giovedì 28 marzo 2013

mvl Cinema, "Il figlio dell'altra"

Patrizia Vincenzoni
Il figlio dell'altra della regista ebrea-francese Lorraine Levy  è un film che si occupa del conflitto israelo-palestinese da una angolatura minimalista rispetto all'enormità dello stesso, taglio questo che permette alla narrazione  di affrontare alcune problematiche socio-politiche e di indicare, attraverso le difficili esperienze reali e quotidiane dei singoli, possibili risoluzioni. Grazie all'equilibrio della scrittura e dello sguardo della regista, lo spettatore è aiutato a distanziarsi, a non prendere posizione a favore di un contesto umano e politico piuttosto che dell'altro.
Lo scambio di neonati che avviene nella concitazione determinata da un'incursione aerea, è l'errore possibile nell'emergenza del momento, ma si può anche leggere come ricerca di una possibile trasformazione in opportunità di un evento drammatico che riguarda l' espropriazione di se stessi e delle proprie funzioni generative riassunte dal nascente. Il film racconta con grazia, senza mai scivolare nella retorica, il vuoto di senso e di identità che si apre nelle due famiglie e  nei due ragazzi, oggetto dello scambio, quando vengono a conoscenza del fatto in occasione della chiamata alle armi del ragazzo cresciuto nella famiglia ebrea. Le  due madri, i cui sguardi profondi ci comunicano con intensità dolorosa  il ritrovamento del figlio biologico e nello stesso tempo la possibile perdita dell'altro che si è  cresciuto come proprio, ci conducono nel percorso di accoglienza e trasformazione del dolore, anche di quello  afono e tenace degli uomini, dei padri, che vedono nel possibile ricongiungimento un  precipitare delle esili certezze, dei  luoghi comuni che hanno come sempre la funzione di produrre incomprensione e separatezza.

giovedì 21 marzo 2013

Tutti al Vascello lunedì 25 marzo


C'era una notte di primavera un viandante pasoliniano... potrebbe intitolarsi così la "lunga" dedicata a P.P. Pasolini dal suo vecchio quartiere. Lunedì 25 marzo, a partire dalle 18.30, il Teatro Vascello, in via Carini 78, ospiterà due eventi: si comincia con la proiezione di Monteverdelegge Insieme, il video realizzato da Cristina Reggio in occasione della maratona di lettura di Ragazzi di vita, che Silvia Nono ha organizzato proprio al Vascello il 20 febbraio 2012 nell'ambito di "Un libro un quartiere"
Al termine del filmato, aperto a tutti, si prosegue alle 21:00 con l'artista friulano, grazie allo spettacolo dedicato proprio a Pasolini, che si chiama Carissimo Pier Paolo... Si tratta di un'unica rappresentazione, nella quale l'attore Maurizio Donadoni, in questo caso anche autore, accompagnato dalle note del musicista Nicola Alesini, si cimenta in un ricordo emozionato e appassionante di  Pasolini. 
Dalle interviste alle lettere indirizzate agli amici, dai diari alle rubriche dei giornali, dai set cinematografici agli stralci dai processi, emerge un'ondata di ricordi, di suoni, di parole che lasciano il segno. 
PER INFO: Teatro Vascello 06 5881021 – 06 5898031 - fax 06 5816623 promozione@teatrovascello.it www.teatrovascello.it
G.M.

giovedì 14 marzo 2013

Una lettera su "Il comunista" di Morselli

«Tutto nella vita è inutile, se la morte è invincibile»
(G. Morselli, frammento datato 28 luglio 1967, in Quaderno XV)


Cara C.,


è stato pubblicato nel blog di Monteverdelegge  lo scambio epistolare tra Italo Calvino e Guido Morselli a proposito del manoscritto Il comunista, che il leggendario funzionario Einaudi criticò con intelligenza (e una stilla di veleno), regalando una bella soddisfazione all’autore sconosciuto benché non lo aiutasse a pubblicare presso l’ambita casa editrice. Erano gli anni Sessanta, lo scrittore che aveva militato nel Partito comunista e che aveva dovuto tribolare per ripulire la letteratura italiana dalle ideologie pareva seccato di un romanzo con un simile titolo, proveniente da un signore estraneo alle militanze e a ogni engagement. Perciò mostrava subito una certa qual diffidenza per un «romanzo politico» (ma la politica in Morselli è l’involucro, il bruco per fare uscire la farfalla metafisica, o quantomeno per contenere nella pancia un libretto di Giobbe, una lamentazione del ‘sociale’). Perché non ha scritto un saggio? – è il Leitmotiv della lettera di Calvino. Perché per scavare in quel Pci che neppure conosce (diceva offendendo l’interlocutore o comunque trascurando quel singolare dono mimetico, il calarsi nei panni altrui che era il suo Grande Gioco), per scovare il punto debole del marxismo, inventa dei personaggi di finzione? Se non fosse stato tanto gratificato dalla attenzione di uno dei più celebri letterati dell’epoca, lo Scrittore Postumo avrebbe potuto semplicemente replicare: –  E perché lei, Calvino, invece di mettere a confronto le piccole soluzioni salariali del marxismo con i grandi difetti dell’umanità, il «legno stortissimo» che si nascondeva con pudore al Cottolengo e che sembra inguaribile, irriducibile alle misure umane, perché invece di portare in scena in un grande trattato il marxismo di impronta illuminista e il cattolicesimo dell’epoca pacelliana, o almeno riassumere il discorso in una ‘lezione italiana’,  ha preferito raccontare in un romanzo breve molto breve, la Giornata dello scrutatore?

