sabato 21 giugno 2014

In food we trust: un tutorial in cucina


Lucina Balboni*

Presentazione & show cooking: mercato centrale di Firenze 19/6/2014
Titolo del libro: In food we trust
Nome in codice autori: GNAMBOX
alias Riccardo Casiraghi e Stefano Peleari, ex interior designer e grafico pubblicitario. Milanesi.

Appena li ho visti ho pensato: sono i Dolce & Gabbana del food. Genere hipster, cool, casual, high tech. 

All'ennesima parola inglese che mi hanno suscitato mi sono fermata vergognandomi un po'. D'altra parte loro sono italiani, ma pubblicano un libro (Edito da Mondadori) con titolo in inglese, scelta che mi pare essere la naturale conseguenza dei loro esordi nel mondo della gastronomia.
Riccardo Casiraghi e Stefano Peleari in un periodo di crisi lavorativa si inventano un nuovo percorso, come sta facendo tutta la generazione intorno ai 30 anni (3.0?), dando vita in questo caso a un blog che si occupa di cibo (settore che pare non avere crisi).  
Il blog si chiama gnambox,  sintesi tra un'espressione onomatopeica da fumetto (gnam, che in inglese significa anche: rosicchiare) e box, che sempre in inglese significa scatola, contenitore, casella (di posta, per esempio). Il blog nasce «dall'amore per la cucina, passione per il cibo e dal desiderio di incontrare le persone che ammiriamo», come loro stessi scrivono. Utilizzano molto i social network, specialmente instagram e facebook (paradisi anglofoni) per diffondere e condividere idee, ricette ed esperienze sempre riguardanti il cibo. Evidentemente appassionati e curiosi, postano in rete le loro esperienze gustative e le ricette che sperimentano nella quotidianità. Fin qui nulla di nuovo: di blog a sfondo gastro-qualcosa ce ne sono migliaia.
Vedendo il pubblico presente all'incontro fiorentino e il tenore delle domande, mi pare di capire che i loro followers siano in gran parte appassionati di tutto quanto gira intorno al cibo, anche se molti forse non abilissimi in cucina. E probabilmente il successo di gnambox sta tutto lì: insegnare ai più curiosi, da pari a pari e in modo scanzonato, a creare piatti semplici in modo semplice, rispettando cose salutari come (oltre l'ovvia qualità) la stagionalità e scegliendo prodotti integrali. Ed è esattamente questo il tema del libro che presenta più di 150 ricette sistemate in ordine alfabetico per ingrediente. 

Riccardo Casiraghi e Stefano Peleari dichiarano curiosità recenti per alimentazione vegana e crudista, ma affermano di mangiare di tutto e sfogliando il libro se ne ha una conferma. Sostengono inoltre di essere appassionati di vino, ma non conoscitori e tantomeno fissati per gli abbinamenti col cibo: e questo piace molto a chi non ne può più dell'ormai polveroso approccio al bicchiere con sentore dicon l'annata delcol barrique o il color tramonto sulle colline umbre, sciorinati da chiunque non sia un addetto (d'altra parte un addetto non sciorina, apprezza e sa). 

In un gremito mercato di Firenze, gli "gnambox" presentano una ricetta che è anche un biglietto da visita, se fossero rimasti dubbi sul loro approccio "semplificato ma di tendenza": pasta fredda condita con pomodorini, acciughe, avocado, zenzero, succo di lime, peperoncino, aglio e olio evo. Tutti gli ingredienti tagliati, mescolati e infusi a crudo poi uniti alle penne. Sapore fresco, piacevole, ideale per una serata in giardino con gli amici, sorseggiando un buon bianco leggero (a prescindere dal sentore, l'aroma, il colore) o una bollicina o, perché no, una birra.

Certo, In food we trust non propone "nulla di mai visto", ma suggerisce "il già noto" nel modo giusto e al momento giusto e, soprattutto al pubblico giusto il cui identikit potrebbe essere: conviviale, giovane, cresciuto in bilico tra merendine e imposizioni genitoriali di diete sane, che non ha mai potuto soffrire la retorica elitaria dell'alta gastronomia, ma neppure l'orrido "facile&veloce dei quattro salti in padella" o il tristemente noto "cotto e mangiato". Forse, dopo aver attraversato (data l’età) svariate mode culinarie dalle più esotiche alle più tecnologiche, mi piace pensare che questo tipo di semplicità&facilità possa essere un gustoso diversivo o un divertente tutorial anche per una come mia figlia, che ha 18 anni.

*testi e foto di Lucina Balboni, appassionata di gastronomia e libri, che divora come il suo piatto preferito (gli gnudi), è anche una fotografa per hobby. Vive a Firenze, è nata Bologna, ama Roma sua città adottiva.

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