nessuna lingua ha il nome
la donna che attraversa
l’asfalto su caviglie di capretto, magra,
muta, tu col bambino zitto e il cane
senza guinzaglio che ti segue
come per vegliarti
come per svegliarti, per
vedere le distanze che non
vedi
e tutto è muto nel rumore delle macchine
tutto si spegne nel rumore delle macchine. Neri
come pali nel catrame, col tronco ficcato in una gabbia
di basso ferro grigio
alberi, nessuno
sa che alberi
nessuna lingua ha il nome di quest’albero
la linea orizzontale del gradino, la sua testa
araba che dorme
solo ora, alla fine
della notte. E scarpe
abbandonate senza nome
tutto dilaga alla fine della notte
nessun nome per le teste addormentate
sui gradini
nessun nome e
molti bambini
nessuna lingua ha il nome del suo sonno
nessuna lingua ha la fine della notte
nessuna lingua ha la morte
dei nomi
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