In un post precedente, infatti, Mariaelena Esposito,
della Biblioteca Cornelia, metteva in evidenza i problemi dell’Istituzione, che
sembra destinata a un lento, ma sicuro ridimensionamento.
Oggi è un privato cittadino, Domenico Pansini, in
una lettera aperta al Sindaco di Roma Ignazio Marino, a motivare puntigliosamente
una strenua difesa delle Biblioteche romane, luoghi di socialità e crescita
intellettuale.
Segue una postilla (e una risposta di ringraziamento)
della consueta pasionaria Mariaelena Esposito.
Al SIGNOR SINDACO DEL COMUNE ROMA
Oggetto: Biblioteca Cornelia e Biblioteche di Roma
Illustrissimo Sindaco Marino,
Apprendo con immenso rammarico la
volontà di voler ridurre le ore di apertura delle Biblioteche di Roma come diretta conseguenza di un
taglio del già magro salario percepito dai dipendenti.
Ora io non entro nel merito di
questa notizia che spero sia priva di ogni fondamento, e non entro nel merito neanche delle eventuali
motivazioni che possano averLa portata ad una simile eventuale determinazione. Non starò a tediarLa troppo con
le mie vicissitudini personali che possono essere tuttavia quelle di tante persone come me cresciute in
periferie tra Casalotti, Montespaccato e Primavalle, e che quella periferia se
la portano dentro per tutta la vita,
con una parola che ti rimbomba in testa:
“NONOSTANTE...NONOSTANTE…NONOSTANTE…”
Ho visto in questi anni la mia
città ed il mio quartiere “evolvere” all’insegna di quelle sana globalizzazione
che ci spacciavano per radioso
futuro, ho veduto i prati dove giocavamo spensierati scomparire per lasciar posto agli scempi dei palazzinari
di turno. Ho veduto sorgere orribili case “popolari”, con il solo intento non di dare alloggi decorosi ma di
raffazzonare voti tra i più disperati in cambio di anonime gabbie di grigio cemento. Ho veduto le piccole
attività sparire in silenzio dal dilagare di talvolta inutili centri
commerciali nati a tempo di record, dove la
parola “Bellezza” di cui eravamo primi fautori a livello mondiale ha lasciato il posto al degrado morale ed
intellettuale talvolta esasperato.
Primavalle, Montespaccato, hanno gradualmente rinunciato alla loro “Bellezza” Signor Sindaco fatta unicamente da persone semplici e
lavoratrici, che non hanno mai fatto la storia, perché troppo impegnate a subirla, in nome di un’integrazione
di fatto mai avvenuta tra centro e periferia.
Primavalle, Montespaccato, hanno gradualmente rinunciato alla loro “Bellezza” Signor Sindaco fatta
La “Grande Bellezza” sindaco non
si aggirerà mai nei nostri quartieri, nelle nostre scuole, non correrà lungo le nostre strade e di sicuro non
si affaccerà mai sulle terrazze delle nostre case. Nessun Sorrentino si interesserà mai a noi o coglierà
nelle sue macchine da presa frotte di poveri derelitti che frugano ogni giorno nei cassonetti e che sempre più
parlano la mia lingua.
A noi egregio Signore tocca
sempre il: NONOSTANTE!
Quando già decenni or sono
iniziavo a veder tutto perduto nel nostro “rione”, dove persino l’immondizia ormai ritirata sempre più di rado
inizia ad essere un paesaggio così naturale cui nessuno più fa caso, quando vedevo le piccole botteghe
iniziar a chiudere sostituite dai primi solarium e poi dalle “sale slot” ed i
centri scommesse, ho iniziato a pensare
che neanche il NONOSTANTE potesse più bastarci, ed ho iniziato a temerlo proprio mentre arrivava
la mia prima figlia.
Allora Signor Sindaco:
Nonostante la mia prima figlia non fosse
stata presa all’asilo perché non c’era posto, con la mamma che aveva l’unica colpa di non aver
più lavoro.
Nonostante un mutuo da pagare con la fortuna
di poter seppur a fatica riuscirvi.
Nonostante la provenienza da una famiglia
così umile da esser considerata come chi mi stava intorno di fatto, ai limiti di una povertà che
qualcuno ci aveva spacciato per mera normalità.
