G. Luca Chiovelli
Una divagazione di Giorgio Manganelli, che lessi su un quotidiano romano decenni fa:
“Tempo addietro, credo fosse la scorsa estate, mi accadde di passare, una sera, per la mirabile piazza della Bocca della Verità a Roma; era con me, dignitosa e virtuosa compagnia, una giovane e brillante giornalista romana; nella sera tiepida si chiacchierava del più e del meno: Dio, l'aldilà, la vita sulle galassie, quando noto nella mia vereconda collega i segni di indubbio malessere; educatamente mi allarmo, costei si schermisce, offro assistenza, vengo bruscamente respinto; infine, il segreto turbamento esige una spiegazione: la giovane giornalista dovrebbe andare al bagno; ma nulla del genere esiste in quella parte della città; pura follia pensare che sia stato previsto un evento tanto incredibile, che una giovane donna debba andare al bagno in Piazza Bocca della Verità .... quell'angolo, a destra, le ingiungo; vergognosa, la fanciulla si apparta, mentre io fo da guardia; un notturno zampillo; e la fanciulla riemerge serena, e riprendiamo a discutere sulle probabili forme di vita delle galassie”.
Chi non ha sofferto disavventure simili a Roma?
E la signora è stata fortunata. Se avesse trovato il bagno sarebbe stato molto peggio.
Una volta, in un bar di periferia, fui costretto personalmente a eliminare i residui dal water con un tubo da giardino, che il proprietario ebbe l’accortezza di far penzolare da una feritoia del fetido stambugio. Un'altra volta, invece, battei rovinosamente la cervice alla sommità di un cunicolo che, mi era stato detto, sarebbe sboccato nella toilette (toilette, dissero proprio così; zona Garbatella). Presso Piazza S. Giovanni di Dio, per accedere al Nirvana della prostata, fui dapprima costretto a sollevare una botola, fissarla con lo spago alla parete, e quindi inscenare una catabasi nella penombra fra due muri compatti di confezioni di bitter e acqua minerale: al termine non trovai la Giudecca, ma, in compenso, un bugliolo infernale. Per tacere di quando, nel Cimitero Monumentale del Verano, dovetti abbattere una porta per liberare una signorina rimasta chiusa au cabinet, al buio … si era dalle parti della lapide di Vittorio Gassman, mi sembra ... che dire … basta così ...
Urge un baedeker dei cessi romani. Senza dubbio.
Cessi, latrine. Bagni, servizi.
Certo servirebbe anche di quelli fiorentini, parigini, cairoti, berlinesi e bonaerensi, lo concedo, ma di quelli romani ...
A Roma conosciamo tutto su musei, biblioteche, centri culturali, siti archeologici, chiese, basiliche, arene, privé, discoteche, cattedrali, club per sadomasochisti, conventi e palazzi patrizi, ma ignoriamo dove estrovertire con tranquilla dignità le più irrefrenabili e frequenti pulsioni dell'animo umano.
Consideriamo, peraltro, la fredda aritmetica.
Tre milioni e mezzo di residenti più un milione circa fra turisti, immigrati, irregolari, pendolari, terroristi e scansafatiche vari fanno quattro milioni e mezzo di esseri umani in giro per la Città; ogni giorno che Cristo, o chi per lui, manda su questa valle di lacrime.
Calcoliamo: almeno tre minctiones e una stercoratio cadauno nelle ore diurne (08.00-20.00) e si raggiunge la spaventevole cifra di potenziali diciotto milioni di esternazioni, fra deflussi ed espulsioni: in un arco di sole dodici ore. Al giorno.
Lo ripeto con allarme: urge una guida ai cessi romani.
Perché a Roma saper pisciare e defecare con tranquillo decoro pare impossibile. E non da oggi - da quando, cioè, la città appare, come è, in pieno declino.
Questo libro, come la materia trattata, è perciò ineludibile.
È una guida che nessuno ha mai pensato di compilare (ah, i tabù), ma serve, serve come il pane; inoltre mi divertirebbe scriverla.
