Il 5 febbraio a Roma presso il Tempio di Adriano si terrà Ritratti di Poesia, una rassegna di grandi voci poetiche (per citare solo pochi nomi, le italiane Rosaria Lo Russo e Giovanna Frene, la statunitense Moira Egan e l'egiziano Youssef Rakha). Il giorno precedente, mercoledì 4 febbraio, presso la libreria Enoarcano, Alessandro
Canzian, Flaminia Cruciani, Claudio Damiani, Sonia Gentili, Giovanna
Iorio, Sandro Pecchiari, Maria Pia Quintavalla, Gabriella Sica, Luigia
Sorrentino, Isabella Vincentini, Zingonia Zingone leggeranno i loro testi nel corso di una serata, intitolata ASPETTANDO RITRATTI DI POESIA. L'incontro è organizzato da Samuele Editore, che Monteverdelegge ha ospitato in uno dei suoi "autoritratti di editore" all'interno dei laboratori di Officina Poesia curati con appassionata competenza da Sonia Gentili presso Plautilla. Con particolare piacere, quindi, abbiamo inserito l'appuntamento nel nostro calendario e anticipiamo i testi che Sonia Gentili leggerà durante l'incontro.
Notturno
Gli alberi, le teste buie
al vento, l’occhio invisibile
ed attento
di due volpi
nel tormento
oscuro delle foglie, dei rami che torcendosi
abbracciano ora il tempo
sinistro del naufragio, tutto ritorna
al cielo cancellandosi, le linee
tradiscono le forme
abbandonandole e il vuoto
sale al niente, è pietra
circolare, cieca, è torre
senza finestre che ha
nelle budella
un trono
il buio riempie i tronchi
come un coro
di foglie insonni
di rami che torcendosi
abbracciandosi
resistono al frastuono
della vita impaurita
dalla notte
rumore notturno della vita: per il ribrezzo
del niente che la sfiora
si ritrae torcendosi, ancora
più cupamente
viva
anche stanotte il sonno
non basta per morire
Istante
La guancia che si volta, scalfita
dalla luce, e non sa di attendere
una pena
la figura piena, dissolta
al centro da uno scorrere
di luce
il sole era l’immensa
radura al centro
della ragazza in piedi sul sentiero
che conduce dentro a un nero
d’alberi e dietro
al ginocchio intanto
nasceva un lago
d’ombra
Fiat lux
Che la luce cada rompendosi
sul mondo
cada la luce rompendosi
nel fondo
ma brilli, e le ossa rotte
le nasconda
resti distesa e poi
potrà svanire
pensi a brillare e poi
potrà morire
brilla la luce caduta
in superficie, sale dall’orizzonte
nella spinta breve di queste
arcate di nubi
chiare
brilla il tuo corpo, luce, sei distesa
sul mondo
stai morendo
eppure il tuo mattino è un mondo
chiaro
vada la luce, consumi le pianure
e vada poi perdendosi, già morta,
dentro le vene aride di dio
dentro le vene aride che io
sento distendersi immortali nelle
notti
sento confondersi ai mortali nella
notte
le vene della mano che domani
frantumerà ancora sul mondo
le ossa della nostra
luce
Nessun commento:
Posta un commento