Nonostante le tante promesse mai mantenute
dalle amministrazioni di destra e sinistra, qualcosa di buono era tuttavia avvenuto, e una volta
tanto nonostante tutto: funzionava!
Nonostante avessi smesso di credere nella
politica italiana, iniziavo io come tanti altri a portare i nostri figli a sognare, e dato che ognuno di
noi ha bisogno di credere in qualcosa oppure di drogarsi non foss’altro che d’utopia per sfuggire ad un
presente scomodo, iniziai a pochi mesi dalla nascita della mia bambina a
passare con lei lunghe ore tutti i giorni
nella Biblioteca Cornelia, leggendole (posso ben dirlo) quasi tutti i libri del catalogo, in barba a quel Nonostante
che sembrava finalmente allontanarsi, poiché ci regalavamo meravigliosi pezzi di mondo a
costo zero.
Eppure fuori da quelle tranquille
mura, i NONOSTANTE imperversavano:
Nonostante gli abusivismi edilizi, Signor
Sindaco, nonostante l’immigrazione incontrollata, nonostante la sporcizia e le buche, nonostante
l’inquinamento, nonostante una discarica sempre più vicina, che quando
gira il vento ti ricorda che sei dalla
parte sbagliata della città, mentre chi ci lucra sopra è sempre controvento e
la puzza non la sente.
Nonostante le mancate manutenzioni, nonostante
scriteriate politiche scolastiche, nonostante i tagli di personale, nonostante il
traffico, nonostante gli autobus sempre pochi sporchi ed affollati, nonostante
gli uffici comunali con le code
sempre troppo lunghe, NONOSTANTE tutto, anche noi, gente di periferia, “Gente de Borgata” cui solo
Pasolini forse aveva osato volger l’attenzione, avevamo il nostro punto aggregativo culturale, sociale,
apolitico aconfessionale- gratuito, dove io come tanti altri potevo studiare, portare le mie figlie nel
frattempo arrivate a due, partecipare, sentirmi importante, o semplicemente Cittadino, che forse è la stessa
cosa non trova?
Nonostante tutto Signor Marino finalmente ci
sentivamo un po’ più uguali.
In breve tempo la Biblioteca Cornelia
come tante altre, prese il suo ritmo, ed era un ritmo forsennato, dove da volano non c’erano impiegati
comuni, ma per una serie forse di fortunate coincidenze, persone straordinarie, che hanno fatto
del loro lavoro una vera missione, semplicemente perché hanno studiato e scelto di fare quel lavoro. Sì
perché nonostante il bibliotecario possa sembrare un comune impiego, non
lo si può fare se non si ha cultura e
passione a dismisura ed una professionalità che non può non esser riconosciuta od addirittura vilipesa. Se vi è
alcuno all’interno del suo entourage che sostiene il contrario, lo inviti a passare un giorno, un solo giorno
in una biblioteca di periferia, nella NOSTRA biblioteca di periferia!
Non in quelle di centro La prego,
che pure meriteranno indubbiamente la sua attenzione, ma in una come CORNELIA.
Si renderà conto Signor Sindaco,
di quanti ragazzi tentino di studiare in biblioteca nonostante a casa
abbiano condizioni spesso proibitive per
farlo, di quanti possano accedere ad un pc od ad internet nonostante non abbiano i mezzi per comprarlo, di
quanti possano usufruire di libri e film accrescendo le proprie conoscenze che un giorno potranno riversare
al servizio di questo malandato paese, nonostante a pochi passi vi siano meno complesse e invitanti sale
giochi. “Non luoghi” questi ultimi, dove affidare il proprio futuro alla scommessa di un bieco erario più
stolto e cieco della sorte, che impietoso e ridotto all’osso punta al blachennomio, al magro
sostentamento delle famiglie di periferia per poter sopravvivere, violentando
il nostro futuro e dando un
messaggio completamente errato alle giovani generazioni: l’autoaffermazione attraverso una schedina!
Pazzesco!
Chi legge libri signor Sindaco,
usa la propria testa, ragiona e sa, o per lo meno presuppone di sapere, e inviterei quindi la medesima
persona del suo entourage che possa eventualmente averLe suggerito simili “sconcezze” (mi passi il termine)
ad uscire dalla Biblioteca ed ad entrare poi in una delle tante sale giochi limitrofe, senza attirare troppo
le attenzioni dello strozzino di turno, e si faccia poi riferire se si respira
la stessa aria.