Sì, un baedeker dove il passeggiatore e, soprattutto, il turista, avrebbe modo di trovare preziosissime indicazioni su come risolvere le fatali incombenze nei modi e nei luoghi più dignitosi ... sarebbe un successo ... ragionate: quale guida è più essenziale a Roma, oggi? Un successo ... ho tutto in testa: aneddoti, luoghi, avvertenze ... basterebbe ammollarmi qualche mazzettone in anticipo ... ho già in mente il titolo: Dove la faccio? Guida ragionata a bagni cessi e latrine pubbliche nella Città Eterna ... da aggiornare online … un successo, lo ripeto, eventuali editori non siano timidi …
Infine puntualizziamo tre punti.
1. Per pubblico (bagno cesso latrina pubblici) voglio significare non solo la struttura comunale o statale confacente, come dire?, alla bisogna, ma anche bagni cessi latrine privati di bar, ristoranti, fast food, pizzerie, hamburgerie, birrerie, caffetterie, pub, aperti ai deflussi e alle deiezioni pubbliche di coloro che, incautamente, si ostinano ancora a visitare e andare a zonzo per i meandri della Cittá Eterna (da qualche tempo in qua piuttosto caduca, in verità).
2. Inutile storcere il naso di fronte a tali estroversioni dell'apparato corporeo: esse fanno parte della nostra vita, ogni giorno (anzi: più volte al giorno); sono fastidiose, lo ammetto; sgradevoli, ne convengo, ma, purtroppo ineludibili - come la morte, il respiro e il canone RAI: ad esse nulla può opporsi, neanche la volontà più fiera. Barack Obama e Jean-Claude Juncker, Monica Bellucci e George Clooney, Messi e Serena Williams, George Soros e Luca Cordero di Montezemolo, tutti (tutti!) devono piegarsi (alla fine, anche fisicamente) a tale incoercibile imperio.
3. Attraverso tale guida, inoltre, si ovvierebbe a una gigantesca ingiustizia storica; talmente enorme che, in tempi di acuto revisionismo, esige d’esser sanata senza por tempo in mezzo.
Mi spiego: non è forse vero che tali esternazioni non sono che uno dei due corni di un unico fenomeno? Ovvero uno dei due volti di un unico Giano bifronte?
Mi rispiego: non è forse vero che la cauta, meticolosa, e schifata eliminazione di tali sostanze è simmetrica all'ingestione (anelata, sublimata, simbolizzata, festeggiata e declinata secondo gusti e forme variegatissimi) di simmetriche sostanze (in realtà pari a merda e piscia, ma più gradevolmente assemblate a livello molecolare)?
Non avete capito? Lo urliamo, allora, in altri, più crudi, termini: non si piscia ciò che si beve? Non si defeca ciò che si mangia? Come è possibile, quindi, magnificare e magniloquire la materia che si introduce da un orifizio superiore e deprecare e disinteressarsi con disgusto quando la stessa ci saluta da quelli inferiori? Non vedete voi in tale diportamento una ipocrisia millenaria e un atteggiamento falso e iniquo che ha prodotto una letteratura sbilanciatissima e profondamente parziale? Come è possibile, insomma, continuare ad appesantire le scaffalature con le più svariate e pletoriche guide: guide ai ristoranti, guide agli happy hour, guide a trattorie, locali, bar, night, cantine, boutique del gusto, enoteche, fraschette, pizzerie, agriturismi, griglierie, birrerie, senza dedicare neanche un minuscolo scartafaccio ai luoghi ove poter decentemente eliminare gl'inevitabili decorsi di tali bagordi e imbandigioni?
E allora, come dire?, sforziamoci tutti.
Compiliamo questa benedetta guida.
Ogni locale pubblico (pubblico nel senso sopra indicato) si vedrà assegnare delle stellette (da una a dieci) a seconda della qualità dei servizi.
Ti picchi di avere il dolcetto artigianale e lo smerci a caro prezzo? Bene, ma che le ceramiche della coppa del cesso sia altrettanto curate, altrimenti …
Servi una sublime amatriciana? Benissimo, ma se manca il sapone, la carta igienica, l'asciugatore o i fazzolettini noi ti stronchiamo.
Il museo tal dei tali espone il dipinto ritrovato di Caravaggio? Bravi, bis, ma poi vogliamo anche accosciarci nel profumo di Anitra WC ed essere accecati dai riflessi dell’acciaio inossidabile dei rubinetti.
E così via.
Un Gambero Rosso (Gambero Zozzo?) degli sciacquoni, un Baedeker della coppa del cesso.
Avanti. Non fatelo perché lo dico io. Fatelo per Roma.
Una divagazione di Giorgio Manganelli, che lessi su un quotidiano romano decenni fa:
“Tempo addietro, credo fosse la scorsa estate, mi accadde di passare, una sera, per la mirabile piazza della Bocca della Verità a Roma; era con me, dignitosa e virtuosa compagnia, una giovane e brillante giornalista romana; nella sera tiepida si chiacchierava del più e del meno: Dio, l'aldilà, la vita sulle galassie, quando noto nella mia vereconda collega i segni di indubbio malessere; educatamente mi allarmo, costei si schermisce, offro assistenza, vengo bruscamente respinto; infine, il segreto turbamento esige una spiegazione: la giovane giornalista dovrebbe andare al bagno; ma nulla del genere esiste in quella parte della città; pura follia pensare che sia stato previsto un evento tanto incredibile, che una giovane donna debba andare al bagno in Piazza Bocca della Verità .... quell'angolo, a destra, le ingiungo; vergognosa, la fanciulla si apparta, mentre io fo da guardia; un notturno zampillo; e la fanciulla riemerge serena, e riprendiamo a discutere sulle probabili forme di vita delle galassie”.
Chi non ha sofferto disavventure simili a Roma?
E la signora è stata fortunata. Se avesse trovato il bagno sarebbe stato molto peggio.
Una volta, in un bar di periferia, fui costretto personalmente a eliminare i residui dal water con un tubo da giardino, che il proprietario ebbe l’accortezza di far penzolare da una feritoia del fetido stambugio. Un'altra volta, invece, battei rovinosamente la cervice alla sommità di un cunicolo che, mi era stato detto, sarebbe sboccato nella toilette (toilette, dissero proprio così; zona Garbatella). Presso Piazza S. Giovanni di Dio, per accedere al Nirvana della prostata, fui dapprima costretto a sollevare una botola, fissarla con lo spago alla parete, e quindi inscenare una catabasi nella penombra fra due muri compatti di confezioni di bitter e acqua minerale: al termine non trovai la Giudecca, ma, in compenso, un bugliolo infernale. Per tacere di quando, nel Cimitero Monumentale del Verano, dovetti abbattere una porta per liberare una signorina rimasta chiusa au cabinet, al buio … si era dalle parti della lapide di Vittorio Gassman, mi sembra ... che dire … basta così ...
Urge un baedeker dei cessi romani. Senza dubbio.
Cessi, latrine. Bagni, servizi.
Certo servirebbe anche di quelli fiorentini, parigini, cairoti, berlinesi e bonaerensi, lo concedo, ma di quelli romani ...
A Roma conosciamo tutto su musei, biblioteche, centri culturali, siti archeologici, chiese, basiliche, arene, privé, discoteche, cattedrali, club per sadomasochisti, conventi e palazzi patrizi, ma ignoriamo dove estrovertire con tranquilla dignità le più irrefrenabili e frequenti pulsioni dell'animo umano.
Consideriamo, peraltro, la fredda aritmetica.
Tre milioni e mezzo di residenti più un milione circa fra turisti, immigrati, irregolari, pendolari, terroristi e scansafatiche vari fanno quattro milioni e mezzo di esseri umani in giro per la Città; ogni giorno che Cristo, o chi per lui, manda su questa valle di lacrime.
Calcoliamo: almeno tre minctiones e una stercoratio cadauno nelle ore diurne (08.00-20.00) e si raggiunge la spaventevole cifra di potenziali diciotto milioni di esternazioni, fra deflussi ed espulsioni: in un arco di sole dodici ore. Al giorno.
Lo ripeto con allarme: urge una guida ai cessi romani.
Perché a Roma saper pisciare e defecare con tranquillo decoro pare impossibile. E non da oggi - da quando, cioè, la città appare, come è, in pieno declino.
Questo libro, come la materia trattata, è perciò ineludibile.
È una guida che nessuno ha mai pensato di compilare (ah, i tabù), ma serve, serve come il pane; inoltre mi divertirebbe scriverla.
Sì, un baedeker dove il passeggiatore e, soprattutto, il turista, avrebbe modo di trovare preziosissime indicazioni su come risolvere le fatali incombenze nei modi e nei luoghi più dignitosi ... sarebbe un successo ... ragionate: quale guida è più essenziale a Roma, oggi? Un successo ... ho tutto in testa: aneddoti, luoghi, avvertenze ... basterebbe ammollarmi qualche mazzettone in anticipo ... ho già in mente il titolo: Dove la faccio? Guida ragionata a bagni cessi e latrine pubbliche nella Città Eterna ... da aggiornare online … un successo, lo ripeto, eventuali editori non siano timidi …
Infine puntualizziamo tre punti.
1. Per pubblico (bagno cesso latrina pubblici) voglio significare non solo la struttura comunale o statale confacente, come dire?, alla bisogna, ma anche bagni cessi latrine privati di bar, ristoranti, fast food, pizzerie, hamburgerie, birrerie, caffetterie, pub, aperti ai deflussi e alle deiezioni pubbliche di coloro che, incautamente, si ostinano ancora a visitare e andare a zonzo per i meandri della Cittá Eterna (da qualche tempo in qua piuttosto caduca, in verità).
2. Inutile storcere il naso di fronte a tali estroversioni dell'apparato corporeo: esse fanno parte della nostra vita, ogni giorno (anzi: più volte al giorno); sono fastidiose, lo ammetto; sgradevoli, ne convengo, ma, purtroppo ineludibili - come la morte, il respiro e il canone RAI: ad esse nulla può opporsi, neanche la volontà più fiera. Barack Obama e Jean-Claude Juncker, Monica Bellucci e George Clooney, Messi e Serena Williams, George Soros e Luca Cordero di Montezemolo, tutti (tutti!) devono piegarsi (alla fine, anche fisicamente) a tale incoercibile imperio.
3. Attraverso tale guida, inoltre, si ovvierebbe a una gigantesca ingiustizia storica; talmente enorme che, in tempi di acuto revisionismo, esige d’esser sanata senza por tempo in mezzo.
Mi spiego: non è forse vero che tali esternazioni non sono che uno dei due corni di un unico fenomeno? Ovvero uno dei due volti di un unico Giano bifronte?
Mi rispiego: non è forse vero che la cauta, meticolosa, e schifata eliminazione di tali sostanze è simmetrica all'ingestione (anelata, sublimata, simbolizzata, festeggiata e declinata secondo gusti e forme variegatissimi) di simmetriche sostanze (in realtà pari a merda e piscia, ma più gradevolmente assemblate a livello molecolare)?
Non avete capito? Lo urliamo, allora, in altri, più crudi, termini: non si piscia ciò che si beve? Non si defeca ciò che si mangia? Come è possibile, quindi, magnificare e magniloquire la materia che si introduce da un orifizio superiore e deprecare e disinteressarsi con disgusto quando la stessa ci saluta da quelli inferiori? Non vedete voi in tale diportamento una ipocrisia millenaria e un atteggiamento falso e iniquo che ha prodotto una letteratura sbilanciatissima e profondamente parziale? Come è possibile, insomma, continuare ad appesantire le scaffalature con le più svariate e pletoriche guide: guide ai ristoranti, guide agli happy hour, guide a trattorie, locali, bar, night, cantine, boutique del gusto, enoteche, fraschette, pizzerie, agriturismi, griglierie, birrerie, senza dedicare neanche un minuscolo scartafaccio ai luoghi ove poter decentemente eliminare gl'inevitabili decorsi di tali bagordi e imbandigioni?
E allora, come dire?, sforziamoci tutti.
Compiliamo questa benedetta guida.
Ogni locale pubblico (pubblico nel senso sopra indicato) si vedrà assegnare delle stellette (da una a dieci) a seconda della qualità dei servizi.
Ti picchi di avere il dolcetto artigianale e lo smerci a caro prezzo? Bene, ma che le ceramiche della coppa del cesso sia altrettanto curate, altrimenti …
Servi una sublime amatriciana? Benissimo, ma se manca il sapone, la carta igienica, l'asciugatore o i fazzolettini noi ti stronchiamo.
Il museo tal dei tali espone il dipinto ritrovato di Caravaggio? Bravi, bis, ma poi vogliamo anche accosciarci nel profumo di Anitra WC ed essere accecati dai riflessi dell’acciaio inossidabile dei rubinetti.
E così via.
Un Gambero Rosso (Gambero Zozzo?) degli sciacquoni, un Baedeker della coppa del cesso.
Avanti. Non fatelo perché lo dico io. Fatelo per Roma.
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