mercoledì 16 gennaio 2013

Ho 23 anni e forse ho comprato più libri che vestiti. . .

G. M.

"Ho 23 anni e forse ho comprato più libri che vestiti", afferma E., albanese, parlando del suo tempo libero in un centro commerciale; oppure R., peruviana, a proposito della nostalgia: "Mi manca tanto la famiglia, la mia gente. Non abbiamo tutto, però abbiamo sempre il sorriso sulla bocca". Sono tante e struggenti le voci che raccontano l'avventura dell'incontro, riportate nella ricerca “Così vicine, così lontane”, realizzata dalle Associazioni LIPA e No.Di (Nostri Diritti), in collaborazione con il Sistema Bibliotecario e con l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Roma. Qui si dà voce a donne di altre etnie e nazionalità che portano la loro cultura nelle nostre famiglie e forse la scelta del titolo, affine a quello dell'omonimo film di Wenders In weiter ferne, so nah! del '93, rimanda simbolicamente agli angeli del focolare e alla loro metamorfosi, qui descritta mediante le interviste, effettuate nelle rete delle otto Biblioteche del Mondo presenti nei comuni di Anzio, Bracciano, Fiumicino, Ladispoli, Lanuvio, Mazzano Romano, Tivoli, Zagarolo. La pubblicazione – oltre a una serie molto interessante di dati statistici e sociodemografici sulle abitudini di questi migranti giunti in Italia in gran parte dall'Est europeo, dall'Africa e dal Sud America  raccoglie vere e proprie storie di vita e in modo innovativo rispetto alla letteratura esistente fa emergere il loro fabbisogno e la fruizione di lettura e di servizi culturali.
 I risultati delle interviste, infatti, ci rivelano che queste persone (95 donne e 5 uomini), pur essendo impegnate in un lavoro che le occupa molto, dedicano uno spazio notevole alla lettura: il 76,5% del campione intervistato legge anche più di 20 libri l’anno. Il 41,2% preferisce leggere in lingua madre e il 42,6% in italiano, specie quelle che hanno partorito nel nostro Paese. Nei rapporti con gli Italiani traspare il desiderio di far conoscere il proprio patrimonio culturale, che invece dalle risposte risulta poco presente sul territorio. Ma come si rapportano queste lettrici  con le biblioteche? Non bene, visto che oltre il 70% delle intervistate non le ha mai frequentate, solo il 6% le usa come luogo di lettura e il 15,3% per il prestito dei libri. Alla mancanza di tempo delle donne lavoratrici si affianca una scarsa informazione: il 18,8% si dichiara soddisfatto del servizio, mentre l’81,2% lamenta una scarsa promozione dei servizi culturali, che dovrebbero essere ampliati, magari con orari serali e più attività dedicate ai cittadini stranieri residenti in ItaliaLe carenze rilevate dalle persone intervistate non vanno attribuite al mondo dei migranti, ma acquistano valore anche per il territorio e la comunità di riferimento e legittimamente la ricerca mette in luce la necessità di investire di più su questi aspetti, per accrescere il ruolo fondamentale di aggregazione rivestito dalle biblioteche per l’intera comunità locale.

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