Scrive il latinista Luca Canali: "I suoi capolavori, gli Amores ... sono stupendi segni di poesia che unisce superficialità galante, assoluta esigenza formale, senso acutissimo del divertimento dei sensi e insieme dell'intelligenza, spregiudicatezza di costumi, ma senza alcuna concessione alla scurrilità, o peggio, alla oscenità; e sterminata cultura mitologica senza cadute nell'erudizione, prodigiosa fantasia e qualità formale, e soprattutto un gusto raffinato e al tempo stesso quasi infantilmente incantato per le favole del mito.
Con Ovidio siamo al largo del vasto mare delle emozioni e dei giochi sessuali. Specie la raccolta elegiaca degli Amores costituisce una sorta di catalogo di rapporti erotici raccontati con assoluta disinvoltura ... l'esplicita sensualità delle elegie ovidiane trova una sorta di levitazione interna nella sempre sottile ironia e nella originalità delle soluzioni linguistiche".
Le strappai la tunica; trasparente non era di grande impaccio,
Ella tuttavia lottava per restarne coperta;
Ma poiché lottava come una che non vuole vincere,
Rimase vinta facilmente con la sua stessa complicità.
Come, caduto il velo, stette davanti ai miei occhi,
Nell'intero corpo non apparve alcun difetto.
Quali spalle, quali braccia vidi e toccai!
La forma dei seni come fatta per le carezze!
Come liscio il ventre sotto il petto sodo!
Come lungo e perfetto il fianco, e giovanile
La coscia. A che i dettagli? Non vidi nulla di non degno
Di lode. E nuda la strinsi, aderente al mio corpo.
Chi non conosce il resto? Stanchi ci acquietammo entrambi.
Possano giungermi spesso pomeriggi come questo!"
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