Alla luce di questa piccola
banale, probabilmente ridicola prova che umiliandomi Le chiedo Signor Sindaco, se Lei volesse proseguire su
questa paventata e scellerata scelta, dovrà essere cosciente che per ogni
minuto di chiusura di una biblioteca si
perderà un minuto di opportunità e quel minuto andrà poi moltiplicato per ogni singolo utente, lei lo sa
quanti utenti ha la NOSTRA biblioteca Signor Sindaco?
Io non so se riesco a farLe
capire che ci sono bambini che in casa (quando ce l’hanno) non hanno neanche un luogo dove raccogliersi o
giocare. Ho veduto un padre una volta, non aveva una gran cultura
probabilmente, ma aveva portato lì suo figlio
conscio che era importante farlo, e insieme attaccavano sull’album figurine dei calciatori, poi il bimbo si è
alzato ed ha detto al padre: “ papà mi prendi un libro sul calcio?” E da una passione che non c’entra nulla
quel bimbo ha iniziato a leggere.
Se nonostante tutto Signor
Sindaco Lei volesse proseguire su questa linea, significherà condannare all’inedia intellettivo-culturale collettiva
persone che nel giro di chilometri non hanno altro, e nonostante le
tante promesse verrà loro tolto tutto.
Bambini, anziani e adulti hanno
bisogno di quelle biblioteche, e qualsiasi tentativo di depauperarli di un qualcosa che nutre il loro
spirito e la loro voglia di scoperta in nome del risanamento di un bilancio di
cui loro, NOI e lo stesso personale
non ha mai partecipato e non è responsabile, sarà un gesto grave al pari forse di quelle dittature che una volta
istauratisi bruciano i libri come primo atto di sottomissione.
Non bruci i nostri libri Signor
Sindaco! Non si renda responsabile di questo scempio! Quella è la NOSTRA Biblioteca, e capisco che se un
domani non esistesse più potrebbe tornar comodo a chi la seguirà non aver nessuno che tenti di scrivere
scomode lettere come probabilmente è questa.
Quella è la NOSTRA Biblioteca,
chi l’ha preceduta ce l’ha data, ma solo dopo averci tolto tutto, non sappiamo bene perché l’abbia
fatto ma l’ha fatto, e io nei limiti consentiti della civile protesta e dell’assoluta legalità, farò nel mio piccolo
tutto il possibile per difenderla, ma non per me, né per i miei figli, ma per i
figli del mio quartiere dove NONOSTANTE
tutto sono cresciuto, ed a forza di NONOSTANTE ho imparato civilmente a lottare.
Mi dicono Lei sia diverso dagli
altri, se è vero, e lo è in positivo, forse è il momento di dimostrarlo, perché gli “altri” a tanto non erano mai
arrivati!
Con ogni cordialità, Nonostante
tutto!
Roma lì: 31 Marzo 2014
Domenico Pansini
Utente
fiero della Biblioteca CORNELIA
* * * * *
Caro
Domenico,
due
parole soltanto... di ringraziamento per quello che hai scritto!
Sono
commossa, nel mio piccolo ... mi hai fatto sentire veramente grande!
Io ho
lavorato in tantissime biblioteche dal 2000 ad oggi e ho lasciato una delle tre
Ammiraglie, allontanandomi, tra l'altro da casa e lasciando la mia periferia
(Primavalle), per venire a condividere con persone come te Fede Giulia e Laura
(le tue bellissime tre primedonne) un bellissimo scambio, a questo punto non
solo di libri, studio e cultura nella nostra solare (come poche) Cornelia ...
Ieri
c'è stato un incontro tra i nostri Sindacati e l'Assessore alla cultura Flavia
Barca. Purtroppo, noi "comuni" bibliotecari, non sappiamo ancora
nulla in proposito ... un assordante ed ingombrante silenzio (anche da parte di
chi normalmente "urla") pervade la nostra rete e ci
attanaglia ... ma io (sempre personalmente) non posso che ben sperare!!!
Questo Sindaco l'ho votato ... non posso che dargli fiducia!!!
Mariaelena Esposito da Cornelia
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