Questa favoletta fu pubblicata nel 1960.
56 anni fa.
Inutile dire che è molto attuale.
Ed è attuale non perché Flaiano fosse dotato di particolari doti profetiche.
No. È che gli Italiani del 2016 sono babbei quanto quelli del 1960.
* * * * *
Quando i ladri presero la città, il popolo fu contento, fece vacanza e bei fuochi d'artifizio.
La cacciata dei briganti autorizzava ogni ottimismo e i ladri, come primo atto del loro governo, riaffermarono il diritto di proprietà.
Questo rassicurò i proprietari più autorevoli.
Su tutti i muri scrissero: 'Il furto è una proprietà'. Leggi severe contro il furto vennero emanate e applicate. A un tagliaborse fu tagliata la mano destra, a un baro la mano sinistra (che serve per tenere le carte), a un ladro di cappelli, la testa.
Poi si sparse la voce che i ladri rubavano.
Dapprincipio, questa voce parve una trovata della propaganda avversaria e fu respinta con sdegno.
I ladri stessi ne sorridevano e ritennero inutile ogni smentita ufficiale.
Tutto parlava in loro favore, erano stimati per gente dabbene, patriottica, ladra, onesta, religiosa.
Ora, insinuare che i ladri fossero ladri sembrò assurdo.
Il tempo trascorse, i furti aumentavano, un anno dopo erano già imponenti, e si vide che non era possibile farli senza l'aiuto di una grossa organizzazione.
E si capì che i ladri avevano quest'organizzazione. Una mattina, per esempio, ci si accorgeva che era scomparso un palazzo del centro della città. Nessuno sapeva darne notizia.
Poi sparirono piazze, alberi, monumenti, gallerie coi loro quadri e le loro statue, officine coi loro operai, treni coi loro viaggiatori, intere aziende, piccole città.
La stampa, dapprima timida, insorse: sparirono allora i giornali coi loro redattori e anche gli strilloni, e quando i ladri ebbero fatto sparire ogni cosa, cominciarono a derubarsi tra di loro e la cosa continuò finché non furono derubati dai loro figli e dai loro nipotini.
Ma vissero sempre felici e contenti.
Nota. I compilatori di un libro di lettura per le scuole elementari mi avevano chiesto una favola arguta per bambini dai sette ai dieci anni. Ho inviato loro questa favola, l'hanno respinta cortesemente, dicendo che "non era adatta". Forse non è una favola arguta. O forse non è nemmeno una favola
Nessun commento:
Posta un commento