mercoledì 2 aprile 2014

"Non bruci i nostri libri signor Sindaco!". Lettera-appello di un cittadino in difesa delle Biblioteche di Roma

In un post precedente, infatti, Mariaelena Esposito, della Biblioteca Cornelia, metteva in evidenza i problemi dell’Istituzione, che sembra destinata a un lento, ma sicuro ridimensionamento.
Oggi è un privato cittadino, Domenico Pansini, in una lettera aperta al Sindaco di Roma Ignazio Marino, a motivare puntigliosamente una strenua difesa delle Biblioteche romane, luoghi di socialità e crescita intellettuale.
Segue una postilla (e una risposta di ringraziamento) della consueta pasionaria Mariaelena Esposito.


Al SIGNOR SINDACO DEL COMUNE ROMA

Oggetto: Biblioteca Cornelia e Biblioteche di Roma

Illustrissimo Sindaco Marino,

Apprendo con immenso rammarico la volontà di voler ridurre le ore di apertura delle Biblioteche di Roma come diretta conseguenza di un taglio del già magro salario percepito dai dipendenti.
Ora io non entro nel merito di questa notizia che spero sia priva di ogni fondamento, e non entro nel merito neanche delle eventuali motivazioni che possano averLa portata ad una simile eventuale determinazione. Non starò a tediarLa troppo con le mie vicissitudini personali che possono essere tuttavia quelle di tante persone come me cresciute in periferie tra Casalotti, Montespaccato e Primavalle, e che quella periferia se la portano dentro per tutta la vita, con una parola che ti rimbomba in testa:

NONOSTANTE...NONOSTANTE…NONOSTANTE…”

Ho visto in questi anni la mia città ed il mio quartiere “evolvere” all’insegna di quelle sana globalizzazione
che ci spacciavano per radioso futuro, ho veduto i prati dove giocavamo spensierati scomparire per lasciar posto agli scempi dei palazzinari di turno. Ho veduto sorgere orribili case “popolari”, con il solo intento non di dare alloggi decorosi ma di raffazzonare voti tra i più disperati in cambio di anonime gabbie di grigio cemento. Ho veduto le piccole attività sparire in silenzio dal dilagare di talvolta inutili centri commerciali nati a tempo di record, dove la parola “Bellezza” di cui eravamo primi fautori a livello mondiale ha lasciato il posto al degrado morale ed intellettuale talvolta esasperato. 
Primavalle, Montespaccato, hanno gradualmente rinunciato alla loro “Bellezza” Signor Sindaco fatta unicamente da persone semplici e lavoratrici, che non hanno mai fatto la storia, perché troppo impegnate a subirla, in nome di un’integrazione di fatto mai avvenuta tra centro e periferia.
La “Grande Bellezza” sindaco non si aggirerà mai nei nostri quartieri, nelle nostre scuole, non correrà lungo le nostre strade e di sicuro non si affaccerà mai sulle terrazze delle nostre case. Nessun Sorrentino si interesserà mai a noi o coglierà nelle sue macchine da presa frotte di poveri derelitti che frugano ogni giorno nei cassonetti e che sempre più parlano la mia lingua.

A noi egregio Signore tocca sempre il: NONOSTANTE!


Quando già decenni or sono iniziavo a veder tutto perduto nel nostro “rione”, dove persino l’immondizia ormai ritirata sempre più di rado inizia ad essere un paesaggio così naturale cui nessuno più fa caso, quando vedevo le piccole botteghe iniziar a chiudere sostituite dai primi solarium e poi dalle “sale slot” ed i centri scommesse, ho iniziato a pensare che neanche il NONOSTANTE potesse più bastarci, ed ho iniziato a temerlo proprio mentre arrivava la mia prima figlia.
Allora Signor Sindaco:
Nonostante la mia prima figlia non fosse stata presa all’asilo perché non c’era posto, con la mamma che aveva l’unica colpa di non aver più lavoro.
Nonostante un mutuo da pagare con la fortuna di poter seppur a fatica riuscirvi.
Nonostante la provenienza da una famiglia così umile da esser considerata come chi mi stava intorno di fatto, ai limiti di una povertà che qualcuno ci aveva spacciato per mera normalità.
Nonostante le tante promesse mai mantenute dalle amministrazioni di destra e sinistra, qualcosa di buono era tuttavia avvenuto, e una volta tanto nonostante tutto: funzionava!
Nonostante avessi smesso di credere nella politica italiana, iniziavo io come tanti altri a portare i nostri figli a sognare, e dato che ognuno di noi ha bisogno di credere in qualcosa oppure di drogarsi non foss’altro che d’utopia per sfuggire ad un presente scomodo, iniziai a pochi mesi dalla nascita della mia bambina a passare con lei lunghe ore tutti i giorni nella Biblioteca Cornelia, leggendole (posso ben dirlo) quasi tutti i libri del catalogo, in barba a quel Nonostante che sembrava finalmente allontanarsi, poiché ci regalavamo meravigliosi pezzi di mondo a costo zero.
Eppure fuori da quelle tranquille mura, i NONOSTANTE imperversavano:
Nonostante gli abusivismi edilizi, Signor Sindaco, nonostante l’immigrazione incontrollata, nonostante la sporcizia e le buche, nonostante l’inquinamento, nonostante una discarica sempre più vicina, che quando gira il vento ti ricorda che sei dalla parte sbagliata della città, mentre chi ci lucra sopra è sempre controvento e la puzza non la sente.
Nonostante le mancate manutenzioni, nonostante scriteriate politiche scolastiche, nonostante i tagli di personale, nonostante il traffico, nonostante gli autobus sempre pochi sporchi ed affollati, nonostante gli uffici comunali con le code sempre troppo lunghe, NONOSTANTE tutto, anche noi, gente di periferia, “Gente de Borgata” cui solo Pasolini forse aveva osato volger l’attenzione, avevamo il nostro punto aggregativo culturale, sociale, apolitico aconfessionale- gratuito, dove io come tanti altri potevo studiare, portare le mie figlie nel frattempo arrivate a due, partecipare, sentirmi importante, o semplicemente Cittadino, che forse è la stessa cosa non trova?
Nonostante tutto Signor Marino finalmente ci sentivamo un po’ più uguali.
In breve tempo la Biblioteca Cornelia come tante altre, prese il suo ritmo, ed era un ritmo forsennato, dove da volano non c’erano impiegati comuni, ma per una serie forse di fortunate coincidenze, persone straordinarie, che hanno fatto del loro lavoro una vera missione, semplicemente perché hanno studiato e scelto di fare quel lavoro. Sì perché nonostante il bibliotecario possa sembrare un comune impiego, non lo si può fare se non si ha cultura e passione a dismisura ed una professionalità che non può non esser riconosciuta od addirittura vilipesa. Se vi è alcuno all’interno del suo entourage che sostiene il contrario, lo inviti a passare un giorno, un solo giorno in una biblioteca di periferia, nella NOSTRA biblioteca di periferia!
Non in quelle di centro La prego, che pure meriteranno indubbiamente la sua attenzione, ma in una come CORNELIA.

Si renderà conto Signor Sindaco, di quanti ragazzi tentino di studiare in biblioteca nonostante a casa abbiano condizioni spesso proibitive per farlo, di quanti possano accedere ad un pc od ad internet nonostante non abbiano i mezzi per comprarlo, di quanti possano usufruire di libri e film accrescendo le proprie conoscenze che un giorno potranno riversare al servizio di questo malandato paese, nonostante a pochi passi vi siano meno complesse e invitanti sale giochi. “Non luoghi” questi ultimi, dove affidare il proprio futuro alla scommessa di un bieco erario più stolto e cieco della sorte, che impietoso e ridotto all’osso punta al blachennomio, al magro sostentamento delle famiglie di periferia per poter sopravvivere, violentando il nostro futuro e dando un messaggio completamente errato alle giovani generazioni: l’autoaffermazione attraverso una schedina! Pazzesco!
Chi legge libri signor Sindaco, usa la propria testa, ragiona e sa, o per lo meno presuppone di sapere, e inviterei quindi la medesima persona del suo entourage che possa eventualmente averLe suggerito simili “sconcezze” (mi passi il termine) ad uscire dalla Biblioteca ed ad entrare poi in una delle tante sale giochi limitrofe, senza attirare troppo le attenzioni dello strozzino di turno, e si faccia poi riferire se si respira la stessa aria.
Alla luce di questa piccola banale, probabilmente ridicola prova che umiliandomi Le chiedo Signor Sindaco, se Lei volesse proseguire su questa paventata e scellerata scelta, dovrà essere cosciente che per ogni minuto di chiusura di una biblioteca si perderà un minuto di opportunità e quel minuto andrà poi moltiplicato per ogni singolo utente, lei lo sa quanti utenti ha la NOSTRA biblioteca Signor Sindaco?
Io non so se riesco a farLe capire che ci sono bambini che in casa (quando ce l’hanno) non hanno neanche un luogo dove raccogliersi o giocare. Ho veduto un padre una volta, non aveva una gran cultura probabilmente, ma aveva portato lì suo figlio conscio che era importante farlo, e insieme attaccavano sull’album figurine dei calciatori, poi il bimbo si è alzato ed ha detto al padre: “ papà mi prendi un libro sul calcio?” E da una passione che non c’entra nulla quel bimbo ha iniziato a leggere.
Se nonostante tutto Signor Sindaco Lei volesse proseguire su questa linea, significherà condannare all’inedia intellettivo-culturale collettiva persone che nel giro di chilometri non hanno altro, e nonostante le tante promesse verrà loro tolto tutto.
Bambini, anziani e adulti hanno bisogno di quelle biblioteche, e qualsiasi tentativo di depauperarli di un qualcosa che nutre il loro spirito e la loro voglia di scoperta in nome del risanamento di un bilancio di cui loro, NOI e lo stesso personale non ha mai partecipato e non è responsabile, sarà un gesto grave al pari forse di quelle dittature che una volta istauratisi bruciano i libri come primo atto di sottomissione.
Non bruci i nostri libri Signor Sindaco! Non si renda responsabile di questo scempio! Quella è la NOSTRA Biblioteca, e capisco che se un domani non esistesse più potrebbe tornar comodo a chi la seguirà non aver nessuno che tenti di scrivere scomode lettere come probabilmente è questa.
Quella è la NOSTRA Biblioteca, chi l’ha preceduta ce l’ha data, ma solo dopo averci tolto tutto, non sappiamo bene perché l’abbia fatto ma l’ha fatto, e io nei limiti consentiti della civile protesta e dell’assoluta legalità, farò nel mio piccolo tutto il possibile per difenderla, ma non per me, né per i miei figli, ma per i figli del mio quartiere dove NONOSTANTE tutto sono cresciuto, ed a forza di NONOSTANTE ho imparato civilmente a lottare.
Mi dicono Lei sia diverso dagli altri, se è vero, e lo è in positivo, forse è il momento di dimostrarlo, perché gli “altri” a tanto non erano mai arrivati!

Con ogni cordialità, Nonostante tutto!

Roma lì: 31 Marzo 2014

Domenico Pansini
Utente fiero della Biblioteca CORNELIA

* * * * * 

Caro Domenico,

due parole soltanto... di ringraziamento per quello che hai scritto!
Sono commossa, nel mio piccolo ... mi hai fatto sentire veramente grande!
Io ho lavorato in tantissime biblioteche dal 2000 ad oggi e ho lasciato una delle tre Ammiraglie, allontanandomi, tra l'altro da casa e lasciando la mia periferia (Primavalle), per venire a condividere con persone come te Fede Giulia e Laura (le tue bellissime tre primedonne) un bellissimo scambio, a questo punto non solo di libri, studio e cultura nella nostra solare (come poche) Cornelia ...
 Ieri c'è stato un incontro tra i nostri Sindacati e l'Assessore alla cultura Flavia Barca. Purtroppo, noi "comuni" bibliotecari, non sappiamo ancora nulla in proposito ... un assordante ed ingombrante silenzio (anche da parte di chi normalmente "urla") pervade la nostra rete e ci attanaglia ... ma io (sempre personalmente) non posso che ben sperare!!! Questo Sindaco l'ho votato ... non posso che dargli fiducia!!!

Mariaelena Esposito da Cornelia

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