Caro Morselli, caro Calvino


Italo Calvino scrive a Guido Morselli spiegandogli perché ha deciso di non pubblicare Il comunista. Morselli gli risponde.

Torino, 5 ottobre 1965
Caro Morselli,
finalmente ho letto il Suo romanzo. So d'aver tardato oltremisura e che non c'è nulla che spazientisca un autore quanto queste lunghe attese: ma la lettura dei manoscritti è un lavoro supplettivo per cui devo rubare del tempo al lavoro e alle altre letture che riempiono - ahimè senza margine - le mie giornate feriali e festive, inverno ed estate. Ed è anche un lavoro - devo dirglielo subito -che, quando si tratta di romanzi politici,
faccio senza nessuna speranza. La politica continua a interessarmi, e così la letteratura (con tutto ciò che questo nome implica) ma dal romanzo politico non mi aspetto nulla, né in un campo d'interessi né nell'altro. Credo cioè che si può fare opera di letteratura creativa con tutto, politica compresa, ma bisogna trovare forme di discorso più duttili, più vere, meno organicamente false di quello che è il romanzo oggi. Trattando i problemi che stanno a cuore si possono scrivere saggi che siano opere letterarie di gran valore, valore poetico dico, con non solo idee e notizie, ma figure e paesi e sentimenti. Delle cose serie bisogna imparare a scrivere così, e in nessun altro modo.
Le ho detto questo prima, come avrei potuto dirglielo prima di leggere il Suo romanzo: insomma è chiaro che gran parte del mio giudizio è basato su questo apriori.
Cominciando a leggerLa ho però provato interesse. Il Suo libro si presenta gremito di fatti, di dati, di documentazione d'una vita reale, ed è questa parte non-romanzesca, questo materiale accumulato dentro, che mi faceva appunto rimpiangere che Lei non avesse scritto, che so?, una divagazione sul movimento operaio emiliano, raccogliendo e commentando memorie dirette e indirette, o una biografia, o un libro di ricordi e pensieri. Macché "divagazione"!

domenica 10 marzo 2013

Caproni, un poeta innamorato di Roma



Il 13 marzo alla sala del Carroccio, al Campidoglio, dalle 9:30 alle 16:30 si terrà una giornata di studi dedicata a Giorgio Caproni, coordinata dal prof. Giuseppe Leonelli dell'università di Roma3 e intitolata: "Il poeta innamorato di Roma".
Tra i relatori: il prof. A. Belardinelli di Ca' Foscari, Bianca M. Frabotta dell'università La Sapienza, Stella Sofri, il giornalista A. Debenedetti, il critico Paolo Febbraro. Al termine del convegno, aperto a tutti e organizzato dall'Assessorato alle politiche culturali di Roma Capitale, si potranno ascoltare le testimonianze di Silvana e Attilio Mauro Caproni, familiari del poeta, e dell'architetto Massimiliano Fuksas.
G.M.

venerdì 8 marzo 2013

Il calendario della settimana (11-17 marzo 2013)

Lunedì 11 marzo, ore 18, Plautilla, via Colautti 28-30:
"Writers' Corner": Giorgio Ghiotti legge alcune pagine dal suo romanzo Dio giocava a pallone (nottetempo) e risponde alle domande dei lettori. Giorgio Ghiotti è nato nel 1994 a Roma, frequenta l'ultimo anno al Liceo Manara e ha vinto il Premio Campiello Giovani nel Lazio 2012. Dio giocava a pallone è il suo primo libro.

Giovedì 14 marzo, ore 18, Plautilla, via Colautti 28-30:
"Riletture": dopo il gruppo di lettura di sabato 2, un nuovo incontro dedicato al Comunista di Guido Morselli.

Giovedì 14 marzo, ore 20.45, Circolo delle quinte, viale Trenta Aprile 4: 
Cineclub "Il cinema al lavoro": Ombre nel paradiso di Aki Kaurismaki. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria con una email a Laura Urbani, laura.urbani25@gmail.com

Sabato 16 marzo, ore 11, Plautilla, via Colautti 28-30:
Conversazioni di architettura / 1: Alessandra Criconia racconta, con parole e immagini, la storia e il presente del CorvialeAlessandra Criconia, architetto, è ricercatrice all’Università “La Sapienza” di Roma e insegna Progettazione e Scenografia Urbana a Roma e a Parigi. Ha pubblicato, tra l’altro, Il progetto della demolizione (1997), Corpi dell’architettura della città. Mutazioni (2003), L'architettura dei musei (2011). Prossimamente, nel nostro blog Monteverdelegge, un breve sentiero di letture sui temi trattati nel corso della conversazione.

Domenica 17 marzo, ore 20.15, foyer del Teatro Vascello:
Un'ora sola ti vorrei di Alina Marazzi, terzo appuntamento del ciclo cinematografico "Abbiamo bisogno che qualcuno ci sogni" dedicato al rapporto tra genitori e figli e organizzato dall'Aida con la collaborazione di Monteverdelegge. Segue un dibattito con la partecipazione della psicoanalista Cristiana Cimino.