lunedì 5 maggio 2014

Dal Burundi un apologo sulle ferite di un popolo dopo la guerra civile


Ti racconto un libro:
Roland Rugero Vivi! Traduzione: Giorgio Tognola Collana
Edizioni Socrates, pp. 94, euro 9

Ivan Selloni
Nyamuragi è un ragazzo che ha scelto di non parlare divenendo così muto e che all’improvviso viene accusato ingiustamente di stupro. Una vecchia cieca da un occhio mentre porta al pascolo il suo gregge osserva la tortura che Nyamuragi subisce da parte di una folla cieca d’odio.
Roland Rugero racconta questa breve storia come se appartenesse alla quotidianità del suo paese natale il Burundi, ma in realtà descrive il trauma della guerra civile che ha sconvolto la coscienza del popolo burundese. La violenza, la cecità, il pregiudizio sono le ferite più profonde lasciate da anni di violenze e che solo due personaggi uno privo della parola l’altro privo della vista forse riescono a sopportare.
Altro protagonista della storia è il paesaggio che percepisce lo stato del suo popolo immedesimandosi con esso. L’autore infatti lo descrive con caratteri umani e carnali: una visione animista che arricchisce di poesia anche le digressioni concettuali che Rugero inserisce durante il racconto per dare una spiegazione logica a come si può condannare a morte un uomo senza nemmeno dargli la possibilità di comunicare la propria innocenza.

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