni si condividono piatti e riti di diverse tradizioni culturali. E infine, ma non meno importante, il documentario è una preziosa testimonianza dei due anni di non facile (né sempre pacifica) occupazione, che ha di fatto dato vita a una sorta di welfare parallelo e illegale anche se "il progetto di autocostruzione" è stato presentato a un convegno al Parlamento europeo, come “esempio di riutilizzo di spazi abbandonati e modalità concreta per superare il problema abitativo”. 

Il film, presentato in anteprima al Festival del documentario di Bari, dovrebbe essere proiettato a Roma il 27 aprile 2014 alle ore 20.30 presso il Teatro Valle Occupato